Sentirsi sbagliati

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Ma perché, all'improvviso, chiunque si avvicini a me sente il dovere di farmi sentire sempre fuori posto?

Mi sento così sbagliata, così aliena, eppure nessuno sembra volermi dimostrare il contrario. È stata un'esperienza devastante avvertire ogni emozione di questa serata sulla mia pelle... e, sfortunatamente, non c'era nemmeno un barlume di positività.

Desideravo solo trascorrere una serata in compagnia, ma tu non hai fatto altro che pormi domande a cui sapevo che non avrei mai potuto rispondere in modo soddisfacente per te.

Volevi che ti raccontassi di una vita avvincente, di un'esistenza in cui tutto va a meraviglia. Ho un ragazzo, un fantastico gruppo di amici e sono a un passo dal realizzare il mio più grande sogno.

Ma sappi che è da molto tempo che desidero una vita del genere, una vita che purtroppo mi è stata negata.

Mi è stata donata un'esistenza in cui sopporto insulti sul mio aspetto fisico, in particolare riguardo ai miei occhi, che portano un tocco orientale che non ho mai voluto, ma che sono costretta a subire. Vivo in un mondo dove nessuno si è mai preoccupato di me, e dove cerco di evitare alcol e fumo come se fossero la morte.

Eppure, ora la normalità è cambiata: se non bevi alcolici o non fumi, diventi subito quella che cerca di fare la "santarellina", estraniata da tutti per via delle sue scelte e delle sue differenze.

Anche quando cercavi di far ridere, ogni tua parola mi ha lasciato un segno profondo... perché hai messo in evidenza quanto possa sembrare imperfetta rispetto agli altri.

Mi hai fatta sentire un disastro come mai prima d'ora... eppure né a te né a qualcun altro è importato qualcosa.

Le mie lacrime non sono scese, perché con il tempo ho imparato a sopportare un dolore così intenso che piangere non serve più nemmeno come valvola di sfogo per questo tormento inarrestabile.

Ti chiedo solo di riflettere su certe parole prima di condividerle, perché stasera mi hai fatto cadere il mondo addosso.

Era un peso insopportabile, e mi sento come una spettatrice costretta a guardare, senza poter mai intervenire in questa storia che non mi appartiene.

Mi hanno relegata a un ruolo di osservatrice, e non posso abbandonare questa condizione.

Detesto questa vita, e non comprendo nemmeno perché continui a sperare che qualcosa possa cambiare.

Ho sempre cercato di essere me stessa, sperando che qualcuno mi notasse, ma ho ottenuto solo risatine inopportune mentre non prestavo attenzione, o persone che si comportavano come se non esistessi.

A volte mi chiedo come sarebbe se sparissi...

Sarebbe la stessa cosa?

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