𝟏𝟕.

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DUSAN'S POV

Rimango a guardarla mentre ride, il suono della sua voce che riecheggia tra gli alberi del parco.

È una risata autentica, limpida, come se per un attimo tutte le barriere che ci hanno separato si fossero sciolte.

È così bella quando ride, e il fatto che io sia parte di quel momento mi riempie di un calore che non sentivo da tempo.

La sua mano è ancora intrecciata alla mia, calda e rassicurante, e faccio un piccolo passo verso di lei, cercando di prolungare questa sensazione.

«Scusami per Vera» dico con un sorriso, scuotendo leggermente la testa
«È un uragano che non si può fermare»

Silvia mi guarda con un'espressione divertita.

«Non preoccuparti. In un certo senso, credo che avessimo bisogno del suo entusiasmo per... alleggerire l'atmosfera»

Annuisco, ma poi lascio che il silenzio cali tra di noi per un momento.

Non un silenzio pesante, questa volta, ma uno che sembra riempirsi di tutte le cose che non abbiamo detto.

Il mio pollice scorre piano sul dorso della sua mano, un gesto istintivo, mentre cerco di trovare le parole giuste.

«Silvia» inizio, la mia voce bassa
«Voglio che tu sappia una cosa. So che questo... che noi... non sarà facile. So che ho molto da dimostrare e poco da chiedere. Ma non voglio che tu dubiti di quanto sono serio riguardo a noi»

Lei mi guarda, i suoi occhi che brillano di una luce che non riesco a decifrare.

«Non ho dubbi sul fatto che tu sia serio, Dusan. Ma essere seri non basta. Voglio sentirmi al sicuro, con te. Voglio poter credere che non mi lascerai più andare»

Le sue parole mi colpiscono, ma non mi sorprendo.

So di averle fatto del male, so quanto ho sbagliato.

E so che devo dimostrarle che può fidarsi di me, che posso essere l'uomo di cui ha bisogno.

«Non ti lascerò più andare» le prometto, la mia voce ferma, decisa
«Questa volta, rimarrò accanto a te, sempre. Anche nei momenti difficili. Non scapperò mai più»

Silvia abbassa lo sguardo per un attimo, e per un istante temo di aver detto troppo, o troppo poco.

Ma poi alza di nuovo gli occhi su di me, e vedo una nuova determinazione nel suo sguardo.

«Voglio crederti» dice piano
«Voglio davvero crederti, Dusan. Ma devi capire che ci vorrà tempo»

«Lo capisco» rispondo subito
«E sono disposto ad aspettare. Non importa quanto tempo ci vorrà. Tu vali ogni secondo, Silvia»

Lei mi guarda, e poi annuisce lentamente.

«Allora vedremo» mormora, ma nella sua voce c'è una traccia di speranza che non c'era prima.

Mi permetto di avvicinarmi di più, e quando non si ritrae, faccio scivolare una mano sulla sua guancia, il mio pollice che accarezza la sua pelle.

È così morbida, così calda, e per un attimo dimentico tutto il resto.

Siamo solo noi due, sotto le luci soffuse del parco, con la neve che scricchiola appena sotto i nostri piedi.

«Grazie» le dico, e la mia voce é appena un sussurro
«Per avermi dato questa possibilità»

Lei sorride, un sorriso lieve ma sincero, e per un attimo mi sembra di poter vedere un futuro migliore davanti a noi.

Restiamo così, in silenzio, a guardarci, finché non sono io a rompere l'incanto.

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⏰ Ultimo aggiornamento: 4 hours ago ⏰

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𝐜𝐨𝐥𝐥𝐢𝐝𝐞||dusan vlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora