Clarke passò una mano tra i capelli biondi, tirò un respiro profondo e aprì la porta, trovandosi di fronte gli occhi verdi di Lexa, la quale le sorrise.«Ciao.»
«Ciao» contraccambiò Clarke, per poi farsi da parte lasciandola entrare.
«Bella casa» osservò Lexa guardandosi intorno, infine riportò gli occhi in quelli color azzurro dell'altra.
«Ora che ho visto la tua abitazione, cosa si fa?»
«Ti va qualcosa da bere?» propose Clarke, stando poggiata con la schiena al battente chiuso.
Lexa sorrise accattivante, avvicinandosi.
«E se invece mi facessi vedere cos'hai sotto i vestiti?»
«Che fai, mi rubi le idee?» ribatté l'altra con tono malizioso.
Con una mano l'afferrò per l'orlo della t-shirt e l'attirò contro di sé.
Lexa appoggiò una mano alla porta e la guardò negli occhi inclinando la testa leggermente di lato.
«Cosa ti piace fare?»
«Sono aperta a tutto... o quasi» rispose, per poi sfilare la maglia che indossava.
Lexa fece scorrere lo sguardo sul suo petto tonico ricoperto solo dal reggiseno, fermandosi sui fiori che aveva tatuati su un fianco, in parte coperti dai jeans. Vi passò leggere le dita e Clarke venne percorsa da un brivido di piacere.
«E questi fin dove arrivano?» chiese Lexa, guardandola di nuovo negli occhi.
«Scoprilo da sola... ma prima togliti la maglia» rispose.
L'altra non si fece pregare e sfilò l'indumento gettandolo a terra. Clarke ammirò il suo fisico asciutto e, mordicchiando il labbro inferiore, non resistette alla tentazione di accarezzarlo, sentendolo sodo sotto le dita.
«Dio mio... sei molto meglio di quello che immaginavo» mormorò eccitata.
«Felice di soddisfare le tue aspettative» scherzò Lexa afferrando poi il bordo dei suoi jeans per aprirli.
«E ora vediamo dove finiscono questi bellissimi fiori» sorrise aprendo il primo bottone, poi il secondo e infine tutti gli altri, fino ad aprire completamente la patta.
Si accosciò di fronte a lei e le abbassò l'indumento fino alle caviglie, sfilandolo poi del tutto. Clarke non riuscì a trattenere un sospiro di piacere quando Lexa le accarezzò il suo centro attraverso il cotone del perizoma. Le due si guardarono negli occhi e l'allenatrice avvicinò le labbra al suo sesso che cominciava a bagnarsi, strusciandole contro la stoffa dell'intimo.
Clarke trattenne per un momento il respiro, per poi sospirare di nuovo non appena Lexa afferrò l'elastico del perizoma e lo tirò verso il basso, liberando il suo centro ormai pulsante.
«Oh... ecco dove finiscono» osservò con tono malizioso, guardando i fiori che dal fianco scendevano fino all'inguine.
Partendo dall'alto, con le labbra seguì il percorso del tattoo, scendendo lentamente e facendo fremere Clarke di piacere. Fino a quando non giunse nel punto più nascosto, facendo scivolare la lingua sull'inguine, spostandosi poi lentamente verso le grandi labbra, che leccò e succhiò, prima di dedicarsi al clitoride con dedizione.
«Cazzo» ansimò Clarke poggiando la testa contro la porta, chiudendo gli occhi e gemendo di piacere.
Lexa la stava letteralmente divorando, la leccava e succhiava con un'intensità tale da far girare la testa alla bionda. Intanto portò una mano dietro il ginocchio sinistro di Clarke e alzandole la gamba se la appoggiò sulla spalla, così facendo la espose di più alla propria bocca e andò a leccarla più in profondità, la penetrò con la lingua in modo fastidiosamente lento ed esperto, poi si spostò verso la parte posteriore, riuscendo a lambirla con la lingua vicino alla fessura.
Clarke boccheggiò, poi gemette e mosse i fianchi, spingendoli in avanti e assecondando la lingua di Lexa. Le passò una mano tra i capelli scuri tirandoli un poco, continuando a muovere dolcemente il bacino, mentre l'altra continuava a leccarla al cerchietto di muscoli e con una mano si insinuava dentro di lei masturbandola.
«Basta...» ansimò ad un certo punto.
Lexa si fermò e alzò gli occhi per guardarla in viso. Clarke la fece alzare in piedi e le loro bocche si incollarono come calamite. Mentre si baciavano vennero fatti sparire gli ultimi indumenti che, disseminati a terra, tracciarono il percorso che portava in camera da letto. Ad un certo punto Lexa afferrò l'amante per il sedere e la sollevò da terra schiacciandola contro una parete. Le loro lingue si cercavano vogliose ed i baci si fecero sempre più frenetici e scomposti.
Lexa si strusciò contro Clarke e quest'ultima ansimò sulla sua bocca, stringendosi di più a lei, affondando nei suoi capelli le dita. Le morse il labbro inferiore e l'altra sorrise.
Dopodiché la scostò dalla parete e trovata la camera da letto la spinse sul materasso.
«Lo strap-on» disse, inginocchiandosi tra le sue gambe.
Clarke si sporse verso un comodino e dal cassetto tirò fuori un fallo di dimensioni generose dotato di imbragatura; lo passo a Lexa che lo indosso velocemente. Clarke la senti gemere rauca quando l'altra si infilò parte del giocattolo nel proprio centro voglioso, quel suono la fece eccitare ulteriormente, come se ce ne fosse stato bisogno. Finito di indossarlo afferrò il giocattolo e iniziò a masturbandolo un po'. Lo prese in bocca e simulò un pompino che fece impazzire Lexa. La quale non resistette molto a quella visione e senza troppe cerimonie la fece sdraiare Clarke divaricandole le gambe in modo osceno. Si sdraiò su di lei e la penetrò con un movimento deciso e fluido.
Clarke rimase per un momento senza respiro e si aggrappò alla schiena della compagna; le allacciò le gambe intorno ai fianchi e Lexa cominciò a muoversi dentro di lei, possedendola con foga quasi animale, guardandola dall'alto e abbassandosi di tanto in tanto per torturare i suoi seni prosperosi e strapparle qualche bacio famelico.
Poco dopo le posizioni vennero capovolte e Clarke ancheggiò sopra l'altra, chiudendo gli occhi e reclinando la testa indietro, passando una mano tra i capelli biondi, per poi guardare Lexa negli occhi rivolgendole un sorriso, mentre si umettava le labbra turgide, continuando ad alzare e abbassare i fianchi, con sempre maggior decisione, su quel fallo di silicone che le stava facendo perdere il senno. Clarke si aggrappò al seno di Lexa e distrattamente tra un gemito e l'altro torturo i suoi capezzoli turgidi e duri come sassi. Lexa gemette vogliosa e la spinse di nuovo sulla schiena e si aggrappò al bordo del letto affondando dentro Clarke con tutta la forza che aveva.
Sentì una goccia di sudore scivolarle lungo la schiena e all'ennesima stoccata vide la compagna contorcersi sotto di sé, tendersi come un arco flessuoso e giungere al culmine riversando il suo succo tra i loro corpi sudati. Lexa spinse ancora e ancora, fino a quando anche lei non sentì giungere l'orgasmo; allora uscì dall'altra, si sfilò il giocattolo e fece scontrare i loro sessi senza barriere, spinse con forza fino a che non senti arrivare l'onda arrivare che travolse di nuovo anche Clarke.
Lexa si abbassò sulla sua bocca e la baciò senza fretta, muovendo dolcemente i fianchi contro i suoi, facendo strusciare tra loro i sessi ancora in parte eccitati.
Clarke poi la guardò negli occhi e accennò un sorriso passandole una mano tra i capelli umidi.
«Sei una furia» mormorò languida.
«Tu non sei da meno.»
Di nuovo sorrisero entrambee ripresero a baciarsi sdraiandosi una di fronte all'altra, accarezzandosi avicenda.

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MISS Love
FanfictionClarke è energica, ironica e irriverente. Non ha peli sulla lingua e se una cosa le piace... se la prende! E caso vuole che Lexa le piaccia molto. La bellissima e sexy allenatrice di calcio la colpisce al primo sguardo, e da lì a desiderarla con tut...