Clara si irrigidì improvvisamente, come se avesse visto qualcosa che aspettava da tempo. I suoi occhi si spalancarono, e le mani iniziarono a stringere nervosamente il bicchiere vuoto che teneva ancora in mano. Sul suo volto apparve un sorriso illuminato da una felicità spontanea, ma era evidente anche una sottile agitazione, come se il momento che stava per vivere fosse tanto atteso quanto carico di emozione.
Sel notò il cambiamento, ma decise di non voltarsi. Invece, continuò a guardare l'amica, incuriosita da quella danza di emozioni che si alternavano sul suo viso. Le guance di Clara sembravano arrossarsi leggermente, e il suo respiro era più rapido, come se cercasse di trattenere l'euforia. L'agitazione si rifletteva nel modo in cui le sue labbra si contraevano appena, come se avesse mille cose da dire ma non trovasse le parole.
Poi, un ragazzo alto si fermò accanto a loro, sulla destra. Sel lo notò appena con la coda dell'occhio, ma non si voltò subito. Lui, tuttavia, non passava inosservato. Aveva una figura imponente, con spalle larghe e una postura sicura che non risultava arrogante. I capelli scuri erano pettinati in modo impeccabile, e i suoi occhi azzurri sembravano brillare di una luce calda e rassicurante.
Alla fine, Sel si girò e lo vide allungare la mano verso di lei con un gesto semplice ma pieno di educazione. La sua voce, quando parlò, era più gentile di quanto si aspettasse da qualcuno con un aspetto così carismatico. "Piacere, Alex," disse, con un sorriso sincero che non cercava di impressionare.
Sel si sentì un po' colta di sorpresa, ma gli strinse la mano senza esitazione, sentendo la sua stretta sicura ma non invadente. "Sel," rispose, presentandosi con il suo nome e null'altro, lasciando che la sua semplicità parlasse per lei.
Con la coda dell'occhio, notò Clara che sembrava ancora più agitata. Si muoveva appena, come se non sapesse dove mettere le mani, e il suo sguardo saltava da Sel ad Alex con una certa emozione. Non c'era dubbio: per Clara, quel momento aveva un significato particolare, e la sua eccitazione era impossibile da nascondere.
Alex si girò verso Clara con un sorriso che sembrava illuminare la stanza. Era un sorriso genuino, morbido e pieno di calore, e Sel, osservandoli, non poteva fare a meno di pensare che quello fosse il significato dell'amore. Un gesto così semplice, ma carico di emozione e complicità. Clara, che stava ancora cercando di mantenere il controllo di sé, arrossì visibilmente e gli rispose con un sorriso ancora più grande, o almeno così sembrava agli occhi di Sel. Era come se si sfidassero a chi riuscisse a trasmettere più dolcezza con un solo sguardo.
Alex, dopo quel momento intenso ma delicato, si voltò nuovamente verso entrambe e iniziò a parlare con la sua voce tranquilla e rilassante. Parlò della festa, spiegando quanto fosse stato complesso organizzare tutto.
"Ci sono il senatore Carter, che sta portando avanti quella campagna sui rifugi per i senzatetto, e l'assessore Montgomery, che gestisce le politiche ambientali di Los Angeles," disse con nonchalance, quasi come se fosse normale trovarsi circondati da personaggi così influenti. "Poi c'è anche Eleanor Shaw, la magnate dell'editoria... È stata lei a sponsorizzare una delle mostre d'arte che ho curato recentemente."Mentre parlava, Sel notava come ogni tanto Alex e Clara si scambiassero piccoli gesti d'affetto: una carezza appena visibile sul braccio, un sorriso rapido e complice che sembrava dire mille cose senza bisogno di parole. Erano gesti così naturali che trasudavano un'intimità rara. Non poteva non pensare quanto fossero una bella coppia. Alex era affascinante e sicuro di sé, Clara sembrava radiosa e serena accanto a lui.
Li guardava, felice per loro. Era da tanto che sognava un amore così, qualcosa che sembrasse uscito da un film romantico. Una connessione che non fosse solo fisica, ma anche profonda e sincera. Non era ancora arrivato per lei, ma vedere la sua amica vivere quel sogno le dava speranza. "Almeno Clara ce l'ha fatta," pensò con un sorriso appena accennato. Anche se non era lei a viverlo, era comunque bello sapere che l'amore, quello vero, esisteva davvero.
Sel continuava ad ascoltare Alex che parlava con il suo tono pacato. Ogni tanto annuiva in segno di attenzione, anche se la sua mente vagava altrove. I suoi occhi si posavano sul buio fuori dalla grande vetrata. Il cielo era nero come velluto, spezzato qua e là da stelle tremolanti che sembravano giocare a nascondersi tra le poche nuvole di passaggio. La notte era silenziosa, quasi immobile, eppure le stelle brillavano come piccole luci di speranza.
Di tanto in tanto, osservava gli ospiti intorno a lei. Un uomo in giacca di velluto blu sorseggiava del vino rosso con eleganza, parlando animatamente con una donna dai capelli biondo platino che sembrava pendere dalle sue labbra. Non lontano, un gruppo di giovani, probabilmente più vicini alla sua età, rideva sommessamente mentre brindava con flûte di champagne. Ogni persona sembrava parte di un quadro perfetto, ognuno immerso nel proprio mondo fatto di dialoghi scintillanti e gesti raffinati.
Improvvisamente, sentì una voce che la chiamava. All'inizio le parve lontana, come un'eco. Poi di nuovo, più vicino. Il suo nome fu ripetuto con un tono leggermente più deciso, e si voltò di scatto, abbandonando il paesaggio e i suoi pensieri. Davanti a lei c'era un ragazzo alto, con capelli ricci che gli incorniciavano il viso. Sembrava divertirsi osservandola, come se trovasse la sua esitazione particolarmente simpatica.
Cercò subito Clara o Alex con lo sguardo, sentendo un'improvvisa sensazione di disagio. Notò la sua amica appena dietro al ragazzo, il sorriso che le illuminava il volto e uno sguardo pieno di aspettative che parlava da sé.
Il ragazzo allungò una mano verso di lei con un sorriso sicuro. "Ciao, piacere, sono Harry".
Sel rimase per un istante spiazzata. Quel nome le suonava familiare: era lo stesso che Clara aveva menzionato durante la sessione di trucco. Era il fratello di Alex, quello di cui le avevano parlato. Si sentì subito a disagio, la pressione di quelle aspettative diventava palpabile.
Stringendo la mano di Harry solo per un attimo, rispose con un tono asciutto: "Sel." Nient'altro, nessun sorriso. Non riusciva a guardarlo negli occhi, non per timidezza ma per una sorta di nervosismo e agitazione. Il suo sguardo si alzò invece verso Clara, e la fulminò. Ma l'amica continuava a sorridere, del tutto incurante della sua reazione.

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La Confraternita di Ferro
VampireNella Los Angeles notturna, tra grattacieli e vicoli oscuri, si diffonde una leggenda sussurrata solo nelle ore più buie: la Confraternita di Ferro. Questo antico clan di vampiri, composto da creature potenti e antiche, vive nell'ombra per protegger...