Capitolo 2: E non so come uscire da questa situazione (10%)

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Quella mattina Seam aveva dovuto praticamente correre per arrivare al "Cafè Osmanto". Claude, accidenti a lui, le aveva chiesto una consegna extra ALL'ALBA, ma era talmente ben pagata che la ragazza non aveva potuto dire di no. Quindi via, di nuovo dai Delriver, e poi via di nuovo, a corsa verso la scuola.

Arrivò in ritardo, nonostante gli sforzi, ma non trovò tutti già intenti a lavorare su degli striscioni di protesta, come aveva creduto. I banchi erano stati ammucchiati contro le pareti, e al centro della stanza campeggiava un corridoio di paraventi, tirati fuori da chissà dove.

«Seam, giusto in tempo!» la accolse Aaron, che in un attimo fu da lei per tirarle praticamente in faccia qualcosa.

Seam sbatté le palpebre, arretrando di un passo per poter vedere cosa l'altro stesse tenendo davanti a lei.

Era un vestito.

Un vestito che persino a lei sembrava bello, e che certamente costava più di tutto il suo armadio messo insieme, e forse anche più della retta scolastica a pieno prezzo. Era bianco, come il cappello che stava indossando in quel momento, ma lì finivano le somiglianze con qualsiasi cosa portasse.

Aaron fece ondeggiare il capo e le sue morbide maniche semi-trasparenti ondeggiarono assieme alla gonna di un delicato color arancione, che si apriva come i petali di un fiore rivelando un altro stato di tessuto più corto, di nuovo bianco, al di sotto.

«È per te?» domando perplessa Seam.

«Tutt'altro!» gongolò Aaron.

La testa di capelli biondi, e stranamente disordinati, di Emrys fece capolino al di là del paravento di destra.

«Bentornata Seam», la saluto, sporgendosi un po' di più, e rivelando come avesse in quel momento indosso un completo color crema e lavanda, con bottoni d'argento non ancora ben allacciati.

«Ciao Emrys. Siamo stati invitati a una festa e non lo sapevo?» domandò la ragazza, sempre più confusa.

«Esattamente!» Aaron rise. «La festa del ventesimo compleanno di Claude! E, sorpresa sorpresa, parteciperai anche tu. La sorpresa più grossa naturalmente l'avrà lui, quando nessuno dei suoi bei fuochi andrà a illuminare la volta celeste di primavera...»

A quel punto, le fu spiegato il piano, al quale lei non poté che reagire con: «Vuoi sabotare la festa dall'interno?!» 

«Precisamente. Non tutta la festa però, il nostro obbiettivo sarà semplicemente quello di impedire che i fuochi scoppino», sorrise Aaron, evidentemente fiero del suo piano. Stava ancora tentando di mettere il vestito nelle mani di Seam, che continuava a rifiutarsi di prenderlo.

«E per fare questo vorresti che tutti noi ci travestissimo da ricconi, e che distraessimo la gente che è lì?! ... e piantala di mettermi in faccia questo vestito! Ho camminato fino a ora, sono sudata, puzzo, e comunque quel coso è troppo lungo e stretto per starmi!» Seam arretrò ancora.

Aaron abbassò appena il vestito, gettando un'occhiata al corpo sin troppo magro di Seam.

«Sei persino meno del giusto peso», scosse la testa. «Però è vero che sei proprio bassa. Sei persino più bassa di Emrys!»

Emrys non disse nulla, ma tornò a sparire dietro il paravento. Seam desiderò tirare un calcio al capo dei "Cavalieri dello spuntino gratuito".

«Ma non è un problema, possiamo far aggiustare la lunghezza dalle sarte», aggiunse allegramente Aaron.

«Il problema sarà farmi passare per qualcun altro! Ma ti paio il tipo da poter passare per una bella nobildonna? E poi Claude mi conosce, come credi che potrebbe non accorgersi che sono lì?!» domandò ancora Seam, esasperata.

Il Desiderio dell'OsmantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora