Capitolo XII: 505

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Atlas Hands

Capitolo XII: 505

'I'm going back to 505,
if it's a 7 hour flight or a 45 minute drive;
In my imagination you're waiting lying on your side,
with your hands between your thighs.
Stop and wait a sec,
oh, when you look at me like that, my darling,
what did you expect?
I'd probably still adore you with your hands around my neck,
Or I did, last time I checked.
Not shy of a spark,
a knife twists at the thought that I should fall short of the mark,
Frightened by the bite though it's no harsher than the bark;
middle of adventure, such a perfect place to start.'
(505 - Arctic Monkeys)

27 luglio 2013

"Louis, sei sicuro di volerlo fare?"

Louis alza lo sguardo su Zayn, sorridendo. "Certo che sono sicuro."

Abbassa lo sguardo sul suo braccio, poi guarda il tatuatore, dandogli il permesso di cominciare.

Sente un dolore pungente e continuo, e le prime gocce di inchiostro si posano sotto la sua epidermide, e resteranno lì per sempre. Anche Harry è scivolato sotto la sua pelle, ma non ha fatto così male - eppure resterà lì anche lui, per sempre, esattamente come quel tatuaggio.

Abbassa lo sguardo di nuovo, Louis, e guarda il disegno che tra poco diventerà parte del suo corpo.

Una rondine, in bianco e nero, un po' scarabocchiata ma bella, perfetta così com'è - la rondine che quel giorno aveva rubato a Harry, quel disegno che era rimasto appeso al muro per troppo tempo, aspettando.

Aspettando che Louis ne capisse il significato.

E la rondine è libertà. È la libertà che Louis ha acquisito grazie a quelle parole scarabocchiate nel suo diario, parole per Harry, parole per loro due; la libertà che Harry ha sempre cercato, quella da sé stesso e dai suoi demoni; la libertà che ha trovato nel perderlo, perché Louis si è reso conto che la felicità non è tra le braccia di Harry, ma si nasconde da qualche parte dentro di sé, aspettando di esplodere per le cose più stupide.

È vero, Louis può essere felice anche senza Harry, ma il fatto è che non vuole - tutto è un po' più opaco e un po' meno brillante, senza di lui, per il semplice motivo che non vuole tornare a vedere senza Harry.

Harry non c'è, ma qualcosa di lui resterà sempre in Louis, sotto la sua pelle, tra i muscoli del suo cuore - una luce intrecciata con le sue fibre, che lo farà sempre brillare un po' di più, amare un po' di più, vivere un po' di più.

"Che poi, cosa diavolo significa?"

Zayn lo guarda, Louis gli sorride.

"È solo un tatuaggio."

4 agosto 2013

Il problema è che Louis lo sente sempre.

Lo sente nell'aria, una strana sensazione che gli scivola giù per la schiena, che gli accarezza la pelle e lo riempie completamente, come un caldo fuoco nei suoi polmoni.

Lo sente mentre scrive, mentre rilegge ogni parola e vede il suo fantasma aleggiare tra quegli spazi bianchi - magari non c'entra niente, magari è solo un articolo - ma lui c'è sempre, in ogni lettera di quello che scrive.

Lo sente mentre cammina per strada, mentre scrive, mentre gioca a FIFA con i suoi amici, mentre dorme - sente il suo profumo nell'aria, un ricordo olfattivo che ritorna, di continuo, un ricordo che si infila nei suoi pensieri e non li molla più - Harry è sempre lì, nella sua testa.

Anche il suo corpo lo sente ancora, come se fosse una presenza concreta al suo fianco, perché quando Louis vede la foto che è appesa al muro della sua camera, il suo stomaco si chiude ancora, le sue ossa vibrano ancora della stessa risata catturata in quella foto - Louis guarda Harry e ride, Harry guarda in camera e ride a sua volta.

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