Tornai a casa stanca morta... a lavoro ho badato come sempre a Dylan ma oggi è stato davvero faticoso...
Il mio ragazzo come sempre si trovava sul divano, con la sua solita birretta, a guardare la TV con i piedi stesi sul tavolo.
Mi dava urto, non aiutava mai in casa e la spiccava sempre.
Mi tolsi il giubbotto, appendendolo all'appendi abiti, posai le chiavi nel portachiavi e misi apposto le scarpe."Amore...hai preparato la cena?"
Dissi con molta gentilezza per non farlo arrabbiare."No, ti pare che sono una donna!?, sei cieca? NON SAI FARE PROPRIO UN BEL NIENTE, sei patetica"
Rimasi immobile a guardarlo... ero davvero... stupita, anzi colpita, ma non in senso positivo...
"Ma che razza di problemi hai!?, fammi da mangiare che ho fame"
***
"Andrea..."
"Cosa stai facendo?"
Non capivo, era girato di spalle e neanche mi guardava ma improvvisamente si girò, il mio cuore accellerò.
Ricevetti uno schiaffo.Uno schiaffo...
Da lui... Andrea...
Il mio ragazzo...Mi coprì immediatamente il volto.
Le lacrime iniziarono a scendere...Mi diede un altro schiaffo...
Ancora, ancora..."Mi fai schifo, aveva ragione tua madre, sei proprio una nullità"
Mi accovacciai perterra prendendomi le gambe, appoggiando la schiena sul mobile della cucina.
Non capivo cosa stava succedendo...
Piansi, tanto.
Non voglio che succeda dinuovo questo..."Andrea fermo! Mi fai male!"
Non riuscivo più a riconoscerlo, quel ragazzo tanto dolce e comprensivo, ora si trovava davanti a me, con il volto nero dalla rabbia e dai gesti aggressivi.Mi diede un calcio allo stomaco.
Mi racchiusi in me stessa, cavolo, questo faceva male."A-andrea..."
"Uh-..."
Sto iniziando a vedere nero...
Il mio corpo non riesce più a reagire...
"F-f-er-"
Sentii la testa cascare,i miei occhi si chiusero, i suoi passi farsi sempre più lontani, la porta aprirsi e chiudersi in maniera brusca, emettendo un tonfo nella stanza.***
Driin!
La sveglia suonò, dovevo andare a lavoro...
Ero ancora stesa atterra con un male atroce allo stomaco, la casa era in disordine con un odore di birra.Non riesco neanche ad elaborare le cose che sono successe ieri notte...
Il mio ragazzo, lui, mi ha fatto del male?
Io...io non ho idea, perché lo ha fatto?Mi alsai con molta fatica, mugulando per il dolore...
Mi accorsi che ancora ero vestita con gli stessi panni della sera precedente quindi andai subito in camera da letto trovando nuovi panni puliti...
Entrai nella doccia, accorgendomi dei grossi lividi violaci sprarsi tra il mio corpo causati dai calci...
Aia...fanno male...Non ci pensai molto, non volevo, non volevo realizzare che Andrea non era più uguale a prima, non riuscivo.
Mi feci una doccia veloce, mi asciugai i capelli e misi un po di trucco per nascondere i piccoli graffi che mi erano stati causati sul collo.
Io...io non...
Non so cosa fare... dovrei parlarne con lui?... non è che dopo si arrabbiata dinuovo?... ho paura...
Adesso non ci voglio pensare, non è stato bello...Accesi la macchina e partii...
Arrivai dopo qualche minuto a casa della signora Gray..."Buongiorno Evelyne"
Lei mi guarda, con il suo solito sguardo, mi perfora l'anima.
Non riesco a sostenerlo, non c'è la faccio, non c'è la faccio dopo quello che è successo ieri, sono stanca, abbattuta... ho paura che capisca qualcosa che non dovrebbe sapere...
Non riesco neanche a risponderle, è come se la mia bocca fosse cucita...
Le feci un timido sorriso, spero che capisca che lo ho fatto per ricambiare il suo buongiorno..."Entra..."
Non feci in tempo a levarmi il giubbotto che lei scomparve dalla mia vista...
Camminavo per la casa, in cerca del suo sguardo, ma non la trovai...Mi girai all'improvviso, sentendo una figura alle mie spalle, indovinate chi era?
Sussultai dalla paura... non mi sono mai piaciuti gli scherzi...mi hanno sempre fatto paura.La ritrovai a fissarmi, con uno sguardo inemotivo, così, mi fissava e basta...
Io la guardavo con quei miei occhioni color nocciola, intimorita dalla sua presenza...In passato mi era già capitato che qualcuno mi guardasse così e non era finita bene... quell' uomo, mi ha fatto male...più male di Andrea...
Iniziai a sudare freddo, le mie mani tremavano, avevo paura... una paura che venisse dalla parte più profonda di me, la paura sincera, avevo paura che la signora Gray potesse replicare l'accaduto successo con quell'uomo, lui mi guardava così e anche lei lo sta facendo ora...
Indietreggiai lentamente."Evelyne"
Avevo paura, tanta...
Non volevo subire dinuovo violenza fisica, non riesco ancora ad elaborare cosa è successo ieri...Arrivai spalle al muro, e lei mi guardava ancora così... non capisco perché lo sta facendo, i miei occhi iniziarono a farsi lucidi.
Corsi in bagno, non voltandomi mai, guardandola con timore, anzi, terrore.Mi chiusi dentro...iniziai a pingere...
Mi accucciai perterra con le spalle al muro."Evelyne, cosa succede?, apri la porta"
La sentivo, la sentivo lontana, come se non stesse dietro la porta, mi sentivo strana, stanca...
Cosa sto facendo? Cosa sto vivendo, cosa sto vedendo? Non riesco più a connettermi alla realtà, non riesco più a pensare correttamente dopo quello che mi è accaduto.
Il mio cervello era assai confuso.
Cosa, perché ho chiuso la porta...?
La signora Gray non mi farebbe mai del male... lo so, ma perché lo ho fatto, perché ho corso."Eveyne, tutto bene?"
Non riuscivo a parlare, solo piangere, sono così stupida... come credevo di andare a lavoro stando così male...
Mi faceva tutto male, testa, gambe, stomaco, persino i graffi sul collo.
Mi asciugai velocemente le lacrime.
Aprì lentamente la porta, stando a testa china, non volevo guardarla in faccia, non dopo quello che è accaduto, mi sono comportata completamente da bambina.Lei non c'era più dietro la porta e questo mi rassicurò un pochino, ma sapevo che dovevo darle spiegazioni su quello che è appena successo e sinceramente non mi andava proprio.
Camminai cercandola, trovandola seduta con le gambe incrociate sul divano rosso, leggendo un libro.
Quando mi notò posò il libro sul tavolo.
Non parlò, smise di fissarmi e guardò dritta.
Io, mi avvicinai piano piano, sedendomi vicino a lei, sul divano.
Lei non mi parlava né guardava, io non capivo perché faceva così...
La guardavo insucura... con timore di quello che poteva accadere...
Le uniche parole che si ripetevano nella mia testa erano: stupida, scusa, non volevo, paura...
Lei ancora non mi guardava, e per spezzare quel silenzio nella casa presi parola."Scusa signora Gray, non volevo comportarmi cosi"
Le parole non uscirono come volevo io, uscirono spezzate, a bassa voce, ma infondo, cosa potevo aspettarmi? Ancora non avevo mai aperto bocca.
Mentre pronunciavo quelle parole non la guardai, non volevo...Mi avvicinai di più a lei, così facendo, le nostre gambe si toccarono.
Ebbi una scossa."Signora Gray...?"
Non mi rispondeva, ci rinunciai...abbassai lo sguardo...
"Scusa..."
Mi stava venendo da piangere, non riuscivo a sopportare questo distaccamento da lei... ho detto che mi dispiaceva...perché lei rimane così?, immobile, senza sentimenti, senza espressioni facciali...La guardavo incerta... volevo abbracciarla, volevo che qualcuno mi rassicurasse, che mi abbracciasse... ma mi limitai a poggiare la testa sulla sua spalla.
Mi asciugai una lacrima che stava scendendo solitaria sul mio volto, presi la sua mano gelida, stringendola per trovare conforto ma lei non corrispose, guardava ancora dritta, chissà a cosa pensava.
La mia mano in confronto alla sua era un poco più piccola, ma io non ci feci caso, la strinsi è basta.I miei occhi stavano cedendo, avevo sonno, mi addormentai, poggiata sulla sua spalla e stringendole la mano...
~SPAZIO AUTRICE.~
Heyyy! Ciao a tutti guys, eccoci con un nuovo capitolo, fatemi sapere se vi è piaciuto e cosa ne pensate♡
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Unicamente lei, la mia fuga.
RomanceEvelyne, ragazza di 20 anni. Innocente, riservata, timida, con insicurezze che non l'hanno mai abbandonata, arrabbiata con sé stessa e la sua famiglia per il suo passato, costretta ad affrontare nuove sfide. Dovrà trasferisi a Roma da sola per dei p...