CAPITOLO 7 - A COME ALDILÀ

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Pentagram City, Pride Ring – da qualche parte nel passato


"Buonasera Alastor. Il solito?"

"𝔾𝕣𝕒𝕫𝕚𝕖, 𝕞𝕠𝕟 𝕒𝕞𝕚."

Alastor si appoggiò al bancone dando le spalle al demone barman dai lunghi tentacoli blu, il suo sguardo attento che vagava inquieto per la sala.

Sul palco, un quartetto di demoni-capra stava eseguendo un nuovo pezzo appena uscito. O meglio, lo era poco prima che lui morisse. Fortunatamente all'Inferno il tempo e le mode sembravano seguire delle regole particolari, specialmente per quanto riguardava la musica. Il gradimento dei dannati e dei demoni era soggetto al potere di chi proponeva loro quel pezzo specifico, e per fortuna il Mimzy's era ancora un locale 'di grido' – in più di un senso – che riusciva a restare sempre sulla cresta dell'onda grazie al fiuto per gli affari della proprietaria nonché al suo incredibile talento.

Era una perfetta riproduzione dell'omonimo locale a New Orleans, quantomeno per come era allestito nel 1933; Mimzy aveva infatti aggiunto anche la saletta per il gioco d'azzardo su indicazione di Alastor quando questi l'aveva finalmente raggiunta all'Inferno, e la novità aveva portato al locale ancora più dannati.

"Ecco a te Alastor."

Il Demone della Radio prese il bicchiere e fece roteare il suo contenuto, i cubetti di ghiaccio che tintinnavano allegramente contro al cristallo sfaccettato.

"ℂ𝕙𝕚 𝕖̀ 𝕚𝕝 𝕕𝕖𝕞𝕠𝕟𝕖 𝕔𝕙𝕖 𝕤𝕥𝕒 𝕡𝕒𝕣𝕝𝕒𝕟𝕕𝕠 𝕔𝕠𝕟 𝕄𝕚𝕞𝕫𝕪?" chiese dopo aver assaggiato il primo sorso del suo whisky di segale, e aver fatto schioccare le labbra con apprezzamento.

"Mai visto prima..." rispose asciutto il barista con un'alzata di tentacoli mentre continuava a lavare i bicchieri e contemporaneamente li asciugava e preparava altri drink.

Alastor dedicò ancora una lunga occhiata al demone che si intravedeva attraverso la calca di persone che stavano ballando in pista.

Non riusciva a vederlo bene ma quegli scorci che gli venivano offerti di tanto in tanto, avevano qualcosa di famigliare.

Una strana sensazione lo prese alla bocca dello stomaco, forse Niffty aveva messo troppo peperone nella Jambalaya di quella sera.

Appoggiò il bicchiere ormai vuoto sul bancone e fece il giro della sala a passi lenti, senza attraversare la pista da ballo ma passandole intorno, il suo fedele microfono ben stretto tra le mani intrecciate dietro la schiena. Quando fu abbastanza vicino, la scena che gli si parò davanti agli occhi gli fece provare una strana e inquietante sensazione di déjà-vu.

Mimzy rideva, la testa gettata indietro e una mano posata sui seni abbondanti in una posa falsamente pudica mentre l'altra era trattenuta da uno strano demone che la stava baciando. Il demone indossava un completo scuro sopra a una camicia bianca senza colletto e lasciava intravedere un fisico alto e slanciato. La grande testa aveva la forma di un ingombrante televisore a tubo catodico sopra al quale capeggiava un piccolo cappello sovrastato da due antenne rosse.

Alastor si fermò all'istante.

Non era possibile che fosse...

Fece ancora due passi verso di loro entrando finalmente nella visuale di Mimzy che lo accolse con la sua voce squillante riuscendo perfino a sovrastare la musica.

"Alastor! Carissimo! Che piacere vederti..."

Il demone con la testa a televisore si pietrificò, il suo schermo si fece completamente grigio per un'istante mostrando la classica nebbiolina che denotava l'assenza di segnale. Dopo una frazione di secondo l'immagine sullo schermo tornò, un fondo blu con due grandi occhi rossi e la bocca spalancata in un'espressione di puro e genuino stupore.

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