Il mattino successivo, Emily si svegliò presto, i primi raggi del sole che filtravano dalle tende sottili della piccola finestra. Per la prima volta da mesi, si sentiva leggera. Non era un sollievo completo – i pensieri del passato erano ancora lì, come ombre che non voleva guardare troppo da vicino – ma il villaggio sembrava offrirle una tregua. L’aria frizzante, il silenzio interrotto solo dal cinguettio degli uccelli, e quella sensazione di essere lontana da tutto le davano un senso di pace che non aveva provato da tempo.
Decise di portare avanti il suo progetto fotografico. Aveva bisogno di un tema per la mostra che sperava di organizzare al suo ritorno, qualcosa che fosse diverso dai soliti paesaggi urbani. Voleva catturare l’autenticità di quel villaggio, la sua semplicità e la sua bellezza senza tempo.
Con la macchina fotografica al collo, si diresse verso il bosco, la luce del mattino che filtrava tra i rami creando un’atmosfera quasi magica. Ogni passo sul terreno morbido la faceva sentire più radicata, come se quel luogo stesse lentamente diventando parte di lei.
Non si aspettava di incontrarlo di nuovo. Ma era lì.
Nicolas era seduto su una grande roccia vicino al ruscello, un libro aperto tra le mani. L’espressione sul suo viso era concentrata, quasi severa, come se fosse immerso in pensieri lontani. Emily si fermò, incerta se andare avanti o tornare indietro. Ma proprio in quel momento, lui alzò lo sguardo e la vide.
«Sei dappertutto, eh?» disse Nicolas, la voce bassa e un accenno di ironia negli occhi.
Emily si costrinse a sorridere, anche se il suo cuore batteva più veloce. «Non pensavo di trovarti qui. Non volevo disturbarti.»
«Non disturbi,» rispose lui, chiudendo il libro con calma. «Ma di solito la gente del villaggio non si avventura così spesso nel bosco.»
«Non sono del villaggio,» ribatté lei, stringendo la macchina fotografica. «E comunque, non sono qui per caso. Sto cercando ispirazione per un progetto fotografico.»
Nicolas la osservò per un istante, il suo sguardo che sembrava leggere qualcosa dentro di lei. Poi si alzò, avvicinandosi di qualche passo. «E cosa hai trovato finora?»
Emily esitò, sorpresa dalla domanda. «Luce. Ombre. Silenzio. È diverso da tutto quello che ho fotografato prima.»
Lui accennò un sorriso appena percettibile, uno di quelli che sembravano quasi rubati. «Qui il silenzio non manca.»
«A quanto pare nemmeno i segreti,» disse Emily senza pensare, subito pentendosi delle sue parole.
Nicolas inclinò leggermente la testa, il sorriso che spariva. «E perché ti interessano i segreti?»
«Non mi interessano,» si affrettò a dire lei. «È solo che... questo posto sembra nascondere qualcosa. Non saprei spiegartelo.»
Nicolas non rispose subito. Sembrava studiarla, come se stesse decidendo se fidarsi o meno di lei. «Forse sei tu a portare i tuoi segreti qui,» disse infine. «E li stai proiettando su questo posto.»
Emily lo guardò, sorpresa dalla sua osservazione. «Forse,» ammise, abbassando lo sguardo. «O forse è solo una mia impressione.»
Il vento sollevò una ciocca di capelli di Emily, facendola ricadere davanti al viso. Nicolas la osservò per un istante, poi allungò la mano, spostando delicatamente la ciocca dietro l’orecchio. Il suo tocco fu rapido, quasi impercettibile, ma sufficiente a farle trattenere il respiro.
«Stai attenta nel bosco,» disse poi, la voce più morbida. «Non tutti i percorsi sono sicuri.»
Emily annuì, incapace di rispondere. E poi, prima che potesse trovare qualcosa da dire, lui si allontanò, camminando con passo sicuro tra gli alberi fino a scomparire alla sua vista.
Rimase lì ancora per qualche minuto, cercando di calmare il tumulto che sentiva dentro. Era un uomo complicato, quello era evidente. Eppure, c’era qualcosa in lui che la attirava, qualcosa che non riusciva a spiegare. Era più di una semplice curiosità.
Era come se quel luogo, e quell’uomo, la stessero sfidando a guardare più a fondo dentro se stessa.
Il resto della giornata trascorse lentamente, come se il tempo stesso avesse rallentato per adeguarsi alla quiete del villaggio. Emily si ritrovò a camminare senza meta tra le stradine acciottolate, la mente persa in mille pensieri. Non riusciva a togliersi Nicolas dalla testa: il suo sguardo, il modo in cui le sue parole sembravano arrivare dritte al punto, la rapidità con cui si era allontanato, lasciandola con più domande che risposte.
Si fermò davanti alla bottega di Rosa, indecisa se entrare. Magari avrebbe potuto chiedere qualcosa in più su di lui senza destare sospetti. Ma prima che potesse decidere, la porta si aprì e Nicolas ne uscì, tenendo tra le mani una piccola borsa di carta. La sua espressione era neutra, ma quando i suoi occhi incrociarono quelli di Emily, qualcosa lampeggiò per un istante, come un'ombra fugace che attraversa la superficie di un lago.
«Non pensavo di trovarti qui,» disse Emily, cercando di mascherare il suo nervosismo con un sorriso.
«È il mio villaggio,» rispose lui, stringendo leggermente le spalle. «Tu, invece, sei nuova. Tutti qui si chiedono chi sei.»
«Davvero?» Emily rise piano. «Spero di non aver dato troppo nell’occhio.»
Nicolas alzò un sopracciglio, il cenno appena percettibile di un sorriso sulle labbra. «In un posto così piccolo, è impossibile non notare una novità.»
C'era qualcosa nel modo in cui la guardava, qualcosa che faceva accelerare il battito del cuore di Emily. Sentiva la pressione del suo sguardo come un peso dolce e allo stesso tempo insostenibile. Non era solo attrazione – o forse lo era, ma c'era qualcosa di più profondo. Una curiosità reciproca, una tensione che sembrava pulsare tra di loro.
«Mi dispiace se ho disturbato la tua routine,» disse Emily, cercando di spezzare il silenzio.
«Non hai disturbato niente,» rispose lui con calma. «Ma qui non siamo abituati agli sconosciuti. Non è un posto per turisti, sai.»
«Non sono qui per fare la turista,» ribatté Emily, più seria di quanto avesse intenzione. «Sono qui per... trovare qualcosa.»
Nicolas la osservò per un lungo momento, come se stesse cercando di decifrarla. «E cosa pensi di trovare?»
Emily esitò. Non aveva una risposta chiara, nemmeno per se stessa. «Non lo so ancora. Forse pace. Forse me stessa.»
Lui annuì lentamente, come se trovasse una sorta di verità in quelle parole. Poi, senza aggiungere altro, si voltò per andarsene.
Ma Emily non voleva lasciarlo andare così facilmente. «E tu?»
Nicolas si fermò, senza girarsi. «Io cosa?»
«Cosa cerchi qui?»
Il silenzio che seguì sembrò durare un’eternità. Poi, con voce bassa e quasi impercettibile, disse: «Io cerco di non perdere quello che ho già perso.»
E con quelle parole, se ne andò, lasciandola immobile al centro della strada, con un peso nel petto che non sapeva spiegare.
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Pomeriggio nella casa di Emily
Rientrata nella sua casetta, Emily si lasciò cadere sul divano, le immagini di Nicolas che si sovrapponevano nella sua mente come una sequenza di scatti fotografici. Non poteva fare a meno di chiedersi cosa volesse dire con quelle parole. «Non perdere quello che ho già perso.» Era una frase criptica, intrisa di dolore, che sembrava raccontare più di quanto lui fosse disposto a dire.
Decise di distrarsi sistemando le sue foto. Aveva scattato immagini stupende quella mattina, catturando la luce del sole che si rifletteva sul ruscello e i giochi d’ombra tra gli alberi. Ma una foto in particolare catturò la sua attenzione. Era una ripresa casuale, scattata pochi istanti prima di incontrare Nicolas. Eppure, nel margine sinistro, si vedeva chiaramente la sua figura, sfocata ma inconfondibile, un’ombra silenziosa nel paesaggio.
Emily si trovò a fissare quella foto per un tempo che non riuscì a quantificare. C’era qualcosa in quella figura, in quel momento, che sembrava racchiudere tutta l’atmosfera del luogo. Misteriosa. Solitaria. Magnetica.
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L'incontro che cambiò tutto
ChickLitEmily, fotografa in fuga da un passato doloroso, trova rifugio in un villaggio di montagna, dove incontra Nicolas, un musicista tormentato che ha abbandonato i suoi sogni. Uniti dalla passione per l'arte e dal desiderio di rinascita, insieme trasfor...