14

8 1 0
                                    

Sel salì in macchina lentamente, ancora immersa nei suoi pensieri. La scomparsa improvvisa di Clara dalla sua routine quotidiana la metteva a disagio. L'amica non era il tipo da sparire senza avvisare. Anche nei momenti di maggiore confusione o impegni, si assicurava sempre di mandarle un messaggio, anche solo per una breve spiegazione. Ma questa volta, nulla. Nessuna notifica, nessuna chiamata.
Sel appoggiò la borsa sulle ginocchia e fissò il parabrezza, cercando di scacciare la crescente ansia. "Forse è solo occupata con Alex," pensò, anche se quel pensiero non riusciva a convincerla del tutto. Clara era entusiasta di Alex, sì, ma non al punto da dimenticare completamente tutto il resto.

Harry, seduto accanto a lei, mise in moto la macchina. Il motore emise un ruggito profondo e poi si stabilizzò in un suono fluido e costante. Mentre guidava, ogni tanto lanciava uno sguardo verso Sel. La sua espressione assorta e preoccupata gli faceva venire voglia di dire qualcosa, di rompere quel silenzio carico di pensieri. Ma si trattenne. Sapeva che c'era qualcosa di delicato in lei, qualcosa che non poteva essere affrontato con leggerezza.
Mentre guidava, i suoi occhi tornavano spesso su di lei, incapaci di distogliersi per troppo tempo. Non era solo attrazione, non in senso fisico almeno. Era un'ammirazione profonda per la sua essenza, per quel modo in cui Sel sembrava affrontare il mondo con una fragilità che nascondeva una forza sottile.
Ma dentro di sé, si sentiva in conflitto. Quanto poteva durare questa connessione? Quanto sarebbe rimasto intatto quel fragile equilibrio se avesse deciso di dirle la verità? Pensava a ciò che era, alla sua natura. Essere un vampiro non era solo un'etichetta: era una condizione che definiva ogni aspetto della sua esistenza. E se Sel avesse scoperto chi era realmente?
Harry sapeva che il rischio era enorme. La sua stessa famiglia aveva una storia segnata dal dolore di legami con gli umani. Alex lo aveva avvisato più volte. "Non lasciarti coinvolgere troppo, Harry. Sono fragili, e noi... siamo troppo pericolosi per loro."
Ricordava la storia di Alex, quella ferita che ancora bruciava nonostante i secoli passati. Alex si era innamorato di un'umana, e l'amore era stato reciproco, profondo e travolgente. Ma il bisogno innato dei vampiri di proteggere e possedere ciò che amavano si era trasformato in un'ossessione pericolosa. Alla fine, tutto era crollato in tragedia, lasciando Alex con un vuoto che non era mai riuscito a colmare.
Harry non voleva che accadesse lo stesso a lui. Eppure, ogni volta che guardava Sel, sentiva qualcosa di strano e potente dentro di sé. Un impulso primordiale di proteggerla, di essere vicino a lei.
Ma c'era una linea che non poteva permettersi di oltrepassare. Fino a quel momento, quel bisogno non si era trasformato in qualcosa di fisico. Sapeva che quando un vampiro si innamorava, il desiderio fisico diventava quasi insopportabile. Non era semplicemente attrazione: era un bisogno radicato, un legame animale che poteva sfuggire al controllo.
Harry strinse le mani attorno al volante, concentrandosi sulla strada davanti a sé. Doveva stare attento, doveva mantenere il controllo.

Sel, nel frattempo, cercava di rilassarsi. Si passò una mano tra i capelli, sistemando qualche ciocca sfuggita dallo chignon, e poi si voltò verso Harry, osservandolo per un momento. Non poteva fare a meno di notare il modo in cui i suoi occhi si illuminavano ogni volta che le rivolgeva uno sguardo. Era difficile non arrossire sotto quella sua attenzione, così intensa e concentrata.
Sembrava sempre così sicuro di sé, così inarrivabile, eppure c'era qualcosa in lui che la metteva a suo agio. La sua presenza era rassicurante, ma allo stesso tempo misteriosa, come se nascondesse un intero mondo che lei non poteva nemmeno immaginare.
"Grazie per il passaggio," disse Sel, rompendo il silenzio.
Harry le rivolse un sorriso rapido, uno di quelli che sembravano avere il potere di sciogliere ogni tensione.
"Non c'è di che. Non potevo lasciarti aspettare Clara tutto il giorno."
Sel abbassò lo sguardo, giocando con la cerniera della sua borsa.
"A proposito, non so dove sia finita Clara. Non mi ha avvisato, e di solito lo fa sempre."
Harry non rispose subito. Si limitò a lanciare uno sguardo alla strada, i suoi pensieri che vagavano. Non era sicuro di cosa dire. Alex gli aveva parlato della sua intenzione di trascorrere la giornata con Clara, ma non voleva rivelare troppo.
"È con Alex, non preoccuparti. Probabilmente è solo presa da... altre cose."
Sel annuì, ma dentro di sé non si sentiva completamente rassicurata. C'era qualcosa di strano in tutta quella situazione, ma decise di non insistere.

Harry, intanto, cercava di ignorare il battito accelerato del cuore di Sel, un suono che per lui era come una melodia ipnotica. Ogni volta che erano vicini, il cuore di Sel sembrava accelerare, e Harry non poteva fare a meno di chiedersi se fosse per lui. Sapeva di avere un certo effetto sugli umani, ma con lei era diverso. Era la sua semplicità, la sua naturalezza, a renderla così speciale.
Mentre guidava, pensava a quanto fosse affascinato da lei. Ogni gesto, ogni sorriso, ogni parola sembrava carica di una bellezza naturale e genuina che raramente aveva incontrato nella sua lunga esistenza. Non era solo la sua bellezza esteriore a colpirlo, ma la luce che sembrava emanare dall'interno.
Eppure, non poteva ignorare il fatto che Sel fosse umana. Fragile, mortale. Un legame con lei sarebbe stato complicato, rischioso. Ma ogni volta che cercava di razionalizzare i suoi sentimenti, qualcosa dentro di lui lo spingeva a ignorare quei pensieri razionali.
"Cosa c'è di così speciale in lei?" si chiese Harry, anche se sapeva già la risposta. Non c'era una spiegazione logica. Era qualcosa che sentiva, un istinto, un'emozione che non riusciva a controllare.
Quando finalmente arrivarono sotto casa di Sel, Harry si fermò con un gesto fluido e preciso, come se ogni suo movimento fosse stato calcolato al millimetro.
"Grazie ancora," disse Sel, sorridendo mentre afferrava la borsa.
Harry si voltò verso di lei, il suo sguardo intenso. "Ci vediamo più tardi," disse semplicemente, senza darle il tempo di rispondere.
Sel lo guardò per un momento, confusa. "Più tardi?" pensò, ma prima che potesse chiedere spiegazioni, Harry ripartì, lasciandola lì, con un misto di confusione e una strana felicità che non riusciva a spiegare.
Harry, nel frattempo, guidava via con un sorriso leggero sulle labbra. Anche se Alex gli aveva detto di stare attento, non poteva fare a meno di voler trascorrere più tempo con lei. Sapeva però che doveva procedere con cautela. "Devo essere prudente," si disse. Ma una parte di lui non riusciva a trattenere l'emozione crescente ogni volta che era vicino a lei.
Forse, per una volta, avrebbe potuto concedersi di seguire il cuore invece della ragione.

La Confraternita di FerroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora