♬ ~ ᴄᴀᴘɪᴛᴏʟᴏ ᴜɴᴅɪᴄɪ

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Lungo il costato ha lo stesso identico tatuaggio che ho io sul polso. Il Prisma dei Pink Floyd. Ma non è quello a farmi agitare. È la scritta. La stessa scritta.

Ora capisco perché quella volta in negozio ha guardato il mio tatuaggio con così tanto interesse: perché sono uguali. Identici

Istintivamente nascondo il mio posandoci sopra l'altra mano. Lui nota il mio gesto e sul suo viso compare una di quelle tante espressioni indecifrabili. 
Torna a sedersi sull'asciugamano dandomi le spalle. 

Anche la sua schiena è costellata di tatuaggi. Alcuni sono anche un po' tetri. 
Sulla spalla destra ha tatuato l'angelo morte che impugna la sua falce, in groppa ad un cavallo scheletrico. L'angelo è bello però, sfoggia le sue enormi ali con fierezza. Sotto, ha incisa una scritta in quello che a me sembra tedesco.

Mi viene la malsana voglia di tracciarne il contorno con la punta del dito. 

Al centro della schiena ha un altro angelo con due ali molto più grandi dell'altro e con uno sguardo meno inquietante. 

Forse è un tipo ossessionato dagli angeli.

Guardandoli meglio però, capisco che siano connessi tra loro. L'angelo ed il suo cavallo indirizzano proprio verso l'altro angelo. La falce è sollevata a mezz'aria e sembra pronta a colpire l'altro. Invece, l'angelo con le ali più grandi, tiene in una mano una bilancia  e nell'altra una spada. 

Sono affascinanti, e non riesco a smettere di guardali. 

«Mi stai ancora fissando» dice lui, con lo sguardo rivolto verso la riva del mare.

Sussulto colta alla sprovvista e distolgo subito lo sguardo. 

«Non ti sto guardando», borbotto. 
La sua schiena trema appena, segno che sta ridendo. «Lo stai facendo eccome. Sento il tuo sguardo.»
«Senti male, allora», replico. 
Si volta appena e mi guarda da sopra la spalla, assottigliando quegli occhi letali. «Ti piacciono i miei tatuaggi?»

Mi agito sull'asciugamano e continuo a guardare altrove. «Non ti stavo guardando», insisto. 
Con la coda dell'occhio lo vedo sorridere. «Va bene, farò finta di crederci. Ma se hai delle domande a riguardo; falle pure.»
Sbuffo. «Non ho niente da chiederti.»

Ce l'ho eccome, invece. Fremo dalla voglia di chiedergli il significato di quella frase in tedesco, ma la tengo per me. Non gliela darò vinta. 

Poco dopo, vengo colpita da un tubetto di protezione solare. Alzo lo sguardo e lo guardo male. «Sei pazzo? Potevi cavarmi un occhio!»
Arriccia il naso in un modo carinissimo. «Quanto sei drammatica. Mettila, altrimenti ti bruci.»
Gliela tiro a mia volta. «Non mi brucio se sto sotto l'ombrellone!»

KISS ME DEADLYDove le storie prendono vita. Scoprilo ora