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Appena aveva messo piedi fuori dalla gravity room aveva constatato che ne stava uscendo completamente distrutto da quell'allenamento.
Gettò uno sguardo all'orologio sulla parete ed era estremamente tardi.
Alle tre e mezzo del mattino non avrebbe trovato né la donna sveglia né del cibo caldo in cucina.
Ma alla prima avrebbe rimediato a breve, sarebbe però dovuto necessariamente passare a farsi una doccia.

Sotto quel getto d'acqua gli capitavano sempre le cose più strane, era proprio lì che gira e rigira pensava a tutte le cose che gli stavano capitando nella vita o quelle che erano già passate.
Odiava quando accadeva, non sapeva mai come cazzo affrontare la cosa.
Con un nemico in carne ed ossa poteva attaccare e soprattutto sapeva come difendersi, invece dai suoi stessi pensieri come si nascondeva?

Lasciò i capelli ancora umidi ed indossò soltanto i boxer.
I suoi piedi si mossero ancor prima del suo cervello verso la camera della donna, la cui porta era stata lasciata volutamente aperta.
Fu lui stesso a richiuderla.
La principale fonte dei suoi pensieri era lì.
Stesa sul suo letto morbido con il Ki ridotto quasi a zero, il respiro pacifico ed il lenzuolo che le copriva fino alla vita.
Avrebbe dovuto svegliarla.
Lui era lì, in piedi di fronte a quel letto, e non aveva la minima idea di come farlo.
Un distruttore non sa parlare d'amore, né tantomeno essere gentile perciò rimase totalmente paralizzato.

- Smettila di fissarmi e vieni qui -

La voce roca del sonno, il rigirarsi tra le lenzuola di chi ha appena fatto una buona dormita... merda se era bella quella donna!
Scostò il lenzuolo e si posizionò su di lei.
Lei sorrise e sbadigliò cercando invano di riuscire a leggere l'orologio piazzato proprio dietro quella montagna enorme delle spalle dell'uomo.

- Ma che ore sono? -

Gli accarezzò il petto con le dita.
Delicatamente, come se potesse farlo tutte le notti della sua vita.
Gli baciò l'avambraccio e con quel gesto capì che ormai non c'era più speranza.
Non era solo sesso, si stava realmente innamorando di lui.

- Le quattro -

Rispose lui senza fretta nella voce.

- Hai finito adesso di allenarti? -

Lui annuì senza rispondere vocalmente.

- Che bravo soldatino tutto dedito alla guerra, a cos'altro sei dedito? -

La donna gli accarezzò i capelli, prima con una mano poi con tutte e due.
Desiderava una risposta con il cuore e la mente sapeva già che probabilmente non sarebbe mai riuscita a ricevere.

Il modo in cui le baciava la pelle quella notte era famelico, neppure un centimetro venne tralasciato.
Più lui si spingeva verso il basso e più le mani della donna si stringevano attorno alle sue ciocche nere.
Sapeva come muoversi e fin dove spingersi.
La cosa peggiore?
Aveva imparato a conoscere la scienziata a livelli così profondi da rasentare il ridicolo.

In tutto questo tempo dal suo arrivo sulla Terra aveva capito che, ad esempio, Bulma mordeva sempre le sue matite quando era in ritardo con qualche progetto oppure che adorasse cantare per rilassarsi.
Le fragole la facevano impazzire ma non riusciva a buttare giù un mirtillo neppure sotto tortura.
Leggeva libri d'amore ma guardava spesso show crime o comunque polizieschi.
I tramonti le trasmettevano malinconia e le albe la commuovevano ma amava guardarle entrambe dal terrazzo di casa, magari con una birra ghiacciata o un pasticcino appena sfornato.
Era frivola, materialista ma dannatamente intelligente e suo padre stava facendo un ottimo affare nel lasciarle sempre più spazio nella compagnia.
Le sue zone erogene erano disseminate lungo tutto il corpo ed era diventata una sua missione riuscire a scovarle tutte.
Dietro il ginocchio, sul fianco, il collo...
Il suo sguardo riusciva a possederla ancor prima del suo corpo.
Le accarezzò il viso ed iniziò il solito percorso di perdizione con una scia lenta ma prepotente di baci e morsi.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 9 hours ago ⏰

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