Capitolo 1: Il rifugio tra le montagne

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L'aria della sera era più fredda di quanto Emily si aspettasse. Il vento sferzava leggero tra le cime degli alberi, facendoli frusciare come un sussurro costante, quasi a volerle ricordare quanto fosse lontana dal caos della città. Stringendo il cappotto contro il corpo, salì i gradini di legno che conducevano alla locanda. Ogni passo sembrava risuonare nel silenzio surreale del villaggio, un contrasto netto con il rumore incessante della sua vita passata.

All'interno, il calore del camino la avvolse come un abbraccio. L'odore di legna bruciata e di qualcosa di dolce - forse cannella - la fece sentire a casa, anche se non lo era. La donna dietro il bancone alzò lo sguardo, salutandola con un sorriso accogliente.

«Deve essere la signorina Carter,» disse, asciugandosi le mani sul grembiule. «Mi chiamo Anna, gestisco la locanda. La sua casetta è pronta, è tutto come richiesto. È un po' piccola, ma accogliente.»

Emily annuì, grata. «Perfetto. È tutto quello che cercavo.»

Le chiavi erano semplici, appese a un portachiavi di legno intagliato a forma di stella. Mentre seguiva Anna fuori, attraverso una stradina acciottolata, Emily osservava il villaggio addormentarsi. Solo qualche finestra era illuminata, e una luce fioca proveniva da un piccolo negozio all'angolo. Sembrava il tipo di posto dove niente cambiava mai, dove il tempo si muoveva più lentamente.

«Qui ci si conosce tutti,» disse Anna, rompendo il silenzio. «E non capita spesso di vedere una nuova arrivata. È qui per lavoro o per... rilassarsi?»

Emily esitò. «Per rilassarmi, credo. O forse per scappare.»

Anna le lanciò uno sguardo curioso ma non insistette. «Allora ha scelto il posto giusto.»

Quando raggiunsero la casetta, Emily si sentì come se avesse fatto un passo indietro nel tempo. Era piccola, con le persiane di legno e una veranda che affacciava sul bosco. Dentro, il camino era già acceso, e una coperta a quadri era stata lasciata piegata sul divano. Il tutto aveva un'aria semplice ma incredibilmente accogliente.

«Grazie,» disse Emily, girandosi verso Anna. «È perfetta.»

«Se ha bisogno di qualcosa, sa dove trovarmi. Buonanotte.»

Emily chiuse la porta e si lasciò cadere sul divano, osservando le fiamme danzare nel camino. Era stanca, ma il pensiero di Matt e della sua vecchia vita continuava a tormentarla. Non poteva fare a meno di chiedersi se aveva fatto bene a lasciare tutto. Forse sarebbe dovuta restare e affrontare le cose, invece di fuggire. Ma poi ricordò lo sguardo freddo di Matt quando le aveva detto che la loro relazione era finita. Come se fosse stata un dettaglio di cui non gli importava più.

No, aveva fatto la scelta giusta. Questo era il suo nuovo inizio.

Il giorno seguente, Emily si alzò presto, decisa a esplorare. Il cielo era limpido, di un azzurro così puro che le tolse il fiato. Prese la macchina fotografica e si avventurò lungo un sentiero che costeggiava il villaggio, immergendosi nella natura incontaminata. Gli alberi si chiudevano sopra di lei come una cattedrale verde, e il suono di un ruscello in lontananza la accompagnava.

Si fermò per scattare una foto a una radura illuminata dal sole, quando un rumore improvviso la fece trasalire. Voltandosi, vide una figura avvicinarsi tra gli alberi. Alto, con una camicia scura e un'espressione impassibile, l'uomo sembrava quasi essere uscito da un'altra epoca. Emily lo riconobbe subito: era lo stesso uomo che aveva intravisto la sera precedente.

Lui si fermò a pochi passi da lei, il viso ombreggiato dai rami. «Non è prudente addentrarsi da sola nel bosco,» disse con un tono basso e fermo.

Emily si sentì improvvisamente piccola sotto il peso del suo sguardo. «Non pensavo fosse pericoloso. Stavo solo cercando un buon punto per scattare qualche foto.»

L'incontro che cambiò tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora