New life

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Ciao! Spero che la storia vi piaccia, fatemi sapere cosa ne pensate tramite commenti.

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«Alice, muoviti. Vai in quell'orrendo posto e fai la domanda di trasferimento. Io in questa casa non ti ci voglio più vedere! Muoviti! Sebastian è in auto che ti aspetta.» Questa era l'orrenda nonchè stridula voce di Katia. Katia è quella che mi ha creata, purtroppo. Vi chiederete perchè io non la chiami "mamma". Io non la chiamo mamma perchè non la considero tale. Comunque io mi chiamo Alice, e finalmente ho 18 anni da una settimana. Ho lunghi capelli biondi e ricci e gli occhi azzurri, color ghiaccio. Ho la pelle pallida e un po' di lentigini.
Oggi devo andare a fare il colloquio con "New life", ovvero il centro dove i ragazzi, che hanno 18 anni almeno da una settimana, con genitori che li trattano male o che litigano in continuazione, possono avere una casa insieme ad un'altra persona. Ho deciso di trasferirmi lì, non mi mancherà papà, neanche  Katia non la reggo più. Comunque io e papà abbiamo deciso che ci vedremo almeno una volta al mese, alla fine lui  è bravo solo che assente.
«Certo Katia. Non vedo l'ora di vivere senza una stronza che ti odia con tutta se stessa.» Dissi acida. In realtà io sono dolce e gentile, ma quando qualcuno mi infastidisce sono la persona più acida della terra. Ma con Katia sono sempre stata odiosa.
«Alice, quante volte te lo devo dire? Tu sei nata per sbaglio! Non ti aspettare che io ami uno sbaglio! Non ci penso proprio! Sai che io sono perfetta!» Certo,la perfetta moglie di satana. Uscii di casa ignorando le sue grida ed entrai in macchina.

Eccoci. Finalmente siamo arrivati alla segreteria.

«Evans?» Disse la segretaria. Mi alzai e mi diressi verso il bancone. «Salve, sono Alice Evans. Ho un appuntamento con il direttore.» Dissi cordiale. «Certo! Il signor Rossi la sta aspettando nel suo ufficio. Da questa parte.» Disse facendo strada. Mio padre mi seguì e si sedette in sala d'aspetto.
Bussai alla porta. «Avanti.» Si udì una voce dall'interno. Mi feci coraggio ed entrai.
«Salve signorina... Mi perdoni, può ricordarmi il suo nome?» Il direttore era un uomo di mezz'età con i capelli corti e grigi e gli occhi azzurri.
«Sono Alice Evans, signor Rossi.» Risposi sorridendo. Quell'uomo mi faceva sentire a mio agio. «Signorina Evans, mi chiami Robert. Posso darle del tu?» Disse facendomi segno di accomodarmi. Mi sedetti sulla poltroncina in pelle rossa, davanti a lui. «Certo S- emh... Robert.» Dissi poggiando a terra la mia borsa. «Allora Alice... Che problemi ci sono nella tua famiglia?» Chiese diventando serio. «Mia madre non mi considera sua figlia. Ogni giorno ripete che io sono nata per sbaglio e quando ero piccola mi diceva che ero una bimba stupida e mi picchiava se sbagliavo, mi sporcavo o mi vestivo male. Diceva che io ero la figlia di "Katia Russel" cioè la persona più perfetta della terra, e che quindi non potevo permettermi di sbagliare, altrimenti la gente avrebbe dubitato della bravura di Miss. Russel. Mi ha sempre odiata. Lei non lavora, prende i soldi che guadagno con i lavori part-time che svolgo. Gli spende tutti e ne esige altri.» Dissi trattenendo le lacrime. «Tuo padre?» Chiese ancora. «Lui è un padre assente.» Dissi. «Va bene Alice. Puoi anche andare. Mi dispiace per tua muadre. Sei davvero simpatica. Spero vivamente che ti accettino, secondo me hai buone motivazioni per poter essere accettata.»
«Grazie, signor Rossi.» Dissi dopo essermi alzata.
Quando uscii dall'ufficio trovai papà che batteva freneticamente il piede per terra. «Papà?» Cercai di richiamare la sua attenzione. «Com'è andata?» Chiese abbracciandomi. «Il signor Rossi ha detto che lui acconsente ma deve sentire l'opinione degli altri!» Dissi con un sorriso a trentadue denti. «Ma è magnifico! Non dovrai più vedere Katia!» Anche lui la chiama Katia, sono divorziati.
«Quando ti daranno la risposta definitiva?!» Chiese mentre ci staccavamo. «Non lo so, spero presto.»

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Questo era il primo capitolo, spero che vi piaccia. L'ho pubblicato per iniziare a darvi un'idea di quella che sarà la storia, per tre settimane non potrò pubblicare altri capitoli. Però li preparo così quando posso gli pubblico tutti e mi porto avanti.

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