capitolo 2.3 la maledizione della bestia

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capitolo 2.3 la maledizione della bestia

Il silenzio della notte avvolgeva ogni cosa, ma la tensione tra Lyra ed Eldric cresceva con il passare dei secondi. Avanzavano in un territorio sempre più impervio, tra sentieri nascosti e ombre che sembravano seguire ogni loro passo. Le rivelazioni di Eldric avevano lasciato Lyra con più domande che risposte, e la sua mente era tormentata dall'idea che l'uomo al suo fianco fosse legato a una forza incontrollabile e pericolosa.

Dopo alcuni minuti, Eldric si fermò su un'altura, posando lo sguardo lontano. Lyra percepiva in lui una lotta interiore, un tormento che lo consumava dall'interno. Aveva parlato della sua maledizione, ma non aveva ancora svelato quanto profonda fosse la sua connessione con l'oscurità che minacciava Aldarion.

Senza voltarsi, Eldric iniziò a parlare, la sua voce un sussurro che sembrava quasi rivolgersi al vento. "Immagino tu stia cercando di capire cosa significhi questa maledizione," disse, lasciando cadere le parole pesantemente, come se portassero il peso di anni di sofferenza.

Lyra annuì, anche se lui non poteva vederla. "Voglio capire perché sei così... instabile. E cosa c'entra tutto questo con i Cristalli."

Eldric chiuse gli occhi, come per raccogliere il coraggio necessario a raccontare una storia che forse non aveva mai condiviso con nessuno. "Essere un lupo mannaro significa convivere con una forza che ti strappa via la tua umanità pezzo dopo pezzo. Ogni volta che la luna è piena, ogni volta che il mio controllo vacilla, rischio di diventare una bestia senza coscienza, guidata solo dall'istinto di cacciare e distruggere."

Lyra trattenne il respiro, cercando di immaginare cosa significasse vivere con quel tipo di tormento. "E i Cristalli? Come ti aiutano a controllare questa parte di te?"

Eldric si voltò, e i suoi occhi sembravano riflettere una luce che non era del tutto umana. "I Cristalli sono l'unica cosa che mi permette di mantenere un equilibrio. La loro energia mi dà la forza di contenere il lupo dentro di me, di mantenerlo sotto controllo. Ma ora, senza uno di essi, la mia stabilità è a rischio. Ogni giorno che passa, sento la bestia emergere sempre più potente, e temo che arriverà il momento in cui perderò del tutto il controllo."

Lyra percepiva la disperazione nelle sue parole, un senso di impotenza che contrastava con l'immagine di forza che Eldric cercava di proiettare. Era come se il suo corpo fosse una gabbia fragile che conteneva una furia pronta a esplodere.

"È per questo che hai accettato di aiutarmi?" chiese Lyra, fissandolo con uno sguardo indagatore. "Perché hai paura di ciò che potresti diventare?"

Eldric la guardò, e per un attimo i suoi occhi sembrarono perdere quella luce fredda e distante, rivelando un frammento della sua umanità. "Non è solo per questo. È anche perché conosco la sofferenza che la bestia può causare, il dolore che può infliggere. Non voglio vedere il mondo cadere nelle mani di Thalor.

Il vento soffiava forte intorno a loro, sollevando polvere e foglie secche. La notte sembrava avvolgerli come un manto pesante, e Lyra non poteva fare a meno di provare una sorta di empatia per quest'uomo tormentato.

"Tu porti un peso enorme," disse infine, con un tono più dolce di quanto avesse previsto. "Ma non sei solo."

Eldric abbassò lo sguardo, come se quelle parole lo avessero colpito in profondità. "Non so se sarò di aiuto o se finirò per diventare un pericolo anche per te. Ma sono disposto a correre questo rischio, se ciò significa fermare Thalor."

Mentre pronunciava quelle parole, il volto di Eldric si oscurò, e Lyra capì che il suo conflitto interno era ben più complesso di quanto lui stesso volesse ammettere. La bestia dentro di lui era una parte di sé che odiava, ma che doveva accettare per sopravvivere.

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