CAPITOLO 1

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Clarke ripose gli strumenti nella cassettiera d'acciaio e stiracchiò i muscoli indolenziti di collo e spalle. Forse per qualche giorno era il caso di starsene a casa a riposo, invece di andare in giro per locali fino all'alba.

Il cellulare appoggiato su una mensola cominciò a suonare, lo afferrò e rispose senza neanche guardare, continuando a riordinare il suo piccolo studio.

«Pronto?»

«Ciao, disturbo?» la salutò la voce di una sua amica.

«No, dimmi pure.»

«Stasera c'è l'inaugurazione di un nuovo locale a Hollywood, ho due biglietti per l'ingresso, mi accompagni?»

«Ovvio! A che ora ci vediamo?»

«Passami a prendere alle dieci.»

«E la tua auto?» le chiese accigliandosi.

«L'ho prestata a mio fratello.»

«Ok, allora alle dieci da te. A dopo.»

Entrambe chiusero la comunicazione e Clarke si affacciò sulla solea del proprio studio, chiamando il paziente seguente.

All'ora di pranzo raggiunse Raven in un ristorante poco lontano, per mangiare qualcosa insieme.

«Ti ricordi della tipa che lavora alla contabilità?» chiese lei, prima di bere un sorso della sua acqua e limone.

«La nerd?» ribatté l'amica, guardandola negli occhi color cioccolata.

«Non è una nerd, ma una tipa colta» la corresse.

«Guarda che non lo dico in senso dispregiativo. Alcune nerd sono sexy con gli occhiali da vista, e quelle che non sono sexy hanno vagoni di soldi» le sorrise.

Raven strinse gli occhi in due fessure.

«Sei così vergognosamente superficiale.»

Il sorriso di Clarke si allargò.

«Forse, ma di certo scopo più di te. Comunque, cosa volevi dirmi sulla contabile?»

«Mi ha chiesto di uscire con lei.»

«Oh, ma allora si scopa, finalmente!» asserì con entusiasmo.

«Lo spero, ma per far sì che ciò accada, devi aiutarmi.»

«Guardati un porno.»

«Non in quel senso, cretina!» sbottò lei.

«Devi fare da baby sitter a Maggie.»

«Nessun problema. Quando?» domandò, per poi dare un morso al sandwich che aveva ordinato.

«Stasera.»

Clarke la fissò smettendo di masticare.

«Stasera?! Ma ho l'inaugurazione di un nuovo locale ad Hollywood!» disse con la bocca semi piena.

«Le inaugurazioni sono tutte uguali, non potresti rinunciarci almeno stavolta e fingere per una sera di volermi bene?» ribatté, per poi sporgersi verso di lei e abbassare la voce.

«Ho davvero taaaaanto bisogno di farmi una sana cavalcata... ti prego!» la implorò.

Clarke sospirò finendo di masticare, ingoiò il boccone e bevve un sorso d'acqua.

«Ok» si arrese infine.

«A che ora?»

«Dovresti passare a prenderla a scuola alle quattro e tenerla da te stanotte.»

«In pratica non le faccio da baby sitter, ma la sto adottando» borbottò.

«Alle cinque ha gli allenamenti di calcio» le sorrise maliziosa.

A Clarke tornò subito alla mente la bellissima e sexy Lexa.

«Oh... ok!» rispose immediatamente.

«Fantastico! In auto ho la borsa da calcio e quella per la notte.»

«Brutta stronza! Davi per scontato che avrei accettato!»

«So quanto adori me e Maggie... ma soprattutto so quanto trovi arrapante la sua allenatrice di calcio» sorrise sorniona.

******

«È troppo presto» osservò Maggie dopo essere scesa dall'auto.

Clarke prese il suo borsone da calcio e chiuse la macchina.

«Tesoro, so che per tua madre la puntualità è un concetto astratto, ma la zia ti insegnerà che "chi prima arriva, gode due volte".»

«Che?» chiese lei, perplessa, non avendo ovviamente capito.

«Non preoccuparti, in adolescenza ti sarà tutto più chiaro» le sorrise e si avviarono verso il campo da gioco... dove non c'era nessuno. O per lo meno nessuno che potesse interessare a Clarke. In compenso adocchiò subito la bell'allenatrice, la quale stava sistemando dei piccoli ostacoli a forma di cono al centro del campo.

«Gesù, ti ringrazio» mormorò ammirando i bicipiti guizzanti e le gambe toniche, quel giorno tenute scoperte dai pantaloncini corti.

«La coach è già qui!» trillò Maggie.

«La vedo» disse Clarke, mordicchiandosi il labbro inferiore.

«Andiamo da lei» aggiunse la bambina, per poi correre verso il centro del campo, seguita con calma dall'altra.

L'allenatrice salutò la piccola giocatrice dandole il cinque, poi le chiese di andare a prendere la rete piena di palloni.

Nel frattempo era giunta Clarke, la quale tolse gli occhiali da sole e sorrise a Lexa.

«Salve» la salutò amichevole.

«Salve» rispose l'altra, sorridendo a sua volta.

«Non pensavo ti avrei visto anche agli allenamenti, non li trovi noiosi?»

«Noiosi?!» ridacchiò.

«Ti va di scherzare? Ti ho già detto che adoro il calcio.»

«Certo, ma agli allenamenti c'è ben poco da vedere» rispose, fissandola con gli incredibili e bellissimi occhi verdi, schiariti dal sole di quel pomeriggio soleggiato.

«Credo invece ci sia molto da vedere, in più amo constatare di persona se la piccola attaccante migliora» sorrise di nuovo.

«Maggie è un difensore» la corresse l'altra.

«Piccolo lapsus, chiedo scusa.»

Nel frattempo purtroppo cominciarono ad arrivare anche altre bambine e ovviamente gli inopportuni e ronzanti padri e alcune madri.

«Meglio che vada dalle ragazze, tra poco cominciamo con l'allenamento» disse Lexa.

«Ma certo, vai pure... io me ne starò buona buona sugli spalti a guardare da lontano... Maggie, ovviamente» aggiunse.

L'allenatrice sfoderò un sorriso da cardiopalma.

«Ovviamente» dopodiché le voltò le spalle per raggiungere le sue giocatrici.

Clarke fece la stessa cosa per uscire dal campo, ma camminando si voltò un momento indietro e così facendo si rese conto che Lexa aveva fatto la stessa cosa. Si scambiarono ancora un sorriso, poi l'allenatrice si concentrò sul proprio lavoro e Clarke si sedette sugli spalti, pronta a godersi il magnifico spettacolo.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 5 days ago ⏰

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