capitolo 1.2 Dentro la torre

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capitolo 1.2: Dentro la Torre 

Con il cuore che batteva forte nel petto, Lyra si avvicinò lentamente alla Torre di Cristallo, cercando di domare il timore che si insinuava in lei a ogni passo. L’oscurità della notte e il silenzio assoluto della città rendevano ogni cosa più irreale, come se stesse sognando. Le crepe che aveva visto lungo le pareti della torre le apparivano come ferite vive, e ogni dettaglio sembrava confermare l’oscura visione che l’aveva colpita.

Si fermò davanti all'ingresso della Torre, un massiccio portale di pietra scolpita con motivi intricati di antiche rune e figure mitologiche. Le porte erano socchiuse, come se attendessero il suo arrivo. Un brivido le percorse la schiena mentre le spinse leggermente, e queste si aprirono con un lieve cigolio, rivelando l'oscurità densa al suo interno. Le guardie erano come in uno stato di torpore. Sembravano tanti burattini immobili, come se qualcosa li avesse stregati.

Entrando, fu avvolta da un silenzio opprimente, quasi tangibile. Le pareti di pietra bianca sembravano respirare intorno a lei, le superfici levigate e lucide riflettevano flebilmente la sua figura, dando l'impressione che qualcosa di nascosto la stesse osservando. Il corridoio d’ingresso si estendeva verso il cuore della torre, illuminato debolmente da lampade di cristallo sospese ai lati delle pareti. Ogni lampada emetteva una luce azzurra e pulsante, che vibrava in sintonia con l'ambiente, come se ogni angolo della torre fosse permeato da una coscienza antica.

Le difese della torre, tra cui l'immagine fantasma che controllava l'accesso alla struttura non emettevano nessun fiato, nessun movimento, come se il tempo in quel momento si fosse fermato.

Ogni passo di Lyra risuonava in modo inquietante nel silenzio. Percorrendo il corridoio, si accorse di antichi rilievi scolpiti lungo le pareti: figure di creature mitologiche intrecciate a simboli arcani, i cui dettagli sembravano cambiare impercettibilmente alla luce, creando l’illusione che quelle creature osservassero i suoi movimenti.

Con ogni metro, la tensione cresceva e il corridoio sembrava estendersi all'infinito, come un labirinto di mistero e potere che voleva tenerla intrappolata. Finalmente, dopo quello che le sembrò un'eternità, il corridoio si aprì in una sala centrale, vasta e circolare, illuminata da un bagliore azzurrino.

Il pavimento della sala era formato da lastre di pietra scura, intersecate da venature luminose che si snodavano come radici antiche, convergendo tutte verso il centro della stanza. Al centro, sospeso su un piedistallo di marmo nero intarsiato, si trovava il Cristallo, immenso e perfetto, una colonna di luce solida che emanava un’aura arcana e ipnotica. Ogni suo lato rifletteva colori cangianti, sfumature di blu e viola che mutavano a ogni minimo movimento, creando riflessi simili a stelle racchiuse al suo interno, come se l’intero universo fosse intrappolato in quel frammento di luce.

Sulle sue superfici trasparenti apparivano sottili incisioni d’oro, disposte come radici intricate, che sembravano mutare forma sotto lo sguardo. Al centro del Cristallo, in caratteri d’oro antico e luminoso, si leggeva una sola parola: “Aeternitas”.

I caratteri brillavano di luce propria, diversa dalle altre sfaccettature del Cristallo, come se racchiudesse una verità dimenticata. Lyra si sentì attratta da quella parola, affascinata e turbata al tempo stesso. “Aeternitas” — eternità. Un segreto sepolto nel tempo, una promessa o un avvertimento?

Era come se il Cristallo le parlasse, comunicando qualcosa di vitale che lei non poteva ancora comprendere.

Fu allora che lo vide.

Un lampo, una figura scura, con occhi rossi e pelle striata, si era materializzata accanto al Cristallo vicinissimo a lei. I suoi artigli sfavillavano nella penombra, e ogni suo movimento emanava un'ondata di energia oscura, che rendeva l'aria pesante, opprimente. Lyra cercò di colpirlo ma i suoi colpi andarono a vuoto come se avesse un corpo etereo.

Nella grande sorpresa decise di nascondersi dietro una colonna, tentando di restare invisibile. Insolitamente questo funzionò, era come se il mostro non potesse vederla.

Era la tigre mannara di cui aveva sentito parlare nei sussurri? O qualcosa di ancor più oscuro?

La creatura sembrava ignorarla, completamente concentrata sul Cristallo. Lyra osservò impotente mentre la figura, con movimenti lenti e precisi, eseguiva quello che sembrava un antico rituale. Ogni gesto provocava onde di oscurità che fuoriuscivano dal Cristallo, come se stesse prosciugando la sua energia vitale.
Ogni sfumatura luminosa della sala veniva assorbita da quell'ombra, lasciando il Cristallo a pulsare di un bagliore sempre più fioco.

Mentre la creatura continuava il suo rito oscuro, Lyra sentì un senso di impotenza avvolgerla. Era come se il Cristallo stesso soffrisse, la sua luce vitale consumata dall'ombra. Non poté fare altro che osservare, paralizzata dal terrore e dalla curiosità, incapace di staccare lo sguardo.

La creatura si voltò, i suoi occhi rossi incontrarono quelli di Lyra per un istante, e un brivido gelido la attraversò. Quelli non erano solo occhi bestiali, ma intelligenti, carichi di una consapevolezza pericolosa.

Poi, con un gesto rapido, afferrò il Cristallo e lo sollevò al cielo. Un'esplosione di energia nera riempì la sala. Lyra fu spinta all'indietro, sbattendo violentemente contro una parete. L'ultima immagine che vide fu la creatura dissolversi nell'ombra, il Cristallo stretto tra le mani.

Con un gesto rapido, la figura afferrò il Cristallo e lo sollevò al cielo. Un'esplosione di energia nera riempì la sala, avvolgendo ogni cosa in una nube di oscurità densa e tangibile. Lyra fu spinta all'indietro, colpendo violentemente la parete dietro di sé, mentre un dolore acuto le attraversava il corpo. Si era lacerata un braccio in un punto acuminato della parete e un rivolo di sangue scendeva giù a disegnare sul braccio fulmini di sangue, con la mano tutta insanguinata si aggrappò alla parete.

L'ultima immagine che riuscì a vedere prima che la sua vista si oscurasse fu la figura che, con il Cristallo stretto tra le mani, si dissolveva lentamente nelle ombre, portando con sé la luce e l’equilibrio del mondo.

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