Capitolo 5: La luce del mattino

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La prima cosa che Emily notò fu il profumo del legno bruciato. Il fuoco nel camino era quasi spento, ridotto a un bagliore rosso che si rifletteva sulle pareti della baita. Si stiracchiò lentamente sotto la coperta, cercando di orientarsi. La pioggia era cessata, e attraverso la finestra poteva vedere il cielo tingersi dei primi colori dell’alba.

Si voltò verso Nicolas, che era seduto sulla poltrona accanto al camino, con il viso appoggiato a una mano e gli occhi chiusi. Il suo respiro era lento, regolare, e sembrava quasi vulnerabile nella quiete del mattino. Emily si chiese se lui dormisse davvero o se fosse semplicemente perso nei suoi pensieri, come sembrava accadere così spesso.

Si alzò in punta di piedi, cercando di non fare rumore. Sentiva il bisogno di catturare quel momento, così autentico e puro. Prese la macchina fotografica e si avvicinò alla finestra, puntando l’obiettivo verso l’esterno. La luce del sole che filtrava tra gli alberi creava un’atmosfera surreale, come se il mondo stesso stesse trattenendo il respiro.

Ma mentre sistemava l’inquadratura, sentì una voce alle sue spalle. «Ti piace il mattino presto?»

Emily si voltò di scatto, trovando Nicolas che la guardava con un’espressione assonnata ma curiosa. «Scusa, non volevo svegliarti,» disse, abbassando la macchina fotografica.

Lui fece un cenno di diniego. «Non dormivo. Solo... pensavo.»

Emily inclinò la testa, osservandolo con attenzione. «A cosa?»

Nicolas esitò, poi alzò le spalle. «Al fatto che è difficile smettere di pensare quando si è soli.»

Emily si avvicinò, posando la macchina fotografica sul tavolo. «Non sei più solo adesso.»

Lui la guardò, i suoi occhi scuri che sembravano leggerle dentro. «Non ancora.»

Emily sentì un nodo formarsi nel petto. «Cosa significa?»

Nicolas distolse lo sguardo, fissando il camino ormai spento. «Significa che non so se riesco a lasciarmi andare. Non voglio trascinarti nei miei problemi.»

Emily si sedette accanto a lui, senza distogliere lo sguardo. «Sei tu che decidi se vuoi restare solo o meno. Ma non puoi proteggere qualcuno allontanandolo. A volte, le persone vogliono stare vicino anche quando è complicato.»

Nicolas sembrava lottare con le sue parole. Poi si voltò verso di lei, e nel suo sguardo c’era qualcosa di crudo, di vero. «Non voglio perderti,» mormorò. «Ma ho paura di lasciarti entrare.»

Emily sorrise appena, posandogli una mano sul braccio. «Forse possiamo iniziare con piccoli passi.»

Una passeggiata dopo la tempesta

Dopo aver fatto colazione con il poco cibo che Nicolas aveva nella baita – un po’ di pane e marmellata, accompagnati da tè caldo – decisero di tornare insieme al villaggio. Il sentiero, bagnato dalla pioggia, brillava sotto la luce del sole. Emily camminava accanto a Nicolas, il silenzio tra di loro interrotto solo dal cinguettio degli uccelli.

«Non hai mai pensato di tornare alla musica?» chiese Emily, rompendo il silenzio.

Nicolas scosse la testa. «Non più. Era parte di chi ero, ma quella parte di me non esiste più.»

«Non credo sia vero,» rispose lei. «La musica è dentro di te, Nicolas. Non puoi spegnerla come una lampada.»

Lui rimase in silenzio per un momento, poi si fermò, guardandola. «E tu? Cosa hai lasciato indietro per venire qui?»

Emily abbassò lo sguardo, sentendo il peso della domanda. «Ho lasciato una vita che pensavo fosse perfetta,» ammise. «Un uomo che credevo mi amasse, ma che mi ha tradita. Ho lasciato la mia carriera, la mia casa. Tutto.»

L'incontro che cambiò tuttoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora