Capitolo 12 - Newport

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Ci fermammo a fare rifornimento in una piccola stazione di servizio lungo la strada. Il distributore era semideserto, e il sole del mattino filtrava attraverso gli alberi circostanti, dipingendo lunghe ombre sul cemento consumato.

Nicholas scese dall'auto con disinvoltura, ma nei suoi movimenti c'era una tensione appena percettibile, inavvertibile per chi non lo conoscesse. Indossava il cappuccio della felpa tirato su e un paio di occhiali da sole che celavano gran parte del suo viso, un espediente per passare inosservato, anche se il suo portamento deciso e il passo sicuro sembravano attirare involontariamente l'attenzione.

Si diresse verso la pompa di benzina con movimenti precisi, evitando di incrociare lo sguardo di chiunque, come se ogni dettaglio della sua postura fosse studiato per confondersi con l'ambiente circostante.

Lo osservai, notando come il vento sollevava appena il bordo del cappuccio, lasciando intravedere i capelli scuri. Anche coperto, la sua figura emanava un magnetismo irresistibile, impossibile da ignorare.

Recuperai un paio di occhiali da sole dalla borsa e li indossai a mia volta, assicurandomi che aderissero bene al viso. Con un gesto rapido, lasciai cadere alcune ciocche più corte ai lati, sperando che coprissero almeno in parte i miei lineamenti. Ogni precauzione era importante per non attirare sguardi indesiderati.

Poi, uscii dall'auto e mi diressi verso il market accanto al distributore di carburante, uno di quei piccoli negozi che sembrano avere sempre tutto il necessario per chi è di passaggio.

L'interno era illuminato da luci al neon e impregnato di un odore indefinibile, un misto di caffè bruciato e plastica. Avevamo entrambi saltato la cena la sera prima, e il mio stomaco brontolava, ricordandomi che era ora di mangiare qualcosa.

Mi aggirai tra gli scaffali, cercando in fretta qualcosa di semplice e veloce per placare la fame, mentre un velo di tensione mi accompagnava in ogni passo.

All'improvviso, un suono squillante e frenetico attirò la mia attenzione. Alzai lo sguardo verso una televisione appesa al muro del negozio, che trasmetteva il telegiornale a volume altissimo.

La giornalista, visibilmente agitata, parlava con voce concitata: «La città di Portland è nel caos dopo la notizia della fuga del presunto serial killer. Le autorità locali hanno intensificato le ricerche e la polizia sta già setacciando l'area in cerca dei fuggitivi.»

Un brivido gelido percorse la mia schiena. Le immagini sullo schermo mostravano un'intera squadra di polizia, pattuglie che bloccavano le strade, mentre la città sembrava essere sopraffatta dall'incertezza. La mia mente correva, cercando di ragionare, ma l'unica cosa che riuscivo a sentire era il rumore del mio cuore che batteva più forte.

Afferrai dal frigo un paio di tramezzini già pronti e due bottiglie d'acqua, cercando di ignorare il brusio crescente attorno a me. Mi diressi in fretta verso la cassa, dove un piccolo gruppo di clienti si era radunato, tutti con lo sguardo incollato alla televisione appesa alla parete. La voce del notiziario, alta e insistente, sembrava catalizzare ogni attenzione.

Approfittai di quella distrazione per pagare in fretta, sperando di dileguarmi senza attirare troppo l'attenzione.

Il cassiere, un giovane ragazzo dai tratti ispanici, si muoveva con una lentezza esasperante. Le sue mani passavano i prodotti uno alla volta sotto la luce rossa dello scanner, ma i suoi occhi erano fissi sulla televisione posizionata alla sua destra. Le labbra schiuse tradivano il suo turbamento, mentre sembrava assorto nelle parole della giornalista.

Mi schiarii la gola per attirare la sua attenzione, incitandolo a velocizzare e concludere ciò che stava facendo. Il ragazzo, ancora perso e visibilmente confuso, distolse lo sguardo dalla TV e mi guardò con un'espressione un po' spaesata, come se si fosse appena ricordato di dover fare il suo lavoro.

Echoes ; Nicholas Chavez Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora