Per la prima volta in due settimane da quando vivevo in quella casa, Carmen mi parlò senza sosta, tempestandomi di domande come se fossi sottoposta a un interrogatorio: perché ero stata in soffitta, cosa cercavo e per quale motivo. Il suo interesse sembrava dettato dalla necessità di capire se avessi scoperto qualcosa, ma fui abile nel fingere, mantenendo il mio solito comportamento e senza lasciarle intuire nulla che potesse destare sospetti.
Il mattino seguente, mentre mi dirigevo verso il solito edificio in cui lavoravo, mandai un messaggio a mia madre, Genevieve, scrivendole che avrei dovuto parlarle e che sarei tornata a casa dopo la fine del turno. Volevo delle spiegazioni, ma soprattutto volevo sputarle addosso tutta la delusione e la furia che provavo nei suoi confronti per avermi tenuto nascoste delle verità scomode e dolorose.
Quando varcai la soglia del Willow Creek, notai subito che qualcosa non andava. L'atmosfera era più tesa del solito, e il rumore di passi veloci e voci sussurrate riempiva i corridoi. Medici e infermieri si scambiavano occhiate preoccupate, ma nessuno sembrava urlare o correre freneticamente. C'era solo un'inquietudine palpabile, come se fosse accaduto un evento grave.
Thalia mi passò davanti senza nemmeno accorgersi di me, ma la fermai subito, sentendo il bisogno di capire cosa stesse succedendo. Le chiesi spiegazioni, e la ragazza mi dedicò un rapido sguardo.
«È scomparsa la cartella del Mostro di Portland.» rispose, la voce bassa e carica di ansia.
«Hanno fatto un controllo e sembra che qualcuno l'abbia presa. Medici e infermieri stanno cercando in giro, controllano gli uffici, le stanze, anche tra le celle dei pazienti. Il signor Fisher è furioso.»
Il pensiero di Nicholas mi assalì con forza, non riuscii a pensare ad altro. Come stava? Lo stavano torturando per via della cartella scomparsa? La stessa cartella che in realtà avevo preso io.
La mia mente si affollò di immagini di lui, rinchiuso, in balia di interrogatori e violenze, mentre io avevo preso ciò che non dovevo. Il mio stomaco si contorse al pensiero che la mia scelta avesse potuto mettere in pericolo Nicholas. La mia mente corse veloce, cercando di trovare una soluzione, ma ogni pensiero sembrava scontrarsi con l'orrore di quello che avevo fatto. Ringraziai frettolosamente Thalia, dicendole che sarei corsa anch'io a cercare quel documento.
Senza perdere tempo, camminai a passo svelto verso il reparto dove sapevo che avrei trovato Nicholas, ma fui fermata da Wendy, la quale afferrò il mio polso, stringendolo decisamente, e volutamente, troppo forte. Mi osservò con uno sguardo pieno di avversione e disprezzo, e un'inquietante sensazione mi colpì nel profondo.
Non riuscivo a capire cosa avesse suscitato in lei tale rancore nei miei confronti. Ci eravamo allontanate sì, ma siamo state amiche un tempo. Mi chiesi se meritassi davvero di essere trattata in quel modo da lei, pur non avendo fatto nulla che giustificasse tanta ostilità.
«Mi fai male.» la avvertii, spostando lo sguardo sulla sua mano che mi stringeva il polso.
«So che sei stata tu.» sibilò, stringendo i denti e fissandomi dritta negli occhi con un'apatia che mi spaventò.
«Non so di cosa stai parlando.» risposi, facendo la finta tonta, mentre cercavo di farle mollare la presa, tirando indietro il braccio, ma lei mi strinse più forte.
«Smettila di mentire!» alzò il tono di voce. «Perché complichi le cose?» chiese subito dopo, e io schiusi le labbra, aggrottando le sopracciglia ed inclinando il capo da un lato, stranita dall'espressione che aveva usato.
In quel momento, Thomas staccò la presa di Wendy dal mio polso, ormai indolenzito e arrossato.
«Wendy basta.» disse il ragazzo con voce ferma, poi appoggiò entrambe le mani sulle mie braccia, facendomi strada verso un corridoio vuoto e poco illuminato, allontanandoci dalla figura della ragazza.
STAI LEGGENDO
Echoes ; Nicholas Chavez
Mystery / ThrillerDelia, una giovane studentessa di infermieristica, inizia un tirocinio presso il Willow Creek Asylum, uno degli ospedali psichiatrici più antichi e controversi dell'Oregon. Sebbene l'istituto sembri un centro riabilitativo per pazienti con disturbi...