Sel si infila il vestito con una certa fatica, tirandolo con attenzione per non rovinare il trucco o strapparne il delicato tessuto. Era più aderente di quanto avrebbe preferito, avvolgendole il corpo in modo piuttosto definito, ma almeno non era troppo scollato o rivelatore. Si guarda brevemente le braccia, coperte dalle mezze maniche morbide, e sospira. Non era il suo genere, ma l'acquamarina del tessuto sembrava quasi fatto apposta per lei.
"Okay," dice infine, lisciando l'abito con le mani e alzando la voce per farsi sentire. "Sono pronta. Puoi voltarti."
Quando l'amica si gira verso di lei, spalanca la bocca in un'espressione teatrale che forma una perfetta "o". Sel la osserva per un momento, trattenendo un sorriso, chiedendosi come faccia a non farsi cadere la mascella con quella posa così caricata.
Dopo un istante di immobilità, la sua truccatrice e stilista personale si ricompone e si avvicina a lei. Senza dire nulla, le prende delicatamente una mano e la guida in un giro completo su se stessa. Gli occhi di Clara brillano, pieni di una soddisfazione quasi infantile."Sei un capolavoro," sussurra alla fine, più per se stessa che per l'amica.
In quel momento, si ritrova a pensare a quanto fosse fortunata. Nella sua vita, che spesso aveva conosciuto la solitudine e la malinconia, era riuscita a trovare un'amica così sincera e genuina. Qualcuno che non cercava mai di cambiarla, ma che sapeva esaltare le sue qualità come un artista con una tela.
L'amica fa un passo indietro, e con un gesto teatrale tira via il foulard rosso che copriva lo specchio, scoprendolo con un movimento fluido.Sel rimane senza parole.
Davanti a lei si riflette un'immagine quasi irriconoscibile, ma incredibilmente bella. Gli occhi sono messi in risalto da un ombretto blu scuro, sfumato verso i bordi con una punta di nero che dona profondità e mistero allo sguardo. L'eyeliner è sottile ma deciso, tracciato con precisione per allungare la forma naturale dei suoi occhi senza appesantirli. Le labbra sono delicate, di un colore naturale ravvivato da un gloss trasparente con minuscoli brillantini che scintillano ad ogni movimento, rendendole piene e luminose. Il suo viso, scolpito da un sapiente gioco di luci e ombre, sembra quasi quello di un'altra persona, più sofisticata, più sicura di sé. Non era come si era immaginata, ma era bellissima.
Il vestito completa il quadro. La seta color acquamarina scivola sul suo corpo, seguendo le linee naturali senza mai essere volgare. Sul davanti, due sottili intrecci ornano il busto, aggiungendo un dettaglio elegante e delicato. La schiena, in parte scoperta, è incorniciata da un gioco di lacci che si uniscono al centro, creando un motivo armonioso. Le mezze maniche avvolgono con grazia le sue braccia, mentre la vita stretta evidenzia i suoi fianchi senza stringere troppo. Il tessuto, morbido e fluido, ondeggia leggermente ogni volta che si muove, catturando la luce con riflessi discreti ma affascinanti.Sel si osserva, incredula, cercando di riconoscere quella donna nello specchio. Per la prima volta in molto tempo, si sentiva davvero bella, senza riserve. E tutto questo, pensò, era merito di quella ragazza che ora sedeva sul letto, osservandola con un sorriso soddisfatto e orgoglioso.
Clara rimase ferma per un lungo istante, ammirando Sel come se non riuscisse a staccare gli occhi dal capolavoro che aveva creato. "Sei perfetta," mormorò infine, con un sorriso pieno di soddisfazione. Ma poi, improvvisamente, come se si fosse ricordata di avere a sua volta una festa a cui prepararsi, scattò in piedi. "Adesso tocca a me! Dammi dieci minuti!" esclamò, correndo fuori dalla stanza e scomparendo in direzione del bagno.
Rimasta sola, decise di passeggiare per casa, per ingannare l'attesa. Non era mai stata un tipo paziente e quel tempo morto la metteva a disagio. Mentre gironzolava tra gli ambienti, qualcosa attirò la sua attenzione: due foto incorniciate, posate su una mensola che non aveva mai notato prima.
Si avvicinò alla prima e inclinò leggermente la testa. La foto, sbiadita dal tempo, sembrava appartenere a un'epoca lontana, probabilmente agli inizi del '900. In essa, una giovane donna sorrideva timidamente accanto a un ragazzo, che le teneva una mano dietro la schiena. Osservò meglio la ragazza: la somiglianza con Clara era impressionante. I tratti erano identici, come se fosse proprio lei.
La foto era consumata, con i bordi leggermente ingialliti e piccoli graffi che ne rovinavano la superficie. Sel si perse per un momento, immaginando la scena al tempo in cui poteva essere stata scattata. Pensò ai cavalli con le carrozze che probabilmente passavano dietro i due ragazzi, al suono delle ruote sul selciato, all'odore della polvere e del cuoio delle redini. Era un'immagine vivida nella sua mente, tanto che quasi poteva sentirne gli echi.
Scosse leggermente la testa, tornando al presente, e i suoi occhi si posarono sulla seconda foto. In quella, sembrava la stessa giovane donna — ancora una volta incredibilmente simile a Clara, senza nemmeno un accenno di invecchiamento — si trovava in piedi da sola davanti alle Torri Gemelle. La foto era più moderna, nitida, e il contrasto con la precedente era stridente.
Sel sentì un brivido scorrerle lungo la schiena.
C'era qualcosa di sbagliato, una strana sensazione che non riusciva a spiegare. Il sorriso sulla bocca della ragazza nella seconda foto le sembrava... forzato. Il fatto che non fosse invecchiata di un giorno tra le due immagini, separate da almeno un secolo, era un dettaglio che non poteva ignorare. Sel provò una sorta di brutto presentimento, una tensione indefinibile che le pesava sul petto.
Scosse di nuovo la testa, cercando di scrollarsi di dosso quella sensazione. Era stanca, forse troppo suggestionabile."Pronta!" gridò Clara all'improvviso, spezzando il silenzio e facendo sobbalzare Sel.
Lanciò un'ultima occhiata alle due foto, cercando di reprimere i pensieri che le affollavano la mente, e si diresse verso la stanza dove l'amica la stava aspettando. Per quanto cercasse di dimenticare quelle immagini, una piccola parte di lei non riusciva a togliersi quella strana inquietudine di dosso.
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La Confraternita di Ferro
VampireNella Los Angeles notturna, tra grattacieli e vicoli oscuri, si diffonde una leggenda sussurrata solo nelle ore più buie: la Confraternita di Ferro. Questo antico clan di vampiri, composto da creature potenti e antiche, vive nell'ombra per protegger...