18. Who Could Stay?

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Alessandro POV

04 aprile
Ore 06:33, Stazione Roma Tiburtina

Mancavano ancora ore all'arrivo a Napoli, e avevo dormito pochissimo. Continuavo a svegliarmi, e non facevo altro che pensare a lei, Francesca. Era un bene o un male? Mi sentivo vuoto, incompleto, come se mi mancasse un pezzo di me.

Mi manca.
La sua voce.
La sua risata.
I suoi occhi.
Il suo profumo.

Ero lì, seduto in un vagone qualsiasi, ma la testa era da tutt'altra parte. Ero ancora con lei, in quell'hotel, in quei momenti che ormai sembrano già ricordi lontani. È questo che succede con qualcuno a distanza? Ti porti dentro un senso di mancanza costante, quasi una nostalgia insopportabile. Mi sentivo letteralmente a pezzi, e dentro di me sapevo che avrei fatto di tutto per rivederla il prima possibile. L'idea di stare lontano da lei per troppo tempo mi sembrava una tortura, e solo pensarci mi dava un'ansia indescrivibile.

In un impulso, decisi di mandarle il buongiorno, anche se ero certo che stesse ancora dormendo.

Chat WhatsApp
Ore 06:35
Alessandro: Buongiorno, amore ❤️ Sono a Roma, e tra poche ore arrivo. Mi manchi tantissimo, sento proprio un vuoto senza di te, lo sai?

Era la verità. Sentivo un nodo alla gola, quasi mi veniva da piangere. Come avrei fatto a stare senza di lei? Il solo pensiero di tornare al lavoro, di rientrare nella solita routine a Napoli... mi faceva venire un senso di oppressione che quasi non riuscivo a gestire.

Per rivedere quel suo sorriso, riguardai l'ultima storia che aveva postato su Instagram: una nostra foto in hotel

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Per rivedere quel suo sorriso, riguardai l'ultima storia che aveva postato su Instagram: una nostra foto in hotel. Una foto normale, come tante altre, ma che per me aveva un significato speciale. Ovviamente l'ho repostata. Del resto, sono le nostre prime foto insieme, le prime immagini di noi due che posso guardare ogni volta che voglio.

Forse mi sto lasciando andare troppo... troppo sentimentale, troppo appiccicoso. Mi accorgo di dare peso a cose che, forse, dovrei vivere più leggermente. E se si stancasse di me? Se trovasse queste attenzioni eccessive?

Questi pensieri mi giravano in testa, ma ogni volta che cercavo di razionalizzare, mi tornava alla mente il suo sguardo. E allora tutto sembrava così semplice: io volevo solo lei, e a prescindere da tutto, sarei rimasto me stesso, anche se significava diventare troppo coinvolto.

Venezia, ore 09:18

"Ehi amore, che ne dici se stasera andiamo da qualche parte?" chiesi a Lorenzo, sperando in una reazione, anche solo in un sorriso che dimostrasse che mi stava ascoltando davvero. Ma lui, senza nemmeno alzare lo sguardo, mormorò distrattamente: "Ehm... cosa?" mentre continuava a prendere appunti, come se le mie parole fossero aria.

Ovviamente, non mi stava ascoltando. Come al solito.

"Niente, ho detto che vado un attimo in bagno," risposi, cercando di nascondere la delusione dietro un tono neutro.

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