Valencia

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I Midori, come i Krov, avevano sempre ignorato le voci che circolavano nelle strade e nei vicoli oscuri del territorio. Ma quella notizia, quella che i Krov non avevano mai smentito, aveva fatto breccia tra le fila dei Midori: Tom Gray era scappato. Per loro, era diventata un'opportunità, una porta aperta che aspettavano da troppo tempo.

l Generale dei Midori si alzò, il suo volto rigido mostrava sicurezza mentre osservava la mappa del territorio Krov stesa sul tavolo.

<<Quindi si potrà attaccare i Krov e il territorio sarà nostro>> dichiarò, indicando con un dito le zone strategiche che avrebbero conquistato.

<<Non sottovalutare i guerrieri di Tom>> ricordò il Tenente, incrociando le braccia sul petto. <<Combatteranno fino all'ultimo. Sono addestrati per questo.>>

Il capo dei Midori, un uomo dalle spalle larghe e dagli occhi di ghiaccio, lo guardò senza esitare. <<Li schiacceremo.>> La sua voce era gelida. <<Con o senza Tom.>>

Valencia, la figlia del capo, stava ascoltando in silenzio, ma a un certo punto intervenne, incuriosita da una questione che sembrava essere stata trascurata. <<E la figlia?>> domandò, gli occhi scuri che brillavano di interesse. <<Lexa Gray?>>

Il padre rise, quasi divertito dalla domanda. <<Debole e inutile>> rispose con disprezzo, appoggiandosi indietro sulla sedia. <<Non ci darà problemi. Senza suo padre a proteggerla, cadrà come il resto di loro.>>

Valencia incrociò le braccia, mordendosi leggermente il labbro. Non era convinta. <<Siamo sicuri?>> chiese, la sua voce priva del rispetto che normalmente avrebbe riservato al padre. <<Ho sentito che Lexa non è così fragile come pensiamo.>>

<<Le voci sono inutili, Valencia. Lei è solo una ragazza, e questo la rende vulnerabile. Non vale il nostro tempo.>>

Valencia non rispose subito. Si limitò a osservare la mappa per un momento, il volto impassibile. Dentro di sé, però, non era convinta che Lexa Gray fosse così insignificante. Sapeva che le persone sottovalutate erano spesso le più pericolose, e che la forza non sempre si misurava con la brutalità. Una parte di lei sapeva che trascurare anche la più piccola delle minacce poteva essere un errore. Ma suo padre era irremovibile, e lei non aveva ancora la forza di contraddirlo apertamente.

<<Vedremo.>> mormorò sottovoce, abbastanza piano da non essere udita.

Sapeva che, prima o poi, Lexa avrebbe dimostrato se stessa, nel bene o nel male.

Valencia aveva visto Lexa solo poche volte, eppure ogni singolo incontro le aveva lasciato una sensazione di inquietudine. Lexa Gray non era mai sembrata debole, neppure per un secondo. C'era qualcosa in lei, che le faceva dubitare di ciò che il padre continuava a ripetere.

Il capo dei Midori attribuiva la resistenza di Lexa a suo padre, Tom Gray. Per lui, era scontato che l'unico motivo per cui la ragazza fosse ancora in piedi fosse l'ombra di quel padre temibile. Valencia non riusciva a crederci del tutto. Ogni volta che incrociava lo sguardo di Lexa, sentiva che c'era altro, qualcosa che non aveva niente a che fare con la protezione di Tom.

Era una sensazione Lexa non sembrava il tipo di persona che si nascondeva dietro le spalle di qualcuno, nemmeno del padre più potente. Valencia lo percepiva dal suo atteggiamento, nel modo in cui guardava il mondo attorno a sé, come se lo tenesse sempre sotto controllo, come se fosse pronta a combattere da sola in ogni momento.

Forse non è mai stato Tom Gray a proteggerla pensò tra sé Valencia, mentre osservava la mappa davanti a suo padre, ancora perso nei suoi piani di conquista. Forse è Lexa stessa la sua protezione.

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