AYDA
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Ero seduta sul divano a casa di Paula avvolta in una coperta morbida. Quel pomeriggio era come tanti altri passati insieme, in cui ci rilassavamo senza fare nulla di particolare, godendoci il tempo tra amiche. La TV era accesa su una serie che avevamo già visto mille volte e ogni tanto qualcuno buttava lì un commento, ma nessuna di noi era veramente concentrata su quello che succedeva sullo schermo. Fuori, il cielo era di un grigio tenue ma la luce entrava comunque attraverso le tende, riscaldando un po' la stanza.Paula era sdraiata sulla sua poltrona preferita, con il telefono tra le mani e Josie stava preparando la terza tazza di tè in cucina, come sempre quando volevamo passare un pomeriggio di chiacchiere tranquille. Stavo pensando ai fatti miei, cercando di non pensare troppo a Lamine e alla serata allo stadio, quando all'improvviso Paula alzò lo sguardo dal telefono e mi fissò con un'espressione curiosa.
"A proposito, Ayda" disse con quel tono diretto che aveva sempre quando voleva sapere qualcosa, "ma tu come lo conosci Lamine Yamal? E perché sei andata allo stadio a vedere la sua partita?"
Mi sentii subito un po' a disagio. Non mi aspettavo che mi chiedesse di Lamine e non avevo davvero voglia di spiegare tutto nei dettagli. Paula era una di quelle persone che non si accontentava di risposte vaghe e sapevo che avrebbe cercato di farmi parlare. Cercai di sembrare disinvolta e feci spallucce, sperando che la mia risposta potesse bastarle. "Oh ci conosciamo da un po'. Lamine è un bravo ragazzo, è gentile. Pensavo solo di fargli una sorpresa andando a vederlo giocare."
Paula continuava a guardarmi come se volesse sapere di più ma io non dissi altro. Sapevo che non avrebbe lasciato perdere facilmente ma non ero pronta a spiegare tutte le ragioni che mi avevano portata allo stadio. Non era nemmeno chiaro nella mia testa, quindi come potevo spiegarlo a lei?
Per fortuna, proprio in quel momento, Josie rientrò in salotto con un vassoio e tre tazze fumanti. Si sedette accanto a me sul divano e ci passò le tazze, poi ci guardò con un sorriso curioso. "Di cosa state parlando?" chiese, soffiando sul suo tè per raffreddarlo un po'.
"Di Lamine Yamal" rispose Paula, sempre con quel tono indagatore. "Ayda lo conosce ed è andata a vedere la sua partita, ma non vuole raccontarmi molto."
Josie si illuminò subito, come se avesse appena avuto un'idea. Si girò verso di me, i suoi occhi brillavano di entusiasmo. "Senti" disse, quasi saltando dal suo posto sul divano "visto che conosci Lamine, magari potresti farmi conoscere Alejandro!"
La guardai, sorpresa dalla sua uscita improvvisa. "Alejandro?" ripetei, cercando di capire a cosa si stesse riferendo. Non conoscevo bene i compagni di squadra di Lamine, quindi il nome non mi diceva molto. "Chi è Alejandro?"
Josie fece un sorriso complice e si sporse un po' verso di me, come se mi stesse confidando un segreto. "È uno dei compagni di squadra di Lamine! L'ho visto qualche volta alle partite e mi sembra un tipo interessante. Ha quell'aria misteriosa, ma è sempre sorridente. Insomma, mi incuriosisce e mi piacerebbe conoscerlo meglio."
Rimasi un attimo a guardarla, ancora perplessa, cercando di capire perché Josie fosse così entusiasta. Non mi aspettavo di dover parlare di un ragazzo che non conoscevo nemmeno. "Ah, capisco però non so se conosco abbastanza Lamine per chiedergli una cosa del genere" risposi con un mezzo sorriso, cercando di non spegnere troppo il suo entusiasmo. "E poi non so neanche se Alejandro si ricorda di me, anche ammesso che mi abbia notata."
Josie scrollò le spalle, come se la cosa non la preoccupasse affatto. "Ma no, dai, non preoccuparti! Se riesci a chiedere a Lamine di organizzare una serata, tipo una cena o qualcosa del genere, magari tutti insieme, io posso presentarmi e vedere com'è Alejandro. Tanto a te Lamine sembra simpatico, no? Non sarà un problema chiederglielo, vero?"
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𝐅𝐢𝐞𝐛𝐫𝐞 || Lamine Yamal
Fanfiction𝐈𝐧𝐬𝐭𝐚𝐠𝐫𝐚𝐦 𝐚𝐧𝐝 𝐫𝐞𝐚𝐥 𝐥𝐢𝐟𝐞 - Lamine era in discoteca, appoggiato al bancone, quando vide una ragazza che ballava e i suoi movimenti lo catturarono subito. C'era qualcosa in lei, nel modo in cui si muoveva e sorrideva, che lo colpì p...