Mario, il trombamico.

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Mario e io ci conosciamo da sempre, letteralmente. Siamo cresciuti fianco a fianco, vicini di casa fin da bambini, e poi, con l'inizio delle scuole superiori, la nostra amicizia si è trasformata in qualcosa di ancora più solido. Non siamo mai stati ufficialmente fidanzati, ma tra di noi c'era un'intesa perfetta, in tutti i sensi. Dopo le nostre prime esperienze, vissute con altri, il desiderio si è insinuato anche nella nostra amicizia, intrecciandosi al legame già profondo che avevamo. Il sesso tra noi era spontaneo, naturale, mai forzato. Non cambiava ciò che eravamo: amici, prima di tutto. Eppure, non riuscivamo a vederci in nessun altro modo.

Col passare degli anni, però, arrivammo a un punto cruciale. Molti dei nostri amici sapevano che eravamo più che semplici amici, più che trombamici. La sera ci addormentavamo dandoci la buonanotte, e la mattina, il mio primo pensiero era sempre per lui: gli auguravo il buongiorno. Tutti intorno a noi davano per scontato che la nostra amicizia si sarebbe naturalmente evoluta in qualcosa di più stabile, che saremmo finiti per formare una famiglia insieme. Anche noi, spesso, fantasticavamo su questa possibilità. Nonostante le nostre passioni e i nostri caratteri fossero profondamente diversi, e forse proprio per questo ci attraeva, l'idea di un futuro comune.

Poi, però, le cose cambiarono. La selezione presso una multinazionale e la mia carriera iniziarono a raffreddare quei pensieri di un futuro insieme. I miei viaggi di lavoro, in giro per l'Italia e all'estero, ci allontanarono gradualmente. Il nostro rapporto divenne più incostante, e l'idea di formare una famiglia sembrava meno concreta. Ma un evento, imprevisto e inevitabile, stravolse ogni cosa.

Ricordo perfettamente quel momento. Ero appena tornata da Tokyo, e tra il fuso orario e le giornate frenetiche, ci eravamo sentiti di rado. Il viaggio di ritorno si era allungato per una serie di strane coincidenze, e quando finalmente arrivai a casa, nonostante il jet lag, gli mandai subito un messaggio per dirgli che ero rientrata. Nessuna risposta. Mi addormentai, esausta. Il giorno dopo, ancora nulla. Il messaggio non era stato nemmeno visualizzato. Lo chiamai, ma una voce registrata mi avvertiva che il numero non esisteva più. Stupore, poi preoccupazione. Ma il lavoro mi assorbì di nuovo, e quel tarlo fu presto messo da parte.

I mesi passarono, e non ebbi modo di tornare a casa. Le mie telefonate a quel numero misteriosamente disattivato divennero sempre più rade, fino a quando, un giorno, incontrai un amico al check-in in aeroporto. Le coincidenze della vita. Parlando del più e del meno, mi chiese casualmente se sapessi di Mario. Risposi di no, senza troppo pensare. "Mario si è sposato! Lo scorso mese. Pensavo lo sapessi, anzi, ci siamo tutti sorpresi che non ti avesse invitato."

Mi si gelò il sangue. Mario, sposato? Noi che avevamo fantasticato su un futuro insieme, che ci eravamo sfiorati con sogni e desideri... e lui si era sposato senza nemmeno dirmelo? In quel momento, se avessi avuto un minimo di conoscenza di magia nera, l'avrei applicata senza esitazione. Passai dallo sconforto all'ira furibonda. Mi maledissi per essermi lasciata ingannare, per averci creduto di nuovo. Ma in fondo, mi dissi anche che forse era meglio così, che non fosse successo mentre eravamo ancora legati.

Gli anni passarono. Mario non si presentò più ai nostri incontri tra amici, e solo dopo scoprii che si era trasferito in Germania, tornando raramente. Poi, la scorsa estate, durante una di quelle rare occasioni in cui il nostro vecchio gruppo si ritrovava, eccolo lì, comparso dal nulla. Lo stronzo.

Quella sera, come sempre, ero tornata per vedere i parenti e uscire con gli amici di una volta. Ormai, la maggior parte di noi viveva lontano, e gli incontri erano sempre più rari. Ma quella sera il 90% della comitiva originaria era presente, e tra questi, c'era anche Mario. Devo ammettere che l'ho visto felice, quella felicità che forse aveva sempre cercato. Ovviamente, durante la serata non venne fuori che fossimo stati scopamici, anche se il pensiero mi attraversava la mente a ogni sguardo.

Tra Fantasia e Realtà: Il Mondo di FlaviaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora