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Si guardò intorno per scrutare qualche segno di distruzione, ma non vi trovò nulla.
È così che sarebbe dovuta andare la sua vita?
Tra pochi secondi sarebbe apparso ne era sicuro, non sbagliava mai i suoi calcoli.
Tirò fuori la sua spada e lasciò che la rabbia diventasse un tutt'uno con il suo corpo.
Frieza era di nuovo lì e non avrebbe permesso che quel bastardo potesse ancora una volta distruggere la vita di coloro che amava.

Il cielo era passato da un grigio ad un blu intenso in una frazione di secondo, mai vista una diavoleria del genere in vita sua eppure lui era uno che di cose strane ne aveva viste a centinaia.
Il suo tiranno era tornato dal regno dei morti e possedeva in volto il sorriso più bastardo che avesse mai visto. Sentirsi nuovamente piccolo ed indifeso era patetico e pleonastico, eppure riusciva a malapena a contenere la sua espressione stoica.
Una lama l'aveva tranciato in una perfetta metà e finalmente il suo cuore aveva smesso di pompare a quel ritmo frenetico.
Era vero, nemmeno questa volta aveva avuto il piacere di ammazzarlo con le sue mani, ma infondo era davvero un male?
L'imperatore del male alla fine era stato ammazzato dalla razza che lui tanto disprezzava ed aveva sfruttato nei peggiori e più umilianti modi concepibili, eppure loro avevano sempre resistito.
I Sayan trionfavano sempre.
La sua razza aveva vinto.

Nessun nome.
Poteva avere vent'anni e l'aveva visto con i suoi stessi occhi diventare super sayan, ma nonostante questo non poteva crederci.
Non aveva la coda ma non aveva neppure i capelli scuri come quelli del suo popolo e se non l'avesse visto in prima persona trasformarsi avrebbe dichiarato blasfemia.
Parlava con Kakarot come se lo conoscesse da una vita, i suoi stessi vestiti dimostravano che lui fosse di quelle parti. Ma Bulma non lo riconobbe e lui non riuscì ad ignorare quel fastidio allo stomaco per quegli sguardi rubati alla scienziata da parte di quello stupido moccioso.
Cosa cazzo guardava quello?
Avrebbe dovuto starsene in disparte oppure avrebbe sicuramente attaccato briga con quel tizio e di fare questioni, stranamente non ne aveva minimamente voglia.

- Che guardi idiota? -

Papà.
Non aveva mai avuto il privilegio di poterlo conoscere figuriamoci di poterlo chiamare così.
Eppure eccolo lì di fronte ai suoi occhi.
Sembrava un suo coetaneo, come poteva mai chiamarlo così?
Probabilmente neppure se si fossero conosciuti veramente lui sarebbe riuscito a chiamarlo in quel modo.
Era esattamente come glielo aveva descritto tante volte sua madre eppure stentava a crederci che fosse davvero lui.
La donna l'aveva avvisato di cercare di non infastidire il Sayan, di non fissarlo troppo né di indispettirlo, ma la tentazione era stata troppa e così aveva fallito.
Non era mai stato un tipo avventato ma in quel preciso istante avrebbe voluto rivelargli la sua identità, solo per fargli capire che lui non rappresentava una minaccia.
Ma non poteva interferire ulteriormente con il tempo e non poteva mettersi a giocare con il destino, sapeva bene che gravi punizioni spettavano a coloro che cercavano di interferire con esso.
Abbassò lo sguardo e non rispose alla provocazione, prima o poi sarebbe giunto il loro momento.
Se davvero sarebbe successo qualcosa in questa linea temporale tra i suoi genitori, avrebbe dato a sé stesso ed a sua madre l'opportunità di poter conoscere per davvero il principe.

- Smettila di essere scortese, ha appena fatto a pezzi quella schifosa lucertola -

L'aveva riconosciuta immediatamente, nonostante i venti anni in meno e l'esuberanza della giovinezza.
Sua madre era bella, di quella bellezza tipica di chi non ha subito affanni né dispiaceri.
Non come quella che lo stava aspettando dall'altro lato.
Aveva visto tante foto di lei eppure quella giovane donna non sembrava fosse davvero sua madre.
Nessuno aveva osato rispondergli  tra i presenti e quelli lì erano tutti guerrieri che avrebbero dovuto battersi per la salvezza del pianeta! Ma nessuno di loro aveva avuto la decenza di mostrargli quanto fosse stato un perfetto stronzo.
Soltanto lei.

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