Assegnazione

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Margaret stava in piedi, perfettamente inquadrata con i suoi compagni della 4ª squadra "Gemino" del 1° manipolo, 2ª Centuria. Il peso della cerimonia le gravava addosso come mai prima. La piazza d'armi dell'Accademia era gremita, e lei poteva avvertire il nervosismo dei cadetti del secondo anno, sapendo che quella era la giornata in cui avrebbero ricevuto il loro simbolo. Ma ciò che rendeva la giornata ancora più tesa per Margaret era la presenza dei dignitari che riempivano la tribuna.

Mentre i reparti sfilavano davanti alla tribuna, Margaret scorse sua sorella Elizabeth, l'imperatrice, al centro della scena. La sua figura imponente dominava il palco, vestita con l'armatura da battaglia lucente, ogni movimento calcolato e preciso, simbolo del potere assoluto che incarnava. Al suo fianco, suo padre William osservava la cerimonia con lo sguardo fiero e calmo, come sempre. Accanto a lui c'era sua madre, Maria Eydallin Ebony, la Regina del Regno di Antares. Alta poco più di un metro e sessanta, con la pelle quasi eterea e lunghi capelli neri che le ricadevano morbidi sulle spalle, Maria indossava un vestito morbido, verde scuro. Ogni gesto della regina era misurato, la sua voce compassata e aristocratica anche mentre conversava tra le file di nobili.

Margaret notò anche sua sorella maggiore Alyssa. Con i capelli rossi lisci raccolti in una treccia ordinata, Alyssa era la perfetta immagine della disciplina e della precisione. Era stata sempre molto simile a loro madre, elegante e composta, il contrario di Margaret ed Elizabeth, che da bambine erano state molto più scapestrate e ribelli. La presenza di tutta la famiglia reale rendeva tutto più solenne, più grave, e il cuore di Margaret batteva con forza nel petto mentre si avvicinava il momento della sua prova.

Quando fu il turno del suo reparto di sfilare, Margaret sentì gli occhi di tutti addosso, soprattutto quelli della sua famiglia. Mantenne la sua posizione con rigore, cercando di non pensare al peso di quelle aspettative.

Poi venne dato il via alla cerimonia del Cerchio. I membri del Sacro Ordine, vestiti con le loro vesti cerimoniali, avanzavano verso il centro della piazza d'armi. Erano accompagnati dai tre Labari magici, sospesi in aria sopra il cerchio tracciato sul terreno.

I labari, ognuno con il simbolo della "Spada", "Lancia" e "Scudo", emanavano una luce tenue e pulsante, collegati da un filo invisibile di magia che Margaret poteva quasi sentire nell'aria. La voce del Sacerdote Anziano risuonò nella piazza mentre lanciava la benedizione.

"Che i Labari parlino, e che ogni cadetto riceva il simbolo che meglio rappresenta la sua anima guerriera," proclamò.

La tensione aumentava, e Margaret si trovò a trattenere il fiato. Gli occhi erano puntati su di lei e sui suoi compagni di squadra, aspettando il momento in cui la magia dei labari avrebbe rivelato il simbolo che avrebbero portato per il resto della loro vita. Il simbolo che avrebbe determinato il loro cammino come soldati.

Improvvisamente, una luce brillante partì dai labari, fluttuando sopra le teste dei cadetti. Margaret vide con chiarezza i simboli della Spada e della Lancia comparire sopra alcuni dei suoi compagni. La Spada, simbolo del guerriero, e la Lancia, simbolo della forza in attacco. Il suo cuore batteva all'impazzata: lei desiderava ardentemente la Spada, o al massimo la Lancia. Ma quando fu il suo turno, con suo grande disappunto, apparve sopra di lei lo Scudo.

Lo Scudo. Il simbolo della difesa, del proteggere. Margaret sentì un misto di sorpresa e frustrazione.

Si era sempre vista come una guerriera aggressiva, una combattente destinata ad attaccare e prevalere, non come una guardiana. Quella decisione magica la lasciò interdetta, e notò alcuni sguardi di sorpresa intorno a sé, persino tra i suoi compagni.

Elizabeth dalla tribuna osservava attentamente, il volto inespressivo, ma Margaret poteva immaginare cosa stesse pensando. Sua madre, invece, fece un impercettibile cenno d'approvazione, come se quello fosse il simbolo perfetto per lei. Margaret serrò i denti. Non era quello che si aspettava, ma avrebbe dovuto accettarlo.

The mitrhil's Saga - Il profeta delle sabbie e la veggente delle AcqueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora