Capitolo 9

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Harper

Oggi non sono riuscita ad andare a scuola, non riuscivo ad affrontare tutte quelle persone che mi avrebbero guardata ridendo.
Mia madre non capendo la situazione mi ha dato della scansafatiche, ma io non ci sono andata per un reale motivo non per pigrizia.
Presa dalla noia prendo il telefono e inizio a girare un pò su instagram, diversi video.
Ridacchio vedendo video divertente, poi il mio umore cala per i video tristi.
Improvvisamente però mi soffermo su un video; in questo video una ragazza è sopra un'altra e la prende a schiaffi e le tira I capelli.
Mi soffermo sulla ragazza sopra, molto simile a Grace.
No, impossibile... Grace non è una violenta, lei odia la violenza e tutto ciò che comprende.
Perdo qualche battito quando vedo che la ragazza, che non poteva essere Grace, in realtà è Grace.
O... mio...dio, la ragazza invece che subiva è Erin.
Non so se ridere, provare un senso di orgoglio per avere delle amiche così o chiamare Grace chiedendole spiegazioni.
Non so proprio che fare.
A distrarmi dai miei pensieri è una notifica di un messaggio, mandato da un numero che non conosco.
Apro la notifica stranita.

Dovresti farti valere un pò di più

Chi sei? Come hai io mio numero?

Calmati Signorina, mi "conosci" e io "conosco" te. Stai tranquilla. Volevo solo dirti che puoi tornare tranquillamente a scuola.

Chi sei?

Axel Miller ti dice qualcosa?

Ah bene, il bulletto che picchia le persone senza motivo

Mi aveva mancato di rispetto, non era senza motivo

Gli lascio il visualizzato e spengo il telefono.
Come ha avuto il mio numero? Di certo non sono stata io a darglielo, ma la cosa peggiore è che pure lui sa di ciò che è successo.
Cosa voleva dire con "puoi tornare a scuola tranquillamente"? È possibile che mi ha difesa? Perché dovrebbe farlo?
Sospiro e mi perdo due dita alle tempie.
La testa mi sta esplodendo, troppo cose successe insieme in troppo poco tempo.
Non va bene.
<<Signorina scansafatiche almeno sistemati la stanza, non stai facendo nulla da tutto il giorno!>>
Eccola, sapevo che sarebbe arrivata a rompere i coglioni da lì a poco.
Ormai è troppo prevedibile.
Sbuffo. Mi alzo dal letto e inizio a raccogliere le cose da terra, per poi sistemarle nei propri posti.
Almeno sistemare la stanza mi terrà impegnata a non pensare.
Se continuo a pensare a raffica... finirò sicuramente al manicomio.
Improvvisamente il rumore di una moto mi fa correre vicino alla finestra per vedere chi si è fermato nel nostro vialetto.
Una moto nera, con dei lineamenti verdi scuro e sopra c'è un ragazzo dai capelli neri e il corpo muscoloso.
Oh no... Axel.
Cosa ci fa Axel davanti casa mia? Parcheggiato davanti casa mia?
A raggiungerlo e mia madre è entrambi iniziano a parlare.
Ok, devo sapere cosa sta succedendo.
Mi do una leggera sistemata e scendo, raggiungendo il ragazzo e mia madre.
<<Tutto apposto?>>
Chiedo interrompendo l'argomento tra i due.
<<Certo tesoro, questo tuo gentilissimo compagno ti ha portato gli appunti di Fisica... così non rimani indietro signorinella>>
Mi dice con tono di rimprovero verso i miei confronti, e con uno di ammirazione verso Axel.
Se solo sapessi mamma.
Sbuffo sonoramente.
<<Grazie Axel, non c'era bisogno. Mamma puoi lasciarci due minuti?>>
Mia mamma saluta il ragazzo corvino davanti a lei e torna a passo svelto in casa.
I miei occhi abbandonano la sua figura per riportarli su Axel.
Ok, conta fino a 100.
<<Dimmi tutto piccola>>
Ok, mi sa che contare fino a 100 non servirà a nulla.
Chiudo per un istante gli occhi per poi riportarli su di lui.
<<Mi vuoi umiliare pure tu?>>
Chiedo tutto a un fiato.
<<Che?>>

Colin

Bene, tutti coloro che divevano ridarmi i soldi lo hanno fatto... tutti tranne quel Connor.
Non pensavo che fosse un uomo così con poco onore da tornare dopo anni dalla sua "famiglia" solo per chiedere soldi, ma adesso non mi importa... questi sono fatti loro, a me servono i soldi.
Non mi importa come li avranno, come me li daranno ma li voglio... altrimenti nessuno uscirà vivo da quella casa.
Sbuffo.
Ripenso alla ragazza dai capelli rossicci, gli occhi verdi e il carattere ribelle e comandattente.
È da quando sono stato lì che ci penso, e più lo faccio più mi viene da sorridere vedendo il carattere della ragazza.
Potrei quasi dire che è molto simile a me, ma io sono un mostro... si vede che lei è una brava ragazza.
Potremmo quasi dire ragazza casa chiesa.
<<Intravedo le rotelle del tuo cervello che girano, cos'è successo? A cosa pensi?>>
Mi chiede Elias con un sorriso malizioso.
Porto l'attenzione su di lui.
Cerco di ricordarmi mentalmente la domanda che mi ha posto; ero troppo impegnato a pensare a una certa rossiccia che mi deve dei soldi, suo padre me li deve, e non vedo l'ora di tornare in quella casa.
Non so se è solo per riprendere i soldi, o per vedere pure lei... ma nel dubbio io aspetto con impazienza quel momento.
<<A niente, stai tranquillo. Tu piuttosto... cosa hai fatto oggi?>>
Sposto l'attenzione su di lui.
Il sorriso malizioso che aveva si amplifica.
Bene, almeno ora l'argomento non sono più io.
<<Ho conosciuto una ragazza, o meglio... stavo per investire la ragazza che poi ho conosciuto>>
Modo bizzarro per conoscerci.
Ma conosco bene Elias, a lui non piacciono le cose solite e viste.
Lui ama le novità, cose che la gente non si aspetta.
Stavolta sono io a sorridere.
<<E come ti sei fatto perdonare?>>
Il suo sorriso diventa una risatina divertita.
Ok, mi sa che quella povera ragazza non si libererà più di Elias.
Non l'ho mai visto così per una ragazza, ma può essere anche perché la stava per investire e la situazione era diventata così bizzarra che lo diverte.
<<Diciamo che volevo offrirle qualcosa di piacevole, lei però, mi ha lasciato questo>>
Gira un pò la faccia mostrandomi la guancia un pò rossa.
Stavolta sono io a ridere.
Elias che si fa schiaffeggiare e ridere? Bhe, ogni giorno se ne sente una nuova mi sa.

Grace

Dannata Jonhson e ancora più dannata Erin.
Il preside come punizione ha detto che dovevo stare fuori a accogliere gli studenti che venivano per l'open day, lavoro davvero straziante e noioso.
L'unica cosa positiva è che ora sono sulla strada di casa, perciò niente più accoglienza per l'open day fortunatamente.
Sospiro.
I piedi mi fanno male, la testa mi sta esplodendo e le spalle non reggono più il peso di questo macigno che ho per zaino.
Trovo una panchina nella quale lascio cadere lo zaino sfinita.
Devo riposarmi 5 minuti, altrimenti arriverò a casa morta.
Improvvisamente il telefono vibra, annunciando l'arrivo di un messaggio.
Premo sul numero da cui è arrivato il messaggio, numero mai visto prima.

Non è sicuro per una bella fanciulla come te stare da sola in giro.

Ancora questo tizio? Mi avevano già scritto cose del genere, io li ho sempre bloccati, ma oggi basta.
Voglio sapere una volta e per tutte cosa vuole da me.

Che diavolo vuoi? Chi diavolo sei?

Calmati principessa, non avere paura.
Considerami un ammiratore

Tu non sei un ammiratore, sei uno stalker che è diverso!

È la stessa cosa

Assolutamente no... un ammiratore non terrorizza...

Hai paura di me principessa?

Bhe, non so chi sei e non è la prima volta che mi mandi messaggi del genere e sono sicura che sei lo stesso dei bigliettini!

Però, già mi hai lanciato un bel pò di accuse

Vere!

Staremo a vedere principessa, adesso torna a casa. Troppi ti stanno guardando... compreso il gruppo di ragazzini alla tua destra.

Mi giro di scatto verso la mia destra notando un gruppo di ragazzi che mi guardano e indicano, poi ridono tra di loro.
Non ci vuole un genio a capire che mi stanno prendendo ingiro, non mi stanno guardando per altro.
Sbuffo.
Riprendo il mio zaino pronta a tornare a casa.

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