Capitolo 11

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Grace

Ok, quindi la radice quadrata di 190 è... oddio mio, non né ho idea.
Odio la matematica, non è cosa mia.
Molti pensando che io sia brava, ma non è assolutamente così... anzi, non so fare nulla di matematica senza photomath che spiega.
Sbuffo.
Vado a vedere il mio telefono a che punto è, ma quando lo vedo solamente al 6% mi viene quasi da piangere e strapparmi tutti i capelli.
Che cazzo!
Chiudo furiosa i libri e i quaderni e li poso, come poso pure lo zaino.
Non né posso più, devi riposarmi.
Poso tutto e mi dirigo in cucina, trovando un bigliettino sul tavolo.
Ho quasi paura di prenderlo e leggerlo.
Lo prendo e con il terrore che mi stringe lo leggo.

Sono dovuta uscire per fare qualche commissione tesoro, non so verso che ora torno perché alle 14 devo essere in ospedale... in tal caso, buona giornata. Fa la brava.

Sorrido tristemente leggendo cosa c'è scritto, non mi piace che è sempre fuori e non riesco a vederla sempre così stanca e straziata da tutto solo per permetterci di avere del cibo e un tetto sopra la testa.
Sospiro.
<<Tua mamma è molto gentile, ti lascia sempre i bigliettini nonostante sia di fretta>>
Mi volto di scatto, sbattendo contro il tavolo schiacciando la mia mano tra il mio corpo e il tavolo.
Sussulto per il dolore a essa e per la paura.
Davanti a me c'è un uomo, vestito completamente di nero e con un passamontagna che copre tutto il viso, lascia liberi solo gli occhi.
<<Chi diavolo sei?>>
Gli urlo contro.
Cosa vuole? Cosa va cercando?
Presa da un improvvisa paura riesco ad afferrare un coltello dal posa coltelli.
Lo punto contro l'uomo, che perora ridacchia.
<<Avanti bambina posalo, non è giocattolo per una principessa come te>>
Mi sta pure prendendo in giro, entra in casa mia e ha pura il coraggio di sfottere.
L mia presa sul coltello è insicura, tanto ché la mano mi trema davvero tanto.
Non riesco a stare ferma, decisa.
L'uomo si avvicina, io indietreggio finendo contro un mobile.
Oh, no no.
Sono all'angolo, praticamente sono spacciata, l'unica difesa che ho è il coltello.
<<Non ti avvicinare!>>
Gli urlo contro.
La mano mi trema, così come il resto del mio corpo.
Ormai il controllo non è più cosa mia, non riesco a rimanere calma.
Cerco di respirare bene, di non farmi sopraffare ma non riesco.
Il panico si impossessa di me, non mi lascia andare.
Il ragazzo che ho di fronte con un movimento rapido mi strappa di mano il coltello e lo lancia lontano da noi due.
Bene, adesso non ho neanche più un arma con me.
Sono completamente indifesa.
<<Ti prego... n-non farmi del male, s-se cerchi dei soldi s-sono nel portafoglio s-sulla mensoma>>
So che sono i pochi risparmi che mi restano, ma perora i soldi non sono più importanti della mia stessa vita.
Lavorerò se serve, ma perora può prendersi ciò che vuole... basta che non mi uccida.
Non voglio morire a soli 18 anni.
La sua mano si posa sul mio fianco, ma non stringe... la lascia semplicemente lì.
Per quanto riguarda l'altra mano, inizia a giocare con i miei capelli.
Il tremito del mio corpo improvvisamente si è fermato, non tremo più e non riesco a capire perché.
Dovrei essere terrorizzata e piangere, ma qualcosa mi fa capire che lui non mi farà del male.
<<Non voglio soldi bambina...>>
Sussurra.
È così vicino che riesco a distinguere benissimo ogni sfumatura di colore dei suoi occhi.
<<Esci da casa mia... per favore>>

Josh

La porta della casa di Grace è aperte, e questo mi fa scattare sull'attenti.
Sua madre è uscita già da un pò, ha controllato più volte se la porta fosse chiusa e poi ho controllato anch'io.
Che la porta sia aperta non è un buon segno, non lo è per niente.
Prendo il passamontagna dalla tasca dei jeans e quando entro dentro casa lo metto, se così lei mi dovesse vedere non vedrebbe la mia faccia prima del tempo.
Controllo tutto il piano, da cima a fondo finché poi non sento dei rumori verso la cucina è lì, bellissima e in pigiama un pigiama davvero tanto corto.
Ha i capelli sciolti che le ricadono sulle spalle, dei pantaloncini che non le coprono quasi niente e un top da notte molto leggero.
È bellissima.
Non so cosa mi passi per la testa, ma voglio che mi veda e quindi le faccio notare della mia presenza.
<<Tua mamma è molto gentile, ti lascia sempre I bigliettini nonostante sia di fretta>>
S volta di scatto spaventata, ma vi risparmio i dettagli il resto lo sapete.
<<Esci da casa mia... per favore>>
Mi supplica di uscire da casa sua, ma proprio in quel momento dietro di noi si sentono dei passi e qualcuno che si ferma alla nostra scena insieme.
Bene, chi stavo cercando si è fatto vivo.
Mi volto di scatto, nascondendo Grace dietro di me.
È un ragazzo, avrà sicuramente tra 18 e i 19 anni non più grande.
Ha in mano delle cose e una pistola in mano, quasi sicuramente pistola finta.
<<Oh mio dio... ok il tuo amico ha preso ciò che volevate, adesso andate via. Per favore>>
Come può solo pensare che io possa fare coppia con un tizio del genere? Stare in squadra con uno come lui significherebbe essere arrestati il giorno dopo, ed è quello che vorrei evitare.
Non sono mai stato in prigione, e di certo non ho intenzione di finirci.
<<Vattene via, prima che ti mostri com'è fatta una pistola vera!>>
Ringhio contro al ragazzo che non sembra intenzionato a muoversi, anzi, sta guardando un pò troppo Grace e questo non va affatto bene.
Mi avvicino minaccioso a lui e subito il suo sguardo scatta su di me.
<<Ho detto via!>>
Lo spintono un pò e lui lascia la dimora.
Finalmente, pensavo che avrei dovuto ucciderlo per farlo andare via.
Ok, adesso posso concentrarmi sulla fanciulla qui con me.
È letteralmente traumatizzata e scioccata dalla situazione, non sa cosa fare ed è comprensibile si è trovata due sconosciuti in casa e non sa le loro intenzioni.
Bhe le mie sono molto chiare, vorrei prenderla e scoparla in tutte le posizioni possibili e immaginabili, ma questo verrà dopo.

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