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LAMINE

Ero in discoteca, appoggiato al bancone con il mio migliore amico, Sohaiib. Mi aveva praticamente trascinato lì quella sera, convinto che uscire mi avrebbe aiutato a distrarmi.
Continuava a ripetermi che dovevo smetterla di pensare al fatto che la mia ex mi avesse tradito.

"Lamine, devi lasciartelo alle spalle, non vale la pena pensarci. Sei qui per divertirti, non per farti rovinare la serata" diceva, cercando di farmi sorridere. Era quel tipo di persona che non accettava vederti affondare anche a costo di trascinarti in una discoteca quando l'unica cosa che desideri è restare in silenzio.

La verità, quella più amara e difficile da ammettere, è che a me non importava tanto del fatto che lei mi avesse tradito. Ci avevo fatto pace con quella realtà, quello che mi faceva stare male, quello che mi bruciava dentro come una ferita aperta era che ora lo sapessero tutti.

Mi dava fastidio essere al centro dei pettegolezzi, il tipo di cui si parla alle spalle, il bersaglio di sguardi pieni di compassione. Mi sentivo esposto. Ogni volta che camminavo per strada o entravo in un locale, mi sembrava di essere giudicato, come se ogni persona sapesse perfettamente cosa era successo e stesse lì a godersi lo spettacolo.

Mentre Sohaiib continuava a parlarmi, spiegandomi per l'ennesima volta che dovevo solo dimenticarmi di tutto, il mio sguardo si perse tra la folla.

Fu allora che la notai.

In mezzo alla pista, c'era una ragazza che ballava. Era incredibilmente bella. Non era come le altre, non stava cercando di attirare l'attenzione con mosse provocanti o con sguardi maliziosi. Lei sembrava semplicemente essere parte della musica, come sei ogni nota fosse creata per i suoi movimenti.

I suoi movimenti erano leggeri e naturali, come se la musica fosse fatta per lei. Ogni passo sembrava perfetto e il suo sorriso illuminava la pista. Non riuscivo a distogliere lo sguardo, era come se tutto il resto fosse sfocato e lei fosse l'unica persona al centro di tutto.

Mi sentii improvvisamente attratto da lei, senza nemmeno sapere il perché. Non era soltanto la sua bellezza, che pure era innegabile. Era come se sembrasse parlare direttamente alla parte più nascosta di me, quella che per settimane aveva cercato di fuggire dal dolore e dalla vergogna. Era come se tutto il resto – persino il discorso di Sohaiib – fosse diventato irrilevante.

Sohaiib, notando che non lo stessi più ascoltando, seguì il mio sguardo e capì subito cosa mi aveva distratto. Si fermò per un attimo, poi mi diede una leggera pacca sulla spalla e disse, con un mezzo sorriso: "Quella lì, eh? Sembra che ti abbia incantato." Mi guardò, poi aggiunse: "Se vuoi un consiglio, vai a parlarci. Non aspettare troppo, probabilmente non la vedrai più se non lo fai ora."

Esitai per un attimo. Mi guardai intorno, cercando una scusa per non agire, per non espormi ancora una volta alla possibilità di essere rifiutato.

Ma dentro di me sapevo che Sohaiib avesse ragione. Se non avessi fatto quel passo, l'avrei rimpianto per molto tempo. Ogni occasione che non cogliamo resta lì, sospesa nel tempo, un ricordo di ciò che non avrebbe potuto essere.

Il cuore mi batteva forte mentre pensavo a cosa dire, come avvicinarmi senza sembrare un imbranato o, peggio, un disperato. Ma c'era qualcosa in quella ragazza che mi dava pace, come se fosse l'antidoto perfetto a tutte le mie paure.

Respirai profondamente e mi staccai dal bancone. "Torno subito." dissi a Sohaiib, che mi fece un segno di approvazione. Poi senza pensarci troppo mi incamminai verso di lei.
























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AYDA

Ero in discoteca, come ogni sabato sera, persa nella musica. Ballare era il mio modo di staccare da tutto, un momento in cui potevo essere completamente me stessa senza pensare a niente. Le luci illuminavano il locale e io mi lasciavo andare al ritmo della musica. Era uno di quei momenti in cui mi sentivo davvero libera, senza pensieri.

𝐅𝐢𝐞𝐛𝐫𝐞 || Lamine Yamal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora