Premessa

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Mi presento. Sono Flavia, una donna che ha fatto della propria indipendenza un'arte, libera nel suo lavoro e nella sua vita. L'età? Ah, una domanda così diretta non troverà risposta da me. Non da una come me, che ha imparato a custodire i propri segreti come gioielli preziosi.

Il mio lavoro mi porta ovunque, dalle città vibranti e illuminate da mille luci, agli angoli più nascosti e silenziosi del mondo. Sono sempre in movimento, avvolta dal ritmo incalzante della vita, attraversando volti e storie. Incontro persone, colleghi, sconosciuti, tutti destinati, in un modo o nell'altro, a lasciare un'impronta, seppur fugace.

Col tempo, ho scoperto che la mia mente è un'abile giocatrice. Le situazioni quotidiane si trasformano, prendono una piega inaspettata, carica di un'inquietudine sottile, di un desiderio che striscia sotto la pelle. Le ore spese in voli, riunioni, cene formali, diventano un terreno fertile per fantasie che nascono all'improvviso e si insinuano nei momenti più insospettabili. Talvolta queste fantasie sono così vivide da sfumare i confini tra immaginazione e realtà. Alcune, però, non sono rimaste fantasie: si sono spinte oltre, trasformando l'ordinario in qualcosa di proibito e inebriante.

Quello che leggerete ora è frutto della mia immaginazione, ma anche della mia esperienza. Alcune di queste storie sono accadute davvero, altre sono nate da desideri che ho sussurrato a me stessa nell'oscurità della mia camera. La linea che separa la verità dalla fantasia è volutamente sfocata. Il gioco che vi propongo è questo: scoprire quali episodi appartengono alla realtà e quali sono solo il frutto di una mente che ha imparato a godere del suo potere.

Una gita scolastica

Durante una gita scolastica a Londra, ci ritrovammo in un albergo che ospitava un'altra comitiva italiana, una scuola diversa dalla nostra, ma di stessa età. Stranieri in una città inglese, quell'inaspettata comunione tra sconosciuti si rivelò subito un'opportunità. C'era voglia di stringere nuove amicizie, giocare, ridere e, naturalmente, flirtare. Il gioco della seduzione aleggiava leggero nell'aria, creando un terreno fertile dove l'ignoto si mescolava alla curiosità.

Non eravamo i soli a godere di quel contesto di libertà sospesa. I professori delle due scuole, pur mantenendo la loro aura di autorità, non erano del tutto immuni al fascino del viaggio e alla complicità che si creava tra sconosciuti. Tre docenti per ogni gruppo: due uomini e quattro donne, più o meno coetanei. Bastava uno sguardo rapido per cogliere la stessa dinamica di gioco sottile che animava noi studenti, ma questa volta tra adulti.

Mentre noi ci trovavamo la sera nelle sale comuni dell'albergo – un luogo pensato per gli studenti, attrezzato con biliardi, tavoli da gioco e divanetti dove potevamo chiacchierare e lasciarci andare a risate complici – i nostri professori si ritrovavano al pub accanto. Gli inglesi, ligi alle regole, non ci permettevano di avvicinarci agli alcolici, eravamo ancora quasi tutti minorenni. Così, mentre noi flirtavamo con il nostro impeto giovanile, loro sorseggiavano birre e cocktail alcoolici, tra sguardi che si facevano via via meno formali.

Posso dire di essere stata testimone, più o meno consapevole, di scene boccaccesche, delle quali però non ve ne parlerò perché non mi riguardarono in maniera diretta.

L'ultima sera, all'una di notte, un orario che mi metteva al riparo da occhi indiscreti, uscii dalla mia camera per dirigermi furtiva verso la camera di un ragazzo dell'altra scuola. Le camere erano così distribuite. La nostra scuola occupava il primo e il secondo piano, l'altra scuola il terzo e il quarto. Io dal primo piano mi dovevo dirigere al terzo, e sempre per fare la fuga la più pulita possibile anziché prendere l'ascensore presi le scale, la sorpresa mi colse quando aprii la porta, vidi una figura femminile entrare nella camera di un mio professore, e lei non era una mia professoressa, la tentazione fu troppo forte, in punta di piedi, poi non so per quale motivo visto che il pavimento era rivestito di moquette mi avvicinai alla porta per ascoltare e dopo poco sentii i rumori inequivocabili di un amplesso clandestino, il letto e gli ansimi erano inequivocabili, anche i professori fanno sesso.

Il mio professore era giovane, appena laureato, precario, ma con quell'aria irresistibile che lo rendeva il classico figo. Aveva i capelli lunghi, che gli cadevano morbidi sulle spalle con una naturalezza studiata, e qualche tatuaggio discreto, nascosto appena sotto i maglioni. All'epoca, i tatuaggi non erano così comuni, e forse proprio per questo su di lui avevano un fascino magnetico. Indossava sempre pantaloni attillati, che lasciavano poco all'immaginazione, e ai piedi, i suoi inseparabili camperos. Ogni suo passo sembrava calcolato, una presenza che riempiva la stanza senza sforzo, come se il desiderio di essere notato fosse superfluo.

Lei, la donna che avevo visto entrare nella sua stanza, era più o meno sua coetanea. Anche lei con lunghi capelli sciolti, e un corpo che trasudava sensualità, una cavallona dal passo sicuro, consapevole di ogni sguardo che attirava. C'era qualcosa di potente in lei, una naturale capacità di provocare senza mai scadere nell'eccesso, quasi giocando con i confini del desiderio altrui. Era impossibile ignorarla, e per me, divenne presto un modello da imitare.

Il loro incontro clandestino, avvolto nel mistero e nella complicità notturna, non fece altro che amplificare quella sensazione. Volevo essere come lei, emulare quella sicurezza che si rifletteva in ogni movimento, quella sottile arte di seduzione che mi affascinava e mi confondeva al tempo stesso. Guardarli, anche solo da lontano, divenne una lezione silenziosa.

Avanzai con passo deciso verso il mio appuntamento, verso Ilario, un ragazzo di quinta superiore, bello come il sole, con il suo incarnato scuro, capelli biondi e occhi chiari. Era un nuotatore, e il suo fisico perfetto mi lasciò fin da subito senza fiato.

Bussai alla porta, e lui mi aprì, mi stava aspettando. Era a torso nudo, con dei shorts cortissimi che non nascondevano la sua eccitazione. Entrai subito, e con mia grande sorpresa, non ero sola.

In camera c'era una mia compagna di classe, la cui presenza avevo sempre dato per scontata, in quel contesto era un'altra persona rivelando una sensualità inaspettata, era avvinghiata ad un altro ragazzo, le loro mani intrecciate, i loro corpi che si cercavano, creavano un'armonia primitiva. Ma con ancora maggior stupore fu quando dal bagno uscì un terzo loro compagno, lo stupore fu dovuto oltre che dalla sua presenza dal fatto che era appena uscito dalla doccia ed era completamente nudo e in piena erezione!

Non avevo mai visto un cazzo in erezione dal vivo. Il suo pene, palpitante e pulsante mi incuteva allo stesso tempo timore e attrazione. Mi sedetti sul letto, fingendo un'indifferenza che non provavo. Ben presto mi ritrovai al centro dell'attenzione dei due ragazzi, le loro mani si posarono su di me, esplorando il mio corpo con una familiarità che mi turbava. Le loro lingue, calde e umide, esploravano il mio seno e dopo un istante avevo le mani impegnate con i due cazzi.

La ragazza si avvicinò a me, timida ma determinata, gli occhi fissi sui miei. Sentivo la sua ansia, la sua eccitazione. Le sue mani si posarono sui miei fianchi, e con un'audacia che mi gelò il sangue si chinò e iniziò a slacciarmi i pantaloni. Il suo compagno nel frattempo le denudò il culo e lo stava massaggiando con il suo cazzo.

Un tremore mi percorse il corpo. Non avevo mai provato niente di simile. L'intensità del momento mi stava sopraffacendo. L'apice arrivò inaspettatamente, un'onda di piacere ci travolse. I loro corpi si contrassero, rilasciando ondate di sperma che ci colpirono. In quel momento, mi sentivo potente e fragile allo stesso tempo.

Mi sentivo sporca, ma al tempo stesso eccitata. Andai in bagno e mi avvicinai allo specchio, osservando gli schizzi lasciati dai loro orgasmi. Un sorriso malizioso mi curvò le labbra. Residui appiccicosi macchiavano il mio seno, un trofeo tangibile di ciò che era accaduto. Osservai con attenzione anche le macchie bianche sui miei pantaloni e la tentazione fu forte, presi tra le dita i residui di sborra e li assaggiai, avevano un sapore unico, intenso, e diverso l'uno dall'altro, nel mentre entrò la mia compagna. Non ci furono parole ma solo sguardi complici, mi avvicinai a lei e le mie mani si posarono sulla sua schiena, esplorando la sostanza viscosa che la ricopriva. Il suo sapore era ancora diverso dagli altri due, più dolce, più intenso. In quel momento, compresi che ero entrata in un mondo di sensazioni proibite.


Tra Fantasia e Realtà: Il Mondo di FlaviaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora