36. Drew

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«voglio sapere cosa sta succedendo, adesso» dico, nel momento in cui Odessa apre la porta
«sì, ma aspetta»
«dov'è Izzie?» chiedo

«sono qui»

«ti rendi conto che mi hai fatto spaventare da morire?»

Mi guarda, visibilmente dispiaciuta, poi la abbraccio, sollevato dal fatto che stia effettivamente bene

«scusami»

«no, Drew, è colpa mia. Ho chiesto io a lei di non dirti nulla» prende parola mia sorella
«ma di cosa?»

Le tre ragazze si guardano, forse per decidere chi dovrà raccontarmi la storia

«l'altra sera, visto che Brooke mi aveva detto che non stava benissimo mentalmente, sono andata a casa sua per portarle qualcosa da mangiare insieme»
«poi?»
«e l'ho trovata a terra, quasi senza sensi, con una bottiglia di vino a fianco»

Brooke si copre il viso con le mani, io non so cosa dire

«cosa stai dicendo?»

«che ho un problema, Drew. Sono dipendente dall'alcol, e ogni volta che penso di migliorare poi peggioro»

«e Izzie?»

«quando ho trovato Brooke così, chiamare Izzie è stata la prima cosa a venirmi in mente, solo che ovviamente non potevamo dirtelo, quindi le abbiamo chiesto di mantenere il segreto» continua Odessa

«e perché non avrei dovuto saperlo? Brooke, sei mia sorella»
«sì ma non avresti totalmente capito, e poi non volevo farti preoccupare»
«farmi preoccupare? Condividiamo tutto e questo no?»
«ma eri così felice e non volevo rovinarti il momento, soprattutto con Izzie. Non avrei mai dovuto chiederle di mentire, tral'altro, e di questo ti chiedo scusa»

«non sapevo che fare, ma se lei non voleva che tu lo sapessi io non potevo certamente venire a dirtelo» si giustifica Izzie

«da quanto va avanti questa cosa della dipendenza?»
«oltre due anni, ma poi sono stata meglio, davvero»
«e poi?»
«e poi ho ricominciato, Drew, è così che funziona. Sono grande abbastanza da poter cavarmela da sola»
«ma evidentemente no, visto che hai bisogno di aiuto. Non c'è niente di male a chiederlo, Brooke. Sei la mia famiglia, mia sorella, sei tutto per me. Se ti avessi persa non me lo sarei mai perdonato»

mi giro di spalle, appena sento gli occhi lucidi

«abbiamo chiamato uno specialista, comunque. È bravo, si occupava di una mia vecchia amica»
«sì Odessa ma è più complicato di così»
«sai quante persone ce l'hanno fatta? Perché dovrebbe essere così difficile?»
«è che è sempre piena di lavoro, con lo stress, non è facile attaccare le cose»
«e quindi meglio bere?»

«scusate, posso parlare io?» inizia Izzie

«parla»

«vi state davvero facendo così tante paranoie su un problema che non è il vostro? È Brooke che potrebbe pensare di non farcela, Drew. Non tu. Noi dovremmo essere quelli che le stanno accanto e che le dicono il contrario di quello che dite voi. Se una persona vuole attaccare le cose, le attacca, si sistema»

«grazie» sussurra Brooke

«scusami, ma lo sai come sono protettivo io e non riesco a credere che tu abbia questo problema»
«Drew, io ti ringrazio, però non puoi proteggermi da tutto, dal mondo. Le stronzate capitano a tutti nella vita, e adesso è toccato a me. Ma va bene, perché ho la volontà di superarla»

Brooke ha ragione. E Izzie anche.

«per me sei ancora una bambina» dico, abbracciandola
«ma non lo sono più»
«non è facilissimo da accettare» rido

«scusa, comunque» dice Izzie, una volta usciti dall'appartamento di Brooke
«non devi scusarti, avrei fatto lo stesso»
«davvero? non sei arrabbiato?»
«per niente, anzi, sono contento che da ora magari tornerai ad essere normale»
«normalissima, giuro»
«menomale»
«troppo tardi per recuperare la serata per la quale ti ho dato buca e fatto aspettare un'ora davanti casa mia?»

«mai troppo tardi. E poi, se non sbaglio, devi farti perdonare un po' di cose»

Mi guarda sorridente

«ora ho capito dove stai andando a parare»

Teacher's Pet | Drew StarkeyDove le storie prendono vita. Scoprilo ora