𝟏𝟔.

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SILVIA'S POV

Camminiamo fianco a fianco, ma il peso di tutto ciò che abbiamo detto e di ciò che non abbiamo ancora affrontato sembra appesantire ogni passo.

Non riesco a ignorare più la tensione tra noi.

È come una corda tesa, pronta a spezzarsi al minimo movimento.

Arriviamo a un piccolo parco, e per un momento mi fermo, attirata dalla quiete.

La luce dei lampioni crea riflessi dorati sullo strato sottile di neve che ricopre l'erba.

Dusan si ferma accanto a me, osservandomi.

Lo sento.

Non posso continuare così, con questa confusione che mi consuma.

Ho bisogno di chiarezza, anche se mi fa paura.

«Dusan...» inizio senza guardarlo
«Sì?» La sua voce è bassa, quasi incerta, come se stesse camminando sul ghiaccio sottile.

Mi giro verso di lui, incrociando finalmente il suo sguardo.

Nei suoi occhi c'è una sincerità che mi disarma, ma non basta.

Non ancora.

«Se dobbiamo parlare, facciamolo adesso. Non voglio continuare a trascinarmi questo peso. Non voglio continuare a evitarti»

Lui annuisce, come se stesse aspettando queste parole.

«Va bene. Parliamo»

Respiro profondamente, cercando di mettere ordine tra i miei pensieri.

«Dusan, quello che è successo tra di noi... non è stato facile da superare. Mi hai ferita. Ero convinta che tu fossi la mia certezza, e invece tutto è crollato»

Lui abbassa lo sguardo, e per un attimo vedo un'ombra di dolore attraversargli il volto.

«Lo so, Silvia. E non smetterò mai di pentirmi per quello che ho fatto. Ma... non posso tornare indietro. Posso solo dirti che non commetterò mai più lo stesso errore. Tu sei importante per me. Sei sempre stata importante»

Sento un nodo stringersi alla gola, ma lo costringo a continuare.

«Allora perché mi hai lasciata andare? Perché non hai lottato per noi quando ne avevamo più bisogno?»

Lui alza lo sguardo, e i suoi occhi incontrano i miei, intensi, quasi imploranti.

«Perché ero stupido. Perché avevo paura. Credevo che fosse più facile arrendermi che affrontare quello che stava succedendo tra noi. Ma mi sbagliavo. E adesso sto cercando di rimediare»

Rimango in silenzio per un momento, lasciando che le sue parole si depositino dentro di me.

C'è una parte di me che vuole credere a tutto, ma un'altra che è ancora bloccata dalla paura.

«Non è così facile, Dusan. Non posso semplicemente dimenticare tutto e tornare come prima»

«Non voglio che dimentichi, Silvia. Voglio che mi dia una possibilità per dimostrarti che sono cambiato. Voglio fare le cose per bene, questa volta. Voglio che tu sia felice, anche se significa che devo aspettare. Ma non smetterò mai di lottare per te»

La sua voce è così sincera che mi lascia senza parole.

Gli occhi mi si riempiono di lacrime, e mi odio per sentirmi così vulnerabile.

Ma forse è proprio questo il punto.

«Dusan...» sussurro, sentendo il muro che ho costruito attorno al mio cuore iniziare a cedere.

𝐜𝐨𝐥𝐥𝐢𝐝𝐞||dusan vlahovicDove le storie prendono vita. Scoprilo ora