LAMINE
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Ero seduto a cena con Aitana, la ragazza con cui avevo iniziato a vedermi nelle ultime settimane. Era una serata tranquilla, in cui cerchi di dimenticare i pensieri complicati e concentrarti su quello che hai davanti. Con noi c'erano anche Nico e la sua ragazza. Eravamo in un ristorante vicino alla spiaggia, un posto con tavoli di legno e una vista che dava direttamente sul mare.Aitana mi raccontava dei suoi piani per l'estate prossima, di come voleva tornare a Ibiza, dove aveva passato delle estati bellissime. Diceva che le piaceva l'idea di tornare nei posti dove aveva tanti ricordi e io cercavo di mostrarmi interessato, annuendo e facendo qualche domanda qua e là. Non c'era niente di sbagliato in lei. Era carina, gentile e con lei tutto sembrava semplice, senza complicazioni. Ma non potevo fare a meno di sentire che qualcosa mancava.
Dopo cena, decidemmo di fare una passeggiata sulla spiaggia. Nico e la sua ragazza camminavano qualche passo più avanti, mano nella mano, mentre io e Aitana restammo un po' indietro. Aitana si stringeva un po' nella giacca leggera e io le chiesi se avesse freddo, offrendole il mio braccio per riscaldarsi. Lei sorrise, accettando con un gesto timido.
Mentre camminavamo, la musica cominciò a diffondersi nell'aria. Proveniva da uno dei bar sulla spiaggia, che aveva le luci accese e qualche persona che si muoveva a ritmo di musica. La canzone era Fiebre di Bad Gyal, una di quelle che avevo sentito un'infinità di volte durante l'estate. Era una canzone che associavo a tante notti passate con gli amici, ma soprattutto a una notte in particolare, quella in cui avevo visto Ayda per la prima volta.
Mi ricordai di quella sera come se fosse ieri. Ero in discoteca, un po' trascinato lì controvoglia da Sohaiib, ma poi avevo notato Ayda che ballava in mezzo alla pista. I suoi movimenti seguivano perfettamente il ritmo della musica, come se quella canzone fosse fatta apposta per lei. Ricordo che non riuscivo a staccarle gli occhi di dosso, come se fosse l'unica persona al centro di tutto. E mentre camminavo accanto ad Aitana, quella scena tornò a galla nella mia mente e mi colpì un senso di nostalgia improvviso, quasi doloroso.
Mi resi conto che, nonostante tutto, pensavo ancora ad Ayda. Mi mancava, anche se non volevo ammetterlo nemmeno a me stesso. Forse mi mancava l'idea di lei, il modo in cui mi faceva sentire speciale, diverso. Ma allo stesso tempo, sapevo che non avesse senso continuare a pensare a lei. Ogni volta che avevo provato a contattarla negli, non aveva mai risposto ai miei messaggi. Mi era sempre sembrata distante, come se non volesse più avere nulla a che fare con me. Non rispondere era il suo modo di farmi capire che tra noi non ci fosse più niente, e forse non c'era mai stato davvero.
Continuavo a guardare Aitana, che camminava accanto a me e parlava di qualcosa legato al suo lavoro. Cercavo di concentrarmi su quello che diceva, di non lasciarmi trascinare dai pensieri. Mi dicevo che forse era meglio così, che Ayda non voleva quello che io desideravo, che non c'era mai stata la stessa intenzione da entrambe le parti. Non potevo continuare a rincorrere qualcuno che non mi voleva nella sua vita. E Aitana, anche se non aveva quella scintilla che avevo visto in Ayda, era qui, accanto a me, interessata a conoscermi, a passare del tempo insieme.
Mi fermai per un attimo a guardare il mare, con la musica che continuava a suonare in sottofondo. E mentre guardavo le onde muoversi sotto la luce della luna, presi un respiro profondo e cercai di mettere da parte quella sensazione di mancanza che mi stringeva il petto. Mi voltai di nuovo verso Aitana e le sorrisi, cercando di tornare al presente, a quello che stava succedendo in quel momento. Le chiesi di raccontarmi di più dei suoi progetti, del viaggio che voleva fare.
Decisi che, almeno per quella sera, avrei provato a lasciarmi andare. Mi ripetevo che era giusto così, che forse era ora di voltare pagina per davvero. Ayda aveva fatto la sua scelta e io dovevo fare la mia.
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𝐅𝐢𝐞𝐛𝐫𝐞 || Lamine Yamal
Fanfiction𝐈𝐧𝐬𝐭𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 𝐚𝐧𝐝 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞 - Lamine era in discoteca, appoggiato al bancone, quando vide una ragazza che ballava e i suoi movimenti lo catturarono subito. C'era qualcosa in lei, nel modo in cui si muoveva e sorrideva, che lo colpì p...