BOURBON STREET | RADIOSTATIC

CAPITOLO 2 - V COME VOODOO

New Orleans, Louisiana – 26 Ottobre 1933

Xander Vogel stava cominciando a perdere le speranze.

Nonostante avesse affermato di passare dal locale praticamente ogni sera, Alastor non si era ancora visto, così come non era passato la sera precedente.

"Mr. Vogel, se non ha bisogno di altro... ecco, noi staremmo per chiudere." disse Raoul dopo essersi schiarito la voce un paio di volte.

Vogel mise alcune banconote sul bancone accanto al bicchiere vuoto e scivolò giù dallo sgabello. Avvolse attorno al collo la sua lunga sciarpa di seta candida e fece per incamminarsi verso la porta quando ebbe un ripensamento.

"Riguardo a Mr. Alastor..." cominciò "Ecco, è un paio di sere che non si vede ma io ho davvero bisogno di parlargli. Lei non sa dove posso trovarlo?"

"Immagino sia alla stazione radio. Solitamente passa di qui prima della chiusura per il suo 'whisky della buonanotte'..." Raoul ridacchiò "ma a volte trasmette per tutta la notte e in quel caso non si fa vedere. Però non ha mai mancato di passare al locale per più di due sere di fila. Sono sicuro che domani verrà."

"Alla stazione radio, dice..." mormorò pensieroso "E... dove sarebbe?"

"È proprio qui vicino, lungo la sponda del Mississippi. Tra Toulouse Street e Jackson Square. C'è una grande antenna sul tetto, non può sbagliare. Solo che..."

Vogel alzò un sopracciglio in una muta domanda al tentennamento del giovane barista.

"Beh, ecco, non è molto sicuro girare da solo a quest'ora della notte. Forse non lo sa ma a New Orleans succedono cose strane ..." Raoul abbassò la voce nonostante fossero loro due da soli "La gente scompare." bisbigliò, i suoi grandi occhi espressivi che sembravano sondare il buio del locale in cerca di un qualche pericolo "C'è chi dice che sia un Loa minore, forse uno spirito acquatico visto che la maggior parte delle sparizioni avvengono lungo il Mississippi o al porto..."

Davanti all'espressione allibita di Vogel fu svelto a concludere "Fossi in lei me ne salirei subito in camera e mi chiuderei dentro a chiave fino a domani mattina."

"Certo, certo..." Vogel si riscosse "Grazie per avermi avvisato. Starò attento."

Gli augurò la buonanotte e uscì svelto dal locale ma, invece di svoltare l'angolo e salire la scala per accedere alla stanza al primo piano che aveva preso in affitto al Mimzy's, si incamminò sotto i portici di Bourbon Street diretto verso Toulouse Street.

La strada era buia e deserta, una fitta nebbiolina aleggiava lungo la via e solo la luce fioca di alcune lampade poste fuori dai locali e dai portoni delle abitazioni consentiva di non andare a sbattere contro le onnipresenti colonne che sostenevano le tipiche balconate che correvano lungo tutta la via.

Forse stava commettendo una pazzia a girare per la città da solo a quell'ora della notte, ignorando i consigli di Raoul.

Oltretutto, non era la prima volta, da che era arrivato, che sentiva strane voci sulla città e sul Quartiere Francese in particolare. E non si trattava solo delle storielle su pittoreschi riti Voodoo che facevano circolare gli stessi abitanti di New Orleans per alimentare il folclore con cui intrattenere i turisti.

Stando ai giornali locali, il fantomatico Loa sembrava piuttosto essere un serial killer in carne e ossa. Aveva sentito la proprietaria del ristorante in cui aveva cenato giusto quella sera che ne parlava con un paio di cameriere che si erano dette troppo spaventate per trattenersi a lavorare fino a tardi. La proprietaria le aveva tranquillizzate spiegando che il Loa – o serial killer che fosse – sembrava avere la predilezione per un certo profilo di vittima. Sceglieva sempre persone di spicco della malavita locale. C'era stato qualche caso che aveva coinvolto trafficanti di sigarette e liquori di contrabbando, ma sembrava preferire piuttosto i proprietari di case di piacere di basso profilo che commerciavano nella prostituzione di minori e altre nefandezze simili.