Non tutto finisce come dovrebbe.

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La vita  è una tempesta ,
prenderlo in culo è un lampo.


Lexa non staccava lo sguardo dalla cartina, le dita sfioravano le linee dei confini come se potessero rivelarle qualcosa di più di semplici territori. Era stanca. Ogni volta che provava a mettere insieme un piano, la confusione le affollava la mente.

Aden, con l'auto in movimento, si fermò accanto al parcheggio della scuola e si voltò, notando la cartina nelle mani di Lexa. <<Cosa stiamo osservando?>> .

<<La cartina dei territori>> rispose Lexa senza distogliere lo sguardo.

Aden rise piano. <<Ma dai, davvero? E io che pensavo stessi cercando un ristorante.>>

Lexa lo guardò di sfuggita<<Se non sei utile, puoi anche tacere.>>

Aden sorrise di nuovo, questa volta più seriamente.

<<Perché ci mettiamo a osservare la cartina?>>.

Lexa sbuffò, tracciando con le dita la linea del confine.

 <<Punto Primo: Io sto osservando la cartina. 

Secondo punto: ho una sensazione... e non mi piace per niente.>>

Aden la guardò, con un'espressione divertita. <<Non è che hai solo mangiato male? Mortadella e cioccolato insieme suonano abbastanza disgustosi da far pensare a una catastrofe imminente.>>

Lexa fece una smorfia, non del tutto immune al suo humor, ma non si lasciò distrarre. <<Fossi in te, farei meno battute e più attenzione.>>

<<Se colui che mio padre ha ucciso era uno dei Midori, ci attaccheranno sicuramente>> continuò Lexa, alzando lo sguardo dalla cartina.

Aden alzò un sopracciglio<<Tuo padre ha detto che era uno dei Blunt, non dei Midori.>>

Lexa sbatté una mano sul sedile con frustrazione<<Sì, e aveva anche giurato di proteggere il nostro territorio e la nostra gente, eppure guarda dove siamo adesso!>>

<<Non gli credi.>>

<<Certo che non gli credo, Aden!>> esplose, finalmente alzando lo sguardo per guardarlo negli occhi. <<Mio padre ha sempre fatto promesse, ma ha tradito il suo stesso popolo. Dobbiamo assicurare gli abitanti protezione, perché appariamo deboli.>>

Aden incrociò le braccia. <<E ora pensi che i Midori pensano ciò e useranno questo come pretesto per attaccare?>>

Lexa annuì, senza esitazioni.  <<Ne sono sicura. Il fatto che non ci abbiano ancora attaccato è solo perché stanno aspettando il momento giusto.>> 

<<Magari hai bisogno di qualcuno di cui fidarti>> disse Aden.

<<Tipo chi ?>> non era una vera domanda,  solo per distogliere i pensieri.  

Aden indicò con il mento verso l'esterno. 

Lexa si voltò lentamente, seguendo con lo sguardo quello di Aden. La sua attenzione si fissò su Natasha e Adam, che attraversavano il parcheggio, camminando fianco a fianco. La conversazione tra i due sembrava leggera e naturale, ma Lexa non poté fare a meno di notare come l'atteggiamento di Natasha fosse più distaccato del solito, mentre Adam, come sempre, sembrava intento a cercare di suscitare una risata.

<<No.>> la parola uscì con fermezza dalla bocca di Lexa, anche se era più un sussurro rivolto a se stessa che a Aden.

Aden la guardò <<Sei sempre convinta che la solitudine ti rende forte?>>

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