capitolo 2.1 Eldric il mago dell'ombra

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capitolo 2.1 Eldric il mago dell'ombra

Il vento gelido soffiava sulle terre desolate di Veloran, insinuandosi tra le rocce e i resti della Torre di Cristallo come un presagio oscuro. Lyra camminava accanto al misterioso uomo dal mantello nero, sentendo ancora l'eco delle campane d'allarme vibrare nel suo petto. La tensione nell'aria era palpabile, come il preludio di un pericolo imminente.

Eldric camminava in silenzio al suo fianco, muovendosi con la grazia silenziosa di un'ombra. Ogni suo passo sembrava scollegato dalla realtà, come se fosse parte di quel paesaggio tetro e avvolto da ombre profonde. Più Lyra osservava l'uomo, più un senso di inquietudine le serpeggiava nello stomaco. Sentiva che c'era qualcosa di profondamente irregolare in lui, una nota stonata che non riusciva a identificare.

"Chi sei tu?" chiese infine, rompendo il silenzio con un tono di voce che tradiva il sospetto. Non aveva dimenticato l'immagine del Cristallo trafugato, né l'ombra bestiale che incombeva su di loro. "E dove mi stai portando?"

L'uomo si fermò, girandosi verso di lei. I suoi occhi grigi, freddi e impenetrabili, sembravano celare un abisso di segreti. Quando parlò, la sua voce era un sussurro profondo, carico di un'autorità che pareva appartenere a un'altra epoca.

"Mi chiamo Eldric e sono un mago" disse con tono grave, come se ogni parola fosse un frammento di una verità nascosta. "E se vuoi salvare questo mondo dal caos che sta per inghiottirlo, hai bisogno di me... e di molto altro."

Lyra rimase immobile, stringendo l'elsa del suo pugnale, studiando ogni dettaglio dell'uomo.

Con un movimento lento, Eldric abbassò il cappuccio che copriva il suo volto. Quando lo fece, Lyra ebbe finalmente modo di osservarlo con attenzione. I suoi lineamenti erano duri, segnati da cicatrici sottili che sembravano raccontare battaglie lontane, e la pelle aveva una tonalità pallida, quasi spettrale, come se la luce non riuscisse mai a toccarlo veramente. Gli occhi, di un grigio argenteo, freddi e penetranti, emanavano un'intensità che la faceva sentire esposta, come se potesse leggere i suoi pensieri più nascosti. Un'ombra scura, simile a un'ombra permanente, si adagiava sotto i suoi occhi, segno di notti insonni o di una costante lotta interiore che lo consumava.

Sotto il mantello, Lyra notò un ciondolo che pendeva dal suo collo: un piccolo Cristallo incastonato in un amuleto di metallo scuro, che sembrava pulsare di una luce fievole, quasi impercettibile. Il Cristallo vibrava leggermente, come se fosse in sintonia con Eldric stesso, e Lyra percepì che non era un semplice ornamento ma un oggetto di potere.

Osservando meglio, si accorse anche di una borsa che Eldric portava legata alla cintura. La borsa appariva logora ma resistente, e da essa spuntavano i bordi consunti di due libri. Uno sembrava un volume di magia, ricco di simboli arcani incisi sulla copertina, mentre l'altro aveva un aspetto più semplice, con delle lettere incise in argento che formavano una parola poetica e misteriosa. Poesie, notò Lyra, sorpresa da quel lato inaspettato.

"Perché dovrei fidarmi di te?" domandò Lyra, stringendo il pugnale come per rassicurarsi.

"Perché," continuò Eldric, la voce carica di un'intensità che lo rendeva quasi minaccioso, "io so cosa sta cercando di fare Thalor, e so come fermarlo. Ma c'è una cosa che devi sapere."

Lyra trattenne il respiro, restando sul chi vive. Anche se sentiva il pericolo, un'inspiegabile curiosità la spingeva ad ascoltare. C'era qualcosa di magnetico in Eldric, qualcosa che la costringeva a voler conoscere i suoi segreti.

"Thalor," disse Eldric, quasi come un sussurro che sembrava emergere dall'ombra stessa, "non è solo una bestia. È un'ombra della distruzione, legato a un ciclo antico quanto il mondo stesso."

Lyra osservava ogni suo movimento, affascinata e terrorizzata allo stesso tempo. "E come fai a saperlo?" domandò, sentendo crescere il sospetto. Cosa collegava quest'uomo a una creatura simile?

Eldric abbassò lo sguardo, come oppresso da un peso invisibile, poi fece un respiro profondo, come se stesse cercando di trattenere un'ombra dentro di sé. "Perché... anche io porto un lato oscuro. Un lato che è in perenne conflitto con ciò che rimane della mia umanità. Sono segnato, Lyra... segnato da una maledizione che mi accomuna a Thalor."

Lyra percepì un brivido lungo la schiena. "Cosa intendi dire? Quale maledizione porti dentro?"

Eldric non rispose subito. Si limitò a sollevare lo sguardo verso il cielo, osservando la luna come se fosse un orologio impietoso che scandiva il suo tempo. Poi si avvicinò a Lyra, il volto pervaso da una strana intensità. "Il controllo... è una battaglia costante. E senza il Cristallo, sento che sto perdendo terreno. Se il potere di Thalor continua a crescere, la mia ombra potrebbe... prevalere."

"Quindi sei una minaccia tanto quanto Thalor?" chiese Lyra, cercando di trattenere la paura.

"No," rispose Eldric, scuotendo lentamente la testa. "Thalor è l'essenza della distruzione, mentre io... io lotto ogni giorno per non lasciare che la mia parte oscura prenda il sopravvento. Posso aiutarti a fermarlo, ma il tempo stringe, e il controllo... svanisce."

Lyra percepì la sincerità nelle sue parole, ma anche il rischio che l'uomo rappresentava. Quell'ombra dentro Eldric sembrava minacciare di esplodere in qualsiasi momento, ma sapeva di non avere alternative. Se voleva salvare Aldarion, avrebbe dovuto accettare quell'alleanza, pericolosa e incerta.

Senza distogliere lo sguardo da lui, annuì lentamente, consapevole del pericolo in cui stava per immergersi.

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