☾︎𝖙𝖍𝖎𝖗𝖙𝖞 𝖙𝖍𝖗𝖊𝖊☽︎

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33| 𝗵𝗼𝗺𝗲 𝗶𝘀 𝗮𝗹𝘄𝗮𝘆𝘀 𝘄𝗶𝘁𝗵 𝘂|

La mattina seguente, quando Bill si svegliò, il lato del letto di Miranda era freddo e vuoto. Il silenzio nell'appartamento era strano, quasi assordante. Si sedette sul bordo del letto, guardando per un attimo la luce del sole filtrare attraverso le tende. Poi, con un leggero sospetto, si alzò e si diresse verso la cucina, sperando di trovarla lì. Tuttavia, la stanza era deserta, e persino Pumba, che di solito gironzolava per casa al mattino, sembrava essere scomparso.

Bill si fermò un attimo in mezzo alla cucina, passando una mano tra i capelli spettinati. "Sarà uscita a fare una passeggiata col cane," pensò. Era un’abitudine che Miranda aveva preso negli ultimi tempi, soprattutto nelle mattine più fresche, quando l’aria era ancora piacevolmente frizzante. Si preparò una tazza di caffè, cercando di scacciare un lieve senso di disagio che non riusciva a spiegarsi.

Mentre sorseggiava lentamente, il silenzio fu rotto dal familiare tintinnio delle chiavi nella serratura della porta d’ingresso. Bill posò la tazza e si diresse verso il corridoio proprio mentre la porta si apriva. Miranda entrò, i capelli leggermente scompigliati dal vento e un sorriso rilassato sul viso. Pumba la seguiva, scodinzolando felice, con la lingua a penzoloni.

"Buongiorno," disse Miranda con tono leggero, togliendosi la giacca. "Non volevo svegliarti, sembravi così stanco."

Bill si rilassò, restituendole un sorriso. "Pensavo fossi scappata via con Pumba," scherzò, mentre il cane correva verso di lui in cerca di attenzione.

"Solo una passeggiata," rispose lei, guardandolo con affetto. "Hai dormito bene?"
"Solo una passeggiata," rispose lei, guardandolo con affetto, mentre con un gesto rapido liberava i capelli dal colletto della giacca. "Hai dormito bene?"

Bill annuì, ma i suoi occhi la seguivano, notando i dettagli che rendevano la scena ancora più familiare e rassicurante. Miranda aveva le guance leggermente arrossate dal freddo, e il profumo fresco della mattina ancora le aleggiava intorno. Il suono leggero dei suoi passi, mentre si dirigeva verso la cucina per versarsi un bicchiere d'acqua, era ormai parte della loro routine, così come il fruscio delle ciotole di Pumba che sbattevano mentre il cane cercava goffamente di trovare una posizione comoda per sdraiarsi.

"Abbiamo camminato fino al parco," aggiunse Miranda, prendendo un sorso d'acqua e guardandolo con un sorriso soddisfatto. "C'era una luce stupenda. Il cielo era rosa, quasi dorato. Pumba ha adorato correre nell'erba umida."

Bill si avvicinò lentamente, appoggiandosi allo stipite della porta della cucina, osservandola mentre parlava. Era un momento semplice, ma sentiva una profonda serenità nel modo in cui Miranda raccontava quelle piccole cose. Anche il tono della sua voce era rilassato, come se la passeggiata fosse stata un balsamo non solo per il cane, ma anche per lei.

"Sembra che abbiate avuto una bella mattinata," disse Bill, il calore nella sua voce. "Mi dispiace di essermi perso il cielo dorato."

Miranda sorrise, raggiungendolo e sfiorandogli il braccio con un tocco leggero. "Domani puoi venire con noi," rispose, posando il bicchiere vuoto sul piano della cucina. "Oggi volevo solo lasciarti riposare un po' di più."

Si fissarono per un attimo, con quel silenzio confortevole che si era instaurato nel loro rapporto, mentre Pumba emetteva un piccolo sospiro di contentezza, rotolandosi finalmente sul tappeto.

"Affare fatto," disse Bill infine, chinandosi per accarezzare il cane. "Domani verrò con voi."

Miranda si alzò presto quella mattina, sentendo il tepore del sole filtrare attraverso le tende sottili della cucina. Con movimenti automatici, aprì il frigorifero e tirò fuori il cartone di latte, versandolo in una ciotola piena di cereali croccanti. Il tintinnio dei cereali riempì il silenzio della stanza mentre preparava la colazione non solo per sé, ma anche per Bill, che sedeva già al tavolo con i capelli arruffati e lo sguardo assonnato. Senza dire una parola, posò davanti a lui la ciotola, poi si girò verso la credenza e prese una manciata di croccantini, lasciandoli cadere con un suono secco nella ciotola di Pumba. Il cane alzò immediatamente la testa, il suo muso tondo illuminato da un'espressione gioiosa, la coda che sventolava con entusiasmo.

Miranda sorrise osservando Pumba mangiare, poi si girò verso Bill. "Ti va se più tardi andiamo a prendere qualche altra cosa per la casa? Mi sembra che sia un po' spoglia," disse, facendo un giro con lo sguardo per la cucina minimalista. Le pareti erano quasi nude, tranne un orologio di metallo e una piccola mensola con qualche tazza sbeccata.

Bill, masticando rumorosamente i suoi cereali, alzò le spalle e parlò con la bocca ancora piena. "A me sta bene così," disse, con una tranquillità disarmante. Era evidente che non gli importava molto dell'arredamento; per lui, quella semplicità era sufficiente.

Miranda sospirò leggermente, lanciando un'occhiata divertita a Bill. "Immaginavo," mormorò tra sé, mentre si chiedeva come convincerlo a rendere quel posto un po' più accogliente.

"Magari potremmo dipingere le pareti di un colore più caldo," pensò ad alta voce Miranda, mentre il suo sguardo vagava sulle pareti spoglie della cucina. Le piastrelle bianche e le pareti grigie avevano un'aria fredda e impersonale, come se fossero state dimenticate nel tempo. "Un giallo tenue o magari un verde salvia... renderebbe tutto più accogliente," continuò, immaginando già come un tocco di colore potesse trasformare l'ambiente.

Bill, seduto davanti alla sua ciotola di cereali, fece finta di ascoltarla. Annuiva di tanto in tanto, ma il suo sguardo era fisso sul cucchiaio che girava pigramente nel latte. Era evidente che la sua mente era altrove, probabilmente già concentrata sul lavoro da fare o, più semplicemente, su come evitare di dover dipingere le pareti.

Pumba, invece, sembrava più interessato alle parole di Miranda. Si avvicinò con la coda che si agitava dolcemente, come se approvasse l'idea, o forse semplicemente sperasse in qualche altra carezza. Miranda sorrise, consapevole che convincere Bill sarebbe stato più difficile che decidere il colore delle pareti. "Sarebbe davvero bello, no?" aggiunse, lanciando a Bill uno sguardo interrogativo, sperando che almeno questa volta le prestasse attenzione.

"Mmm, certo..." mormorò lui, senza nemmeno alzare gli occhi dalla sua ciotola, inghiottendo un altro cucchiaio di cereali con un'espressione indifferente.

Miranda si limitò a sospirare, divertita dalla sua mancanza di entusiasmo. "Sì, sarà un'impresa convincerlo," pensò, accarezzando Pumba, mentre già immaginava la casa piena di colori caldi e accoglienti.

𝐊𝐈𝐑𝐒𝐂𝐇𝐄 ✩  ᵇⁱˡˡ ᵏᵃᵘˡⁱᵗᶻDove le storie prendono vita. Scoprilo ora