Bonjuor Italie

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"Ti amo." Disse con il mio viso tra le sue mani mentre accarezzava dolcemente le mie tempie.

"Ti amo anche io." Dissi guardandolo fisso negli occhi.

Mi baciò. Non volevo partire. Non volevo andare in Inghilterra, anche se sarei tornata a Parigi. Non volevo allontanarmi da lui. Non vedevo il motivo per cui avrei dovuto farlo. Non volevo pensare a tutte le cose che avrei dovuto fare per trasportare la mia vita nel luogo in cui era prima. Ma il lato positivo era che presto sarei tornata da lui, quindi provai a pensare solo a questo. L'unica cosa che negli ultimi tempi sapevo fare molto bene era pensare a lui.

Distaccò le sue labbra dalle mie.

Avevo ancora gli occhi chiusi. Forse per vivere nel ricordo del suo bacio.

Mi diressi verso il gate. "Non voltarti. Non. Voltarti." Dissi sottovoce obbligando a me stessa di seguire la testa per una volta. Ovviamente ciò non avvenne.

Mi voltai e corsi verso di lui. Mi afferrò per la vita, in modo da sollevarmi leggermente, presi il suo viso tra le mie mani e lo baciai.

Dopo ciò corsi verso il gate fino a non vederlo più.

*******

"MAMMA! PAPÀ!" Urlai mentre correvo per abbracciarli.

"Tesoro! Ci sei mancata tantissimo!" Disse mamma. Papà prese le valigie e le caricò in macchina.

Dopo un'ora arrivammo a casa. Che bello! Non vedevo l'ora di rivedere i miei genitori, casa mia. Ovviamente la città no. Uno dei terrori che avevo era di uscire per strada e incontrare uno di loro.

Eh già, sono rimasti tutti qua. Proprio come pensavo. Era ovvio che delle persone che vivevano di rendita non avrebbero resistito o addirittura, nemmeno tentato, di crearsi una vita all'esterno di questa piccola città che li rende i padroni.

Mi vibra il cellulare. È Giovanna. Abbiamo appuntamento alle 20:00 al ristorante Giapponese.

Controllai l'ora nello schermo: cavolo! Avevo solo mezz'ora.

Andai in bagno e mi diedi una sciacquata al viso. In seguito afferrai la borsa, indossai il cappotto, salutai i miei genitori avvertendoli dell'appuntamento con Gio e uscii di casa.

Percorsi le varie strade della città, illuminate da vari fili di lampadine luminose, alcune più colorate di altre.

Un vento gelido mi accarezzo il viso e mi strinsi nel mio cappotto.

Vidi il ristorante Giapponese infondo alla strada e mi misi a correre per evitare di sentire ancora più freddo.

Entrai e in fondo alla sala c'era Giovanna che mi faceva segno con la mano di raggiungerla.

"Ciao!" Mi disse abbracciandomi. Mi sedetti di fronte a lei ed ordinammo del sushi, il quale ci venne servito molto velocemente.

Parlammo del più e del meno. Gio aveva iniziato la carriera da modella, subito dopo il liceo.

Le raccontai dei vari spostamenti che avevo avuto è che subito finite le vacanze sarei tornata ad Oxford per fare le valigie e trasferirmi definitivamente a Parigi.

"E come mai hai deciso di tornare a Parigi?" Mi chiese.

"Diciamo che...al cuor non si comanda, ecco." Risi. "Inoltre, Parigi è sempre stata nel mio cuore."

"E il nome di questo ragazzo che ti ha rubato il cuore, quale sarebbe?"

"Antoine." Già mi mancava. Non averlo accanto a me mi faceva sentire incompleta. Come se mancasse una parte di me stessa.

"Sono felice per te."

"Grazie, Gio." Le rivolsi un sorriso. "Tu invece? Hai qualche amore che tieni nascosto?"

"Forse, ahaha. Ma non lo tengo nascosto. Si chiama Matt. Fa il mio stesso mestiere."

"Un modello quindi." Ho sempre avuto dei pregiudizi sui modelli. Mi sono sempre sembrati dei rincitrulliti. Dei ragazzi per cui contava solo l'aspetto fisico e non l'intelligenza.

Sentii vibrare il cellulare sul tavolo. Lo presi in mano e sullo schermo c'era il contatto di Antoine.

"Puoi scusarmi un secondo? Devo rispondere."

"Certamente."

Risposi alla chiamata e mi diressi verso il bagno delle donne.

"Pronto?"

"Mi manchi." Disse tristemente.

"Anche tu."

"Che stai facendo in questo momento?"

"Sono a cena con Giovanna, ma mi sono allontanata un attimo per parlare con te."

"Oh, allora non ti disturbo, ci sentiamo domani. Buona serata amore. Ti amo."

"Ti amo." Chiusi la telefonata e girai l'angolo per tornare al tavolo. Stavo per sederi al mio posto quando vidi che era già occupato da un'altra persona.

"Ehm...mi scusi questo posto è occupato." Dissi con tono gentile.

Il ragazzo si alzò. Era molto più alto di me, tanto che dovetti inclinare di molto il collo per guardarlo in viso. Aveva gli occhi azzurri, i capelli marroni e la carnagione olivastra.

Dopo di lui si alzò anche Giovanna, come se dovesse fare delle presentazioni. E così fu.

"Elisa, questo è Matt. Il mio ragazzo. Quello di cui ti avevi parlato prima." Abbassai la testa in modo da spostare il mio sguardo su Giovanna, la quale era abbastanza imbarazzata per il fatto che Matt avellesse preso il mio posto al tavolo.

"Matt, questa è Elisa. Andavamo al liceo insieme."

"Piacere Elisa."

"Piacere." Dissi.

Matt prese una sedia dal tavolo accanto al nostro.

Iniziammo a parlare del più e del meno e di come si era conosciuto con Giovanna. Era perfetto per lei. Gio aveva sempre desiderato un ragazzo sia bello dentro che fuori. Devo dire che era abbastanza attraente guardandolo solo l'aspetto fisico. In effetti era anche intelligente. Certo non era un intellettuale, ma dalla vita non si può avere tutto.

Terminammo di mangiare e tornai a casa di fretta e furia, in modo da evitare di congelarmi.

Una ragazza in InghilterraDove le storie prendono vita. Scoprilo ora