Capitolo 1.1: La Visione
Lyra si trovava sospesa in un vasto vuoto, circondata da ombre che si muovevano come fossero vive. Una luce dorata, distante ma irresistibile, trapelava attraverso l'oscurità, come un richiamo antico. Sentiva di aver già visto quel luogo, di conoscerlo dal profondo dei suoi sogni più remoti, eppure ogni fibra del suo essere era in tensione, come se qualcosa di oscuro l'avesse seguita lì, in quell'ombra sconosciuta.
All'improvviso, una visione: una torre solitaria, maestosa e oscura, dominava un paesaggio desolato. Le sue mura di cristallo scintillavano di una luce propria, emettendo un'aura fredda e quasi ostile. Era la Torre di Cristallo, il cuore pulsante di Veloran e la fonte dell'equilibrio di Aldarion. Osservandola, Lyra percepiva una forza insondabile, come se la torre stessa fosse viva, e ogni venatura di cristallo emanava un battito, lento e inesorabile.
Un brivido la percorse quando un'ombra cominciò a farsi strada verso la torre. I contorni erano indistinti, ma emanava una potenza maligna, antica e minacciosa. L'oscurità sembrava espandersi a ogni passo, inghiottendo il terreno attorno alla torre. Lyra non poteva muoversi, non poteva distogliere lo sguardo, intrappolata nella visione come un filo di ragnatela stretto attorno al suo cuore.
Le immagini fluttuavano nella sua mente, frammentandosi come schegge di uno specchio infranto. La torre ora era circondata da un'oscurità sempre più profonda, che ne offuscava la lucentezza e la bellezza. Lyra percepiva che qualcosa di prezioso, forse il Cristallo stesso, stava per essere strappato dalla sua dimora. In un lampo, la scena si trasformò e vide il Cristallo sollevarsi dalla sua sede, circondato da un'aura fosca, come se assorbisse ogni traccia di luce e vita intorno a sé.
Il gelo le penetrò nelle ossa, un freddo che non era solo fisico ma arrivava fin dentro l'anima, come un'ombra che si diffondeva lentamente. Il dolore era sordo, come una morsa invisibile sul petto, un peso che non riusciva a spiegarsi. La paura per il Cristallo che veniva trafugato si mescolava a un'angoscia più profonda, come se parte di lei fosse stata strappata via insieme a quella luce. In quell'istante, sentì che ogni battito del Cristallo pulsava all'unisono con il suo cuore, come se fossero uniti da un legame invisibile e vitale.
Il dolore divenne insopportabile, esplodendo in un'ondata acuta che la fece sobbalzare nel letto, ansimante. Con il cuore che batteva all'impazzata, Lyra cercava di riacquistare lucidità mentre la visione si dissolveva, come nebbia al primo tocco del sole. Il freddo svaniva, ma il senso di perdita e inquietudine rimase, come un'ombra persistente nei recessi della sua mente. Portò una mano al petto nel tentativo di calmare il respiro, cercando di dare un senso a ciò che aveva appena visto. Era stato solo un sogno? O forse un avvertimento?
Si avvolse in una coperta, cercando un conforto che non riusciva a trovare, e si avvicinò alla finestra della sua stanza. La città di Veloran giaceva tranquilla sotto la luce della luna, ma la calma apparente nascondeva qualcosa di inquietante. Guardando fuori, il paesaggio le appariva come un'immagine congelata, priva della vivace energia che solitamente permeava Veloran. Anche il cielo sembrava immobile, come se trattenesse il respiro insieme a lei.
Le antiche case di pietra bianca e le torri si stagliavano come sentinelle silenziose contro il cielo. Un tempo splendente e vivace, quella notte la città appariva spenta, avvolta da un velo di inquietudine. I tetti, solitamente illuminati dai riflessi dei Cristalli, giacevano oscuri e silenziosi, come se il respiro della città stessa si fosse fermato. Le vie sembravano abbandonate, prive di quel calore che era la firma di Veloran.
Era cresciuta con la sensazione di essere un'estranea, sempre un passo indietro rispetto alla vita della città e dei suoi segreti. Eppure, quella notte, si sentiva parte di qualcosa di più grande, di un destino che non aveva scelto ma che, in qualche modo, l'aveva scelta. La visione sembrava un richiamo, un messaggio silenzioso che solo lei poteva comprendere.
Decisa, si vestì in fretta, scegliendo indumenti pratici e caldi. Indossò una camicia di lino leggero e un corpetto di pelle scura, che le consentiva libertà di movimento e offriva una certa protezione. Avvolgendosi nel mantello pesante che usava raramente, con un cappuccio ampio che le avrebbe permesso di celarsi nell'ombra, si preparò a uscire. Sopra i pantaloni resistenti infilò stivali di cuoio, comodi e consumati, perfetti per muoversi silenziosamente nel freddo della notte. Afferrando una sciarpa di lana grigia e avvolgendola intorno al collo per proteggersi dal gelo, uscì dalla sua abitazione.
Pensava dentro di sé di essere una stupida, chi è che si alza e va di notte alla torre solo per uno stupido sogno? Forse era meglio ritornare a casa?
Veloran era avvolta in un silenzio irreale, come se il mondo intero fosse sospeso tra la realtà e il sogno. Le strade di pietra, solitamente vive di passi e voci, erano deserte, immerse in una nebbia sottile che sembrava avvolgere ogni vicolo, ammorbidendo i contorni delle case e facendo sembrare il mondo irreale.
Camminando, Lyra si accorse che i lampioni magici emettevano una luce incerta, quasi fioca, come se risentissero di quella stessa energia inquietante che aveva percepito nel Cristallo durante la visione. Ogni passo rimbombava tra le case chiuse e le botteghe addormentate, creando un'atmosfera di sospensione e mistero. Il freddo notturno penetrava attraverso il mantello, ma era un freddo che le pareva familiare, un'eco del gelo che aveva sentito dentro di sé durante la visione.
Mentre camminava verso la Torre di Cristallo, i ricordi di ciò che aveva visto si mescolavano alla realtà che la circondava, sovrapponendosi fino a creare una consapevolezza: qualcosa stava per cambiare, e lei era parte di quel cambiamento. Ogni passo era un tuffo più profondo in quella consapevolezza, un passo verso l'ignoto, verso una verità che le sfuggiva ma che sapeva di dover affrontare. La Torre, simbolo di stabilità per tutta Aldarion, era diventata il centro di una minaccia nascosta, un pericolo che sembrava crescere a ogni istante.
Quando finalmente raggiunse la piazza centrale, Lyra si fermò, cercando di respirare a fondo per calmare il tumulto dentro di sé. Lì, al centro della città, la Torre di Cristallo si ergeva con una maestosità inquietante, alta e silenziosa come un gigante di luce. Le sue pareti, traslucide e scolpite nella pietra più pura, risplendevano di una luminescenza pallida che sembrava provenire da un altro mondo, irradiando bagliori che danzavano lungo le venature cristalline.
Era come un faro antico, un guardiano immutabile del tempo, il cui splendore si riversava nell'oscurità circostante, illuminando la notte in modo quasi ipnotico. Ogni dettaglio della torre rifletteva potenza e mistero, come se racchiudesse i segreti di ere passate e la sua bellezza sembrava intatta, inviolabile. Eppure, avvicinandosi, Lyra notò un dettaglio che la fece trattenere il fiato: sulla superficie della torre, sottili crepe si aprivano come minuscole cicatrici, incrinature che nessuno aveva mai notato prima. Era come se la stessa essenza della torre fosse ferita, una fragilità nascosta che faceva tremare il suo cuore.
Un brivido la attraversò. Le crepe erano invisibili da lontano, ma ora, osservandole da vicino, sembravano pulsare di una luce impercettibile, come se qualcosa all'interno della torre stesse cercando di fuggire. Non era sola. Lo percepiva.
Si avvicinò alla Torre e udì un leggero fruscio alle sue spalle. Si voltò, con il cuore in gola, ma non vide nessuno. Tuttavia, il senso di essere osservata non svanì, anzi, si intensificò, come se la notte stessa avesse preso vita, avvolgendola in un abbraccio inquietante.
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AETHERNITAS
FantasyLa storia di Aeternitas è un'epopea fantasy ambientata nel mondo magico di Aldarion, un regno la cui stabilità dipende dai Cristalli Eterni, potenti artefatti che mantengono l'equilibrio cosmico. Tuttavia, quando uno di questi cristalli viene rubato...