Capitolo 15

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Anastasia's pove

« Ero in una palestra affiancata da un bambina, Lisa. La luce entrava fioca dalle vetrate che erano poste sopra le gradinate. Lisa mi teneva saldamente la mano, ero una fifona nata.
Delle figure nere si avvicinarono a noi, figure che avevano solo un largo sorriso bianco e basta.
Ci accompagnarono verso lo sgabuzzino dove dovevamo affrontare la nostra prova di coraggio.
- siete pronte ragazze? -.
Le figure ci spinsero dentro al ripostiglio dove la luce andava e veniva.
Ci sedemmo per terra guardandoci bene intorno. Io avevo molta paura e le gocce di sudore non tardarono a venire.
Strinsi la mano a Lisa che non spiccicava parola da quando eravamo arrivate in palestra.
La luce decise ad accendersi dopo molti tentativi e quello che vidi non era affatto bello: sulla gamba di Lisa vi era un ragno, una vedova nera.
Sapevo quanto Lisa odiasse i ragni, infatti per la prima volta nella mia vita la vidi tremare e piangere. Cercai qualcosa con cui uccidere l'insetto, trovai uno schiaccia mosche, andava benissimo.
Quando mi voltai verso la mia amica vidi che si teneva la caviglia sudando freddo. Era stata morsa dal ragno che adesso era scomparso nel buio.
Lisa stava soffrendo ed io non sapevo cosa fare, le strinsi la mano, ma dopo pochi secondi la vidi accasciarsi per terra senza forze.
La scrollai dalla spalla cercando di svegliarla ma era tutto inutile, aveva le pupille dilatate e il torace non si muoveva più, non stava respirando. Le lacrime incominciarono a scendere, era morta. Lisa era morta»

Mi risvegliai mandida di sudore. Jeff era vicino a me che mi stava cercando di svegliare, mi asciugai le lacrime e mi misi a sedere sul letto.
Perché avevo sognato ancora qual maledetto giorno? Ormai erano sue notti che facevo lo stesso sogno, però questa volta era più dettagliato, tranne le figure nere.
Abbracciai Jeff e piansi, piansi per tutto quello che mi era successo di brutto: dalla morte di Lisa, all'incidente e per Offenderman.
Mi aggrappai al petto di Jeff come un koala, il suo contatto mi faceva star bene con me stessa.
Riuscii a cmarmi dopo una buona mezz'ora di pianto.
Jeff :- hey, che è successo? -.
Gli raccontai tutta la storia di Lisa e nel mentre cercai di non piangere.
Jeff mi fece sdraiare di nuovo sul letto morbido e da dietro le sue braccia mi avvolsero in un abbraccio caloroso.

Alla mattina dovevo andare a fare spesa, i ragazzi consumavano tutto in poche settimane ed era una tortura uscire. Di solito ci andava Jane, ma visto che aveva abbandonato la creepyhouse non potevamo più contare su di lei.
Attraversai il bosco di prima mattina. Era così piacevole sentire l'aria mattutina e il cinguettio di fringuelli.
Dopo poco arrivai ad un super market, ormai mi avranno dato per dispersa e per, cercare, di non farmi riconoscere indossai degli occhiali da sole.
Le porte si aprirono davanti a me rivelando immensi scaffali di cibo e assistenti che aiutavano anziane signore.
Tirai fuori dalla borsa il telefono, pochi giorni fa ero riuscita a comprarne uno, e controllai la lista che mi ero fatta.
Entrai e l'aria condizionata mi avvolse il coro facendomi tremare. Mi diressi nel reparto dolci per prendere dei biscotti per Sally quando sentii una presenza dietro le spalle.
Avevo intenzione di girarmi ma sapevo che doveva essere qualcuno abbastanza spaventoso.
Tirai dritto buttando i biscotti nel cestino e girai a destra dove per poco non mi scontrai con una signora.
Mi voltai indietro per vedere se c'era ancora quella presenza ma andai a sbattere contro qualcuno, un ragazzo molto probabilmente.
Alzai lo sguardo verso di esso scusandomi. Avevo già visto quel volto... Era un ragazzo dai capelli castani ed occhi verdi, un verde che mi faceva salire la rabbia.
Non ricordavo dove potessi mai averlo visto, però mi metteva così tanta inquietudine addosso.
X:- Oh, non ci credo! Ma tu sei Anastasia Riven... Come te la passi?? -. Ed è lì che mi venne in mente.
Io:- Marco Stoll? -.
No, non poteva essere lui! Si era trasferito a Los Angeles quando aveva dodici anni, come mai era lì?
Io:- VATTENE -. Lui era il ragazzo che aveva costretto me è Lisa a fare quella stupida prova di coraggio. Lo odiavo, lo odiavo, lo odiavo!! Avrei preferito incontrate un bullo delle superiori che lui, tutti, anche Offenderman.
Lo scansai di lato e ritornai a fare la mia spesa che consisteva in: butta dentro tutto quello che è in saldo.
Uscii dal supermercato con due buste della spesa stracolme, sentivo però una strana sensazione di essere osservata.
Avevo già capito chi era, Marco.
Io:- mi vuoi lasciare in pace!? -.
Marco:- vedo che mi hai scoperto, senti... Ti volevo chiedere scusa e volevo chiederti se domenica volevi uscire con me per parlare di quello -.
Lo avrei strangolato con i tentacoli in quel momento, però c'era troppa gente.
Le scuse però non bastavano, non solo aveva lasciato morire la mia migliore amica ma non mi aveva neanche aiutata a soccorrerla. Perciò poteva dire quello che voleva, ma non lo avrei mai perdonato, MAI.
Mi voltai fulminandolo con lo sguardo, adesso che lo notavo era cresciuto, di solito ero sempre stata io quella più alta, però lui mi sovrastava e di tanto.
Marco:- ti prego... Capisco che tu non voglia parlarmi, però ti prego ho questo peso al cuore che non mi molla -.
Io :- vengo.Così non dovrò più averti tra i piedi, e guai a te se ci provi. Ti ammazzo se lo fai, e fidati, ne sono capace-.
Mi voltai e andai verso il bosco senza ascoltare la sua risposta, ogni volta che sentivo il suo nome mi venivano conati di vomito. Per colpa sua mi aveva portato via la mia migliore amica, per colpa sua non riesco più a stare in posti ristretti... Per colpa sua ho dovuto continuare a vivere con l'immagine di Lisa morta.
Mi addentrai nel bosco assorta nei miei pensieri che mi provocavano una strana sensazione allo stomaco.
Era molto di più che semplice rabbia.

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Buonsalve a tutti ragazzi :D eccoci con un nuovo capitolo... Si sta avvicinando la fine e mi dispiace davvero tanto :c però ho già tante altre idee per nuove storie. Sciauu!!
By da Black

my sweet killerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora