Sei mesi. Erano passati sei mesi da quella notte ed io stavo pian piano riprendendo i miei ritmi.
All'inizio credevo che non ce l'avrei fatta a sopravvivere al ricordo di un incubo così maledettamente reale. Credevo che una parte di me sarebbe rimasta spenta, per far sì che il male non riemergesse.
E invece è andato tutto nella direzione opposta.
Al mattino ricevevo puntualmente i messaggi di Jason che mi esortavano a "non fare la vittima", perché sì, lo ero, ma la mia vita era più importante di questa condizione e io potevo e dovevo scegliere come farla funzionare.
Durante la giornata non ero mai lasciata da sola, e solo quando iniziai a sentirmi meglio, trovai anche il coraggio di riprendere la mia routine e ritrovai il piacere che già conoscevo, di stare anche da sola.
Avevo ricominciato ad andare dalla dottoressa Brown e devo dire che mi sentivo stranamente ben disposta a collaborare, perché dal problema volevo uscirne al più presto. Anche se la mia indole piuttosto calda, temevo che non se ne sarebbe stata in un angolino a guardare ancora per molto.
Elia mi stava vicino e mi incoraggiava a prendere gli antidepressivi, perché sapeva quanto io li odiassi e allo stesso tempo era consapevole della loro necessità.Ero tornata a passare il tempo anche con Chloe, lei era la mia migliore amica e in quel momento più che mai dimostrava davvero di esserlo.
Alla mattina lavoravo e al pomeriggio stavo insieme a lei, a volte mi accompagnava anche alle sedute, oppure andavamo da mia nonna, alla quale ero mancata un sacco e lo stesso valeva per me.
Mi erano mancati i suoi sguardi comprensivi, le chiacchierate, la sua risata dolce e i suoi piatti che ti coccolavano l'anima.
Con Jason avevo finalmente risolto e adesso il nostro rapporto era tornato come sempre: la complicità, la schiettezza, il sarcasmo che non mancava mai, era come un fratello in fin dei conti.
Arthur nel frattempo era tornato dal suo lungo viaggio, che gli altri avevano già provveduto a spoilerarmi.***
"Allora Norah, la scorsa volta mi hai raccontato che non ti ricordi molto di quella notte giusto?" annuii.
"Dopo che lui ha..." sospirai. "Ha abusato di me, i miei ricordi sono offuscati, so il perchè di questa ferita perchè me lo hanno spiegato gli agenti di polizia, però io non me lo ricordo" spiegai mostrando la cicatrice sul palmo della mano, i dottori hanno detto che col tempo sparirà o comunque sarà quasi invisibile, per fortuna.
"Capisco... hai pensato di andare in quel consultorio? Come già ho detto ci sono molte altre donne e ragazze che hanno vissuto esperienze simili, ti farebbe bene sai?" guardai la dottoressa Brown e rimasi in silenzio.
"Avevo preso in considerazione di andarci, ma non sono così sicura..."
"E come mai? Hai dubbi a riguardo?" chiese, guardandomi comprensiva.
"No no, non ho dubbi, è che ho paura di iniziare a ricordare e non sono sicura di volerlo ancora..." ammisi.
"Sai però, potrebbe aiutarti invece, parlarne fa bene, potresti riuscire a sbloccare queste tue lacune e lasciarle pian piano alle spalle, insieme all'aiuto della terapia ovviamente." mi sorrise in modo morbido.
"Ci penserò, lei sa perchè non riesco a ricordarmi gli avvenimenti di quella sera?"
Annuì e mi mostrò un foglio, o meglio, un certificato.
"Amnesia post traumatica. Però si può curare, dovrai seguire tutte le sedute di psicoterapia e se necessario, prendere dei farmaci." a quelle parole mi bloccai.
"Altri farmaci? Sta scherzando vero!?" mi innervosii all'istante e mi alzai dalla poltroncina in cui ero seduta.
"Volete solo imbottirmi di farmaci, ecco cosa! La prossima volta cosa mi dirà? Che devo essere seguita direttamente da uno psichiatra, in quanto caso perso, mh!?"
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𝐴 𝑆𝑖𝑙𝑒𝑛𝑡 𝐿𝑜𝑣𝑒
Romance"Perché chi ama davvero, prova emozioni talmente forti che rischierebbe la vita per te." Esistono due tipi di amori "silenziosi" ed il primo può essere inizialmente dolce, trasformandosi in rude, crudele e tremendamente sbagliato. Può farti del male...