"All'origine della distruzione"
Ora, accompagnati dalla dea Irene, il gruppo poteva rilassarsi, dopo la carneficina causata tra gli Yıkımran. C'era una lieve tranquillità a bordo dell'Antonov, e lasciandosi trasportare tra le nubi al di sopra del Royalnic, c'era spazio solo per questo. «Lucistos, puoi... venire qui, un attimo?» chiese la pilota alla giovane demonessa, con quest'ultima che rimase un attimo dubbiosa per la richiesta fattale. Però, facendo spallucce, fece per raggiungere la cabina di pilotaggio, e sedendosi al posto del co-pilota, Irene la guardò con la coda dell'occhio, senza dir niente per qualche istante. «Ho visto che tu, pur avendo visto tua madre combattere contro Urakabaramil, sembravi una bestia pronta a sbranare la sua preda. Non stavi ferma un attimo. Come mai questo?» domandò, riferendosi a quello che accadde durante quello strano scontro, all'interno delle memorie di Anachiel.
Effettivamente, di cose strane erano successe, e facendo un passo indietro, molte di queste sarebbero rivelate...Proprio durante la battaglia, infatti, la Principessa degli Inferi pareva incontenibile, con quel suo ringhiare continuo, quasi a voler intimidire il nemico, ma non potendo in alcun modo intervenire per difendere la madre. Persino Lucifugo dovette tenerla braccata a sé per non farle fare follie, in una dimostrazione di protezione e precauzione nei confronti della sorella:«Luci, calmati. Mamma sa cosa sta facendo, non farti venire strane idee» disse lui, guardandola da dietro le sue spalle, e lasciando che lo scontro proseguisse. Lucistos guardava quella scena con un ardore inaudito, cercando continuamente di divincolarsi dalla presa ferrea del fratello, ma senza successo. «Non posso permettere che mamma si trovi nei guai, Kaiyo! Perché le lasci fare questo?» sbraitava contro Lucifugo, perché davvero credeva che fosse troppo per la potente dea, a dimostrazione di come fosse davvero paranoica. Non aveva mai visto suo padre se non da piccola, e vivendo unicamente con i suoi parenti, suo fratello, e la loro madre, lei non poteva far altro che provar timore. Il Principe rimase interdetto da come davvero cercasse di fare sul serio, col tono rigido, quasi rabbioso nei suoi confronti: non poteva dirle più di quanto lei già sapeva. Pure lui comprendeva le sue ragioni, perché già ai tempi di Shirya, quando suo padre fece proprio quella scelta scellerata di affrontare l'essere senza nome né futuro, al posto del figlio, Lucifugo non fece nulla per evitarlo. Contava sulla tenacia che Luciftias aveva, mostrando la sua grinta e la voglia assoluta di proteggere il suo primogenito, a discapito della sua stessa vita. «Luci... andiamocene. Ti porto un attimo più in là» disse, con la sorella che semplicemente si trovava quasi trascinata fuori dal campo di battaglia, sotto gli sguardi sicuri della congrega: Lucifugo stava facendo la scelta giusta, mettendo da parte i suoi ricordi. «Fratello, lasciami! Che stai fa-»
«Taci!» tuonò il giovane diavolo, facendo sentire tutto il suo essere, un semidio appunto, anche su chi avrebbe giurato di difendere a spada tratta. Lucistos si ammutolì, incredula per come il fratello le avesse alzato la voce contro, e non volendo farlo arrabbiare in alcun modo, semplicemente lo seguì, trovandosi abbastanza distanti dall'epicentro dello scontro.
Si appostarono dietro una parete divelta, così da parare la vista di entrambi rispetto alla lotta, e sedendosi, Lucifugo guardò a terra, come sconsolato. «Scusami, Luci, non volevo urlarti contro. È solo che... opprime anche me, capiscimi. Io tutto questo l'ho vissuto, quando ancora tu eri un piccolo fagottino» diceva, tracciando dei piccoli cerchi nella terra bruciata, scuotendo il capo, quasi come se volesse liberarsi di un fardello enorme, che gravava sulle sue spalle. Sospirò, osservando poi la sorella, prima di aggiungere:«Vedi, io ho fatto questa stessa scelta anche con nostro padre, quando poi venne a mancare. Lui voleva difendermi, e non importava cosa avessi potuto dirgli: papà non si sarebbe smosso di un millimetro. Adesso, mamma vuole proteggerci, con la consapevolezza di star facendo questo per noi» lei poteva solo ascoltarlo, sentendo il suo essere rabbioso spegnersi come una stella alla fine dei suoi giorni, comprendendo le sue ragioni. «E allora, io voglio proteggere te, fratellone. Sarò anche piccola, ma so cosa posso diventare» la grinta che stava mostrando, era diretta, sincera, volendo quantomeno ripiegare su chi era a lei più affine, vicino; Lucifugo era la scelta migliore, anche sapendo quanto legati erano. Cioè, anche alla sua giovane età, avrebbe dato tutto...
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Chronicles of a Sin: The Faint Light
FantasyQuanto male fa, sapere che tutta la luce è andata via via scemando verso un'oscurità dalla quale nessuno è mai riemerso? È tutto così in bianco e nero, e gli unici colori visibili sono il blu delle lacrime versate su tutte le scelte sbagliate, ed il...