Quella mattina, mi svegliai prima del previsto. Durante la notte, non chiusi quasi occhio per la troppa agitazione che mi attanagliava. I pensieri correvano in continuazione, mescolandosi alle ansie del lavoro.
Decisi quindi di uscire di casa con un po' di anticipo. Sentivo il bisogno di un momento di tranquillità, e un caffè fumante sembrava la soluzione migliore per prepararmi a ciò che mi attendeva. Mi infilai una giacca leggera e uscì nel fresco mattutino.
L'aria frizzante mi colpì piacevolmente, portando un breve brivido lungo la schiena. Mi diressi così al Whispers Café, dove il profumo di caffè tostato avvolgeva l'aria fresca del mattino. Quando entrai, il campanello sopra la porta tintinnò, accogliendomi. Mi diressi verso il bancone e il barista, un giovane dai capelli ricci e occhi vivaci, mi accolse con un sorriso di cortesia. Ordinai due caffè da portare via e, quando finalmente il ragazzo mi consegnò i due contenitori di cartone, li afferrai con entrambe le mani, sentendo il calore che si propagava attraverso il materiale. Ringraziai e, con cautela, iniziai a muovermi verso l'uscita, facendo attenzione a non rovesciare il contenuto.
«Caffè!» esclamai, porgendo uno dei due bicchieri di carta a Thomas.
Lui sorrise a trentadue denti, visibilmente sorpreso da un gesto così inatteso. Afferrò il suo caffè e mi ringraziò, sorseggiando lentamente il liquido nero.
«Vedilo come un ringraziamento per quello che hai fatto per me.» aggiunsi, mentre presi anch'io un breve sorso dal mio bicchiere.
«Mmh?! Non so di cosa stai parlando.» ridacchiò, dedicandomi uno sguardo dolce e divertito al tempo stesso.
Scossi il capo sorridendo ampiamente, pensando a quanto fosse interessante la sua spontaneità.
Mentre salimmo le scale per entrare nella clinica, Thomas mi chiese dove fosse finita la mia amica.
«Da quello che so, ha il turno del pomeriggio oggi.» risposi amaramente, riflettendo sul fatto che ci avevano già separate il secondo giorno.Thomas e io ci dirigemmo verso il banco di timbratura. La luce brillante dei fari illuminava il corridoio e il suono dei timbri che battevano sul cartellino creava un ritmo quasi ipnotico.
In seguito, mi avvicinai al mio armadietto e aprii la porta con una certa apprensione. Trovai la camicia bianca da infermiera piegata ordinatamente all'interno. Con un sospiro profondo, la indossai, sentendo il tessuto fresco e pulito contro la mia pelle. La divisa mi dava un senso di responsabilità, ma anche di ansia; era il simbolo del mio nuovo ruolo, e indossarla significava affrontare le sfide e le aspettative che venivano con esso.
Per cercare di alleviare la tensione che mi mangiava il fegato, chiusi gli occhi e respirai profondamente, poggiando il palmo della mano sul petto, e cercando di calmare il tumulto dentro di me. L'aria fresca entrava nei miei polmoni, mentre respiravo lentamente, cercando di darmi una regolata. Quando riaprii gli occhi, la luce del corridoio sembrava meno abbagliante e la tensione nel mio corpo si era allentata, anche se solo di poco. Feci un passo avanti, pronta a immergermi nelle dinamiche di quella mattinata cupa e impegnativa.
Il momento arrivò, e mi preparai mentalmente al pensiero di condividere la stanza con il serial killer. Mentre camminavamo lungo il corridoio, il suono delle mie scarpe risuonava come un eco lontano. Arrivammo davanti a una porta grigia, con una targa che leggeva "Valutazione Psichiatrica".
«Sei pronta?» chiese Thomas.
Annuii e sentii un brivido lungo la schiena mentre il ragazzo apriva la porta, invitandomi ad entrare.
All'interno, la sala di consultazione era fredda e sterile, con pareti bianche e arredi minimi, contribuendo a creare un'atmosfera di inquietudine. Trovammo il Dottor Schmidt, già accomodato di fronte al paziente, il quale sedeva su una sedia con le mani ammanettate, con un tavolo bianco che divideva i due. Dietro di esso c'erano due guardie, mentre vicino alla porta vi era una giovane infermiera in piedi.
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Echoes ; Nicholas Chavez
Mystery / ThrillerDelia, una giovane studentessa di infermieristica, inizia un tirocinio presso il Willow Creek Asylum, uno degli ospedali psichiatrici più antichi e controversi dell'Oregon. Sebbene l'istituto sembri un centro riabilitativo per pazienti con disturbi...