Quando Fisher si avvicinò alla scrivania, pronto a prendere posto, il mio cuore perse un colpo: ero certa che mi avrebbe scoperta. Trattenni il fiato, le mani gelide strette sul pavimento, pronta a qualunque conseguenza.
Un colpo deciso alla porta mi fece sobbalzare, bloccando il movimento del direttore.
«Avanti!» urlò Fisher con tono irritato.
La porta si aprì di scatto, rivelando un infermiere dall'aria agitata, che si sporse appena oltre l'ingresso.
«Signor Fisher, urgenza al reparto C.»
«Dannazione.» sbuffò l'uomo, schiacciando la tazza contro la scrivania con tale forza da farmi tremare.
Lo seguii con lo sguardo attraverso il piccolo foro sul davanti della scrivania, mentre usciva con passi pesanti, lo sceriffo Lockhart dietro di lui. Rimasi immobile per alcuni secondi, il cuore che batteva a un ritmo irregolare.
Quando finalmente il silenzio calò, tirai un lungo sospiro di sollievo. Mi sentii incredibilmente fortunata e grata di non essere stata scoperta. Con estrema lentezza, mi alzai da sotto la scrivania, ogni muscolo del mio corpo in allerta, come se fossi pronta a scattare al minimo rumore.
Aprii la porta piano, tanto piano che il cigolio mi sembrò un boato, e spiai il corridoio freddo e vuoto. Quando mi accertai che non ci fosse nessuno, mi infilai rapidamente fuori, il documento di Nicholas ben nascosto nella tasca interna del mio camice.
Mi diressi verso l'armadietto, pronta a infilare la cartella nella mia borsa. Mille pensieri mi colpirono con forza, e le parole di Fisher rimbombavano nella mia mente, crude e piene di sottintesi spaventosi.
Iniziai a pensare che potesse essere lui la figura oscura che mi dava la caccia. Ma per quale motivo? Aveva forse intuito il mio interesse per Nicholas, sospettando che mi stessi avvicinando alla verità? O forse temeva che potessi rovinare i suoi piani, qualunque essi fossero?
Questo pensiero mi colpì come un fulmine, portando con sé un'ondata di paura e incertezza. Fisher mi stava osservando da tempo, e se così fosse, cosa intendeva fare con me?
Persa in quel tumulto di pensieri, quasi non mi accorsi di Wendy che si avvicinava dal corridoio opposto. Quando mi bloccò, poggiando una mano sulla mia spalla, trasalii visibilmente.
«Delia, ciao. Finalmente un turno insieme.» esordì con un sorriso che sembrava forzato, quasi meccanico.
La guardai spaesata, la mente ancora invischiata nei segreti appena scoperti. Ma, nonostante lo smarrimento che mi pervadeva, riuscii a notare quanto Wendy fosse cambiata. Lavorare in un posto del genere ci aveva allontanate, trasformandoci in due perfette estranee. Il suo atteggiamento si era modificato in modo così radicale da creare una profonda crepa nel nostro rapporto. Quella distanza tra noi mi dispiaceva più di quanto fossi disposta ad ammettere.
«Finalmente, già.» mormorai, sentendomi goffa e in imbarazzo.
Wendy mi squadrò, il viso corrugato in una smorfia di sospetto. I suoi occhi si posarono sul mio braccio, stretto contro il petto.
«Che hai lì?» chiese, inclinando la testa verso di me, facendo un passo avanti.
Istintivamente indietreggiai, portando anche l'altro braccio a protezione del documento nascosto, sentendo la cartella premere contro il seno. Cercai di pensare a una scusa plausibile, ma la mia mente si bloccò.
«Farmaci.» dissi d'impulso. «Per i pazienti.» aggiunsi.
Wendy alzò un sopracciglio, visibilmente scettica, ma non insistette.
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Echoes ; Nicholas Chavez
Mystery / ThrillerDelia, una giovane studentessa di infermieristica, inizia un tirocinio presso il Willow Creek Asylum, uno degli ospedali psichiatrici più antichi e controversi dell'Oregon. Sebbene l'istituto sembri un centro riabilitativo per pazienti con disturbi...