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AYDA

   Ero allo stadio, seduta in tribuna, con le urla dei tifosi che rimbombavano ovunque. Pablo aveva voluto che venissi a vederlo giocare, soprattutto perché quella sera era speciale per lui: tornava in campo dopo un lungo infortunio. Mi aveva mandato messaggi per giorni, dicendomi che sarebbe stato divertente e che non potevo perdermelo. All'inizio ero titubante. Sapevo che Lamine sarebbe stato lì e l'idea di incontrarlo dopo tutto quello che era successo non mi entusiasmava affatto.

Alla fine, eccomi qui, in tribuna, cercando di ignorare il battito accelerato del mio cuore. Dopo aver salutato Pablo e avergli augurato buona fortuna, mi ero seduta tra i tifosi, osservando la squadra che si riscaldava in campo. Sapevo che presto o tardi i miei occhi avrebbero incrociato quelli di Lamine. E infatti accadde.

Mentre la squadra si preparava a iniziare, i miei occhi vagarono sul campo e, inevitabilmente, incontrai lo sguardo di Lamine. Il suo volto cambiò immediatamente espressione. Mi guardò con sorpresa e subito dopo vidi un velo di delusione nei suoi occhi. Quel piccolo istante in cui ci guardammo mi fece provare una strana sensazione. Era come se, per un momento, tutta la folla intorno a noi scomparisse.

Ma subito dopo mi ricordai perché ero lì. Non era per lui. E non avrei dovuto sentirmi in colpa. Dopo tutto, era stato lui a creare questa distanza tra di noi. Mi ero ripetuta mille volte che non dovevo fare il primo passo. Se c'era qualcuno che doveva muoversi, quello era lui.

Mentre la partita iniziava, cercai di distogliere lo sguardo da Lamine e di concentrarmi sul gioco. Ogni tanto, però, i miei occhi lo cercavano, quasi contro la mia volontà. Era ovvio che stesse dando il massimo, come sempre. Lamine era uno di quei giocatori che riuscivano a catturare l'attenzione di tutti e quella sera non faceva eccezione. Poco dopo, arrivò un momento decisivo: Lamine ricevette la palla sulla fascia e con la sua solita eleganza superò due difensori come se fosse la cosa più facile del mondo. Poi fece un passaggio perfetto, un assist che portò al gol. I tifosi esplosero in applausi e grida e anch'io mi trovai a sorridere.

Ma appena i cori dei tifosi si placarono, il mio sorriso svanì. Tornai a pensare a Lamine e a come le cose tra di noi fossero andate storte. Aveva fatto quel bellissimo assist ma dietro la sua performance c'era una tristezza che riuscivo a percepire, anche da lontano. Ero sicura che fosse legata a noi, a tutto quello che non avevamo mai affrontato davvero.

La partita proseguiva e la nostra squadra dominava sul campo. Alla fine, la partita terminò con una vittoria: 5-1. Guardai i giocatori che si avvicinavano agli spalti per salutare i tifosi. Lamine era tra loro e per un momento pensai che potesse cercare un'occasione per parlarmi. Ma non lo fece. Si limitò a salutare i tifosi, con quel sorriso forzato che avevo notato già prima. Il pubblico lo adorava ma io riuscivo a vedere oltre quella facciata.

Mentre la folla iniziava a disperdersi e i tifosi lasciavano lo stadio, mi ritrovai a riflettere. Avevo passato giorni a chiedermi se fosse stata la decisione giusta non rispondere ai suoi messaggi, ma ogni volta mi ricordavo che lui aveva scelto di andare avanti con un'altra persona. Vederlo deluso oggi mi aveva fatto venire dei dubbi ma mi ripetevo che dovevo essere forte. Se davvero voleva fare pace, doveva essere lui a cercarmi.























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LAMINE

  Ero completamente soddisfatto. Quella vittoria per 5-1 contro il Sevilla era esattamente ciò di cui avevamo bisogno e il fatto di aver contribuito con un assist mi faceva sentire parte di qualcosa di grande. Era stata una partita intensa, con i tifosi che ci sostenevano a ogni azione. Si respirava un'aria di festa nello stadio, ma io non riuscivo a togliermi un pensiero dalla testa: Ayda.

𝐅𝐢𝐞𝐛𝐫𝐞 || Lamine Yamal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora