Capitolo 15: Una regola d'oro, parte 2 (14%)

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«Delearth! Pssst, Delearth!» Howl lanciò un altro sassolino alla sua finestra.

«Mi spieghi perché stiamo facendo questo?» domandò Claude, totalmente nervoso.

Erano andati alla residenza Delearth su richiesta di Howl, che aveva sentenziato come avrebbe dovuto salutare almeno lui, e non apparire di colpo e basta alla sua festa.

Una linea di pensiero decisamente ragionevole; irragionevole, e insensato, era stato invece quando Howl l'aveva tirato giù della macchina mentre questa era ferma per far passare uno scoiattolo, si era nascosto con lui negli scolpiti cespugli, e aveva infine fatto il pezzo mancante di strada con lui... a piedi.

«Non possiamo comportarci in questo modo! Si può sapere cosa ti prende?» sibilò Claude, cercando di fermarlo dal lanciare l'ennesimo sassolino.

Giusto, Howl era stato in effetti un bambino timido, con gli estranei, ma con lui... be', era stata quasi sempre colpa di Howl quando finivano per cacciarsi nei guai.

Si erano divertiti, certamente, ma adesso erano adulti! Non potevano farsi scoprire a tirare sassi alla finestra della camera da letto del giovane Delearth!!!

Per fortuna riuscì a bloccarlo in tempo, altrimenti probabilmente avrebbe preso Emrys in faccia con l'ultimo sassolino.

Emrys aveva infatti tirato fuori la testa dalla finestra, con aria sia un po' timorosa che un po' incuriosita.

«Chi c'è?» domandò, non potendo ovviamente vederli. La sua voce era stata abbastanza alta da far sussultare Claude, che si guardò rapidamente attorno per controllare che non stesse arrivando nessuno.

«Claude Deltower e l'appena tornato Howl Eltower, al vostro servizio» annunciò Howl.

Claude avrebbe voluto strangolarlo.

«Perdonaci Emrys, Howl ha pensato che fosse più divertente chiamarti così invece che essere annunciati, anche se non ne capisco il motivo», Claude strinse gli occhi, sentendo il mal di testa incombere.

«Emrys è praticamente un nostro coetaneo, avremo tanto tempo per essere ingessati dopo», rispose Howl.

Emrys rise, quantomeno quello era un buon segno: «Avevo sentito un po' di confusione in casa, in effetti, Eric sembrava agitato. Salite pure dalla scala segreta, la attiverò per voi».

Le belle piante rampicanti che decoravano i muri della residenza si spostarono, come per magia, lasciando intravedere una scala al di sotto, scala che si fece sempre più definita. Era una bella scala solida, usata un tempo per gli incontri segreti... una volta doveva essere una banale scala di corda o simili, e Claude tremava al pensiero di come fosse scalarla. Le scale che le avevano rimpiazzate erano moderne, e avevano due meccanismi: uno per emergere, e uno per spaccarsi a metà, così da buttar giù eventuali intrusi, ovvero chiunque non appartenesse alla cerchia di fiducia dei Delearth.

Le scale funzionavano a tocco, un riconoscimento che era ben familiare a Claude. Per fortuna lui era nella cerchia di fiducia dei Delearth, Howl non lo era ancora dal momento che era stato adottato troppo di recente nella famiglia, ma salendo per primo Claude avrebbe "garantito per lui" e la scala avrebbe accettato la sua presenza.

Quel mezzo di sicurezza era davvero molto importante, Claude sapeva bene che la dimora dei Delearth aveva una grande quantità di scale segrete, sia interne che esterne.

Claude salì, sebbene senza troppa gioia, la scala, sentendo Howl che lo seguiva. Scavalcò agevolmente la finestra di Emrys, entrando direttamente in camera sua.

E finendo per inciampare in un cuscino.

Non cadde, ma per poco, dato che nel procedere calpestò un altro cuscino.

Il Desiderio dell'OsmantoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora