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Había muchos tipos
pero a ti te vi el primero


LAMINE

   L'allenamento stava per finire. Il mister ci aveva fatto correre fino allo sfinimento ma in fondo sapevo che ci facesse bene. Eravamo tutti stanchi, con quella stanchezza che ti fa sentire vivo, sapendo che dopo, finalmente, ci sarebbe stato il meritato relax. Ci siamo riuniti in cerchio, riprendendo fiato, mentre il sudore ci colava giù per la faccia e i muscoli bruciavano. 

"Allora, ragazzi, cosa facciamo stasera?" chiesi, guardandoli uno per uno. Volevo fare qualcosa di diverso, un'idea mi frullava in testa. "Che ne dite di andare a ballare?" 

Héctor mi guardò subito storto, scuotendo la testa. "Ma se a te le discoteche non sono mai piaciute!" esclamò, come se mi avesse smascherato. 

Rimasi sorpreso. Non era vero, anzi, l'idea di andare a ballare non mi dispiaceva affatto, quella sera in particolare. "Ma quando l'ho detto?" risposi ridendo, cercando di sdrammatizzare. Ero consapevole del fatto che forse non ero mai stato un tipo da discoteche, ma quel giorno, beh, la verità è che c'era un motivo in più che mi spingeva a voler andare.

Fermín colse subito l'occasione. Non aspettava altro. Si avvicinò con quel suo sorrisetto furbo e mi puntò addosso il dito, come se avesse già capito tutto. "Lamine, ammettilo! Vuoi andare a ballare solo perché hai visto quella ragazza l'altra volta! Sohaiib ci ha detto tutto!"

Le sue parole fecero ridere tutti ma io mi sentii preso in contropiede. E non tanto perché l'aveva detto ai ragazzi , ma perché aveva ragione. Quella ragazza, l'avevo notata eccome. Non riuscivo a togliermela dalla testa da quella sera in discoteca. I suoi occhi, il suo sorriso, c'era qualcosa in lei che mi aveva colpito, senza che me ne rendessi conto.

"Che stai dicendo?" risposi, cercando di sembrare il più naturale possibile ma sentivo che il rossore mi stava già salendo sulle guance. "Non c'entra niente la ragazza, voglio solo divertirmi!" 

Fermín non mollava, continuava a ridere e a sfottermi, mentre gli altri si univano a lui. "Sì, sì, certo! Tutto un caso, no? All'improvviso ti viene voglia di andare in discoteca proprio dopo aver visto quella ragazza."

Cercavo di mantenere il controllo, ma sapevo che più cercavo di negare, più avrei dato loro motivi per prendermi in giro. E poi, diciamocelo, era vero. Ci eravamo scambiati qualche parola e poi era sparita tra la folla. E ora avevo questa voglia di rivederla, sperando di avere una seconda occasione.

Pablo, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, mi guardò con quel suo sorrisetto che già conoscevo. Si avvicinò al gruppo, sedendosi vicino a Pedri e con un sorrisetto disse: "Io ci andrei perché so che Lamine spera di rivederla."

Il colpo fu inaspettato. Tutti si girarono verso di me, ridendo ancora più forte. Pablo aveva colto nel segno e lo aveva fatto senza neanche pensarci due volte. Mi guardava con quel sorriso complice, come se stesse dicendo: "Lo sappiamo tutti, amico."

Cercai di difendermi ma in quel punto ero completamente fregato. "Ma che state dicendo, dai!" provai a rispondere, alzando le mani per arrendermi. "Non è così, davvero, voglio solo andare a divertirmi, punto."

Ma Fermín, come sempre, non mi lasciò scappare. "Oh, certo! Vuoi solo divertirti e magari, per caso, rivedere quella ragazza, eh?" disse ridacchiando. Poi, facendo una smorfia teatrale, aggiunse: "Dai, ammettilo, Lamine. Ci siamo passati tutti."

Sentivo il calore salirmi alle guance e sapevo che più cercavo di negare, più loro si divertivano. E Pablo, con quel suo colpo ben piazzato, aveva appena fatto crollare tutte le mie difese. La verità era che quella ragazza mi aveva davvero colpito. Era una di quelle persone che ti restano impresse anche senza aver detto una parola. La sua presenza, il modo in cui si muoveva tra la folla, il sorriso che mi aveva lanciato. Tutto mi aveva lasciato con la sensazione che dovessi rivederla.

𝐅𝐢𝐞𝐛𝐫𝐞 || Lamine Yamal Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora