Computer and police

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Cosa diavolo era realmente successo ieri sera?

Eleanor e io eravamo attualmente sedute in classe d'arte e ovviamente non stavamo ascoltando una parola di quello che l'insegnante stava spiegando.

"Beh, quando ero salita per prendere del cibo, Harry si è tipo spalmato su di me, non hai idea di quanta paura avevo." Dissi scarabocchiando alcune note sul mio taccuino. "E per fortuna é arrivato mio fratello, così c'è ne siamo immediatamente andati dalla festa."

"Questo spiega le grida che ho sentito fuori dalla mia finestra la notte scorsa." Eleanor mi strinse la mano debolmente dal sotto al banco, ritornando a guardare davanti a sè.

Non avevo visto Harry per tutto il giorno, non sapevo nemmeno se era rientrato nel suo appartamento, e per qualche ragione malsana, la cosa mi stava preoccupando.

"Hai intenzione di dirlo a qualcuno quello che ti ha fatto?" Domandò Eleanor. Alzai le spalle. Dovevo davvero dire alla polizia che mi aveva molestata? In più, era sotto vigilanza. Una denuncia e non ci potevano pensare nemmeno un secondo volta a sbatterlo dritto in carcere.

"Non credo che lo farò, probabilmente ha mollato la presa."

Dissi, quasi convincendomi delle mie stesse parole.

****

"Okay, il mio esame di matematica è Mercoledì, il mio compito di inglese per Giovedì e i compiti di scienze per Venerdì." Digitai tutte le note estremamente da ricordare sul mio portatile. La scuola era stata così gentile con me da farmi usare il loro computer portatile ogni volta che ne avrei avuto bisogno, e questo ovviamente mi avrebbe agevolata negli studi.

Ero seduta in biblioteca per prepararmi al mio esame di matematica; legittimamente avevo già idea di cosa si trattava. Qualcosa su una notazione scientifica, il che non era così difficile, bastava solo ricordare le parole chiave scritte nel libro.

"D'accordo, per trovare il gran numero bisogna scrivere i primi numeri e poi moltiplicare per dieci la potenza di tr-" I miei pensieri furono fermati dal computer che si chiudeva con uno scatto improvviso.

Trasalii, alzando lo sguardo per trovare un non così felice Harry in piedi di fronte a me. Le sue sopracciglia erano aggrottate e aveva un cipiglio irritato sul volto. I suoi occhi erano chiusi in due fessure e il suo respiro era pesante. Esaminai il suo volto; il suo labbro inferiore era squarciato e aveva un occhio viola, forse più sul nero. Non era qualcosa di nuovo.

"Che cazzo era?" Sputò.

"Di c-cosa stai parlando?" La mia presa sul libro di testo di fianco a me era aumentata mentre si sporgeva in avanti, guardando la mia morte negli occhi.

"Il tuo fottuto fratello ha bisogno di fare marcia indietro altrimenti non sa cosa gli succederà." Arricciai il naso con disgusto, il suo alito puzzava di sigarette.

"Non ho intenzione di dire a mio fratello che cosa fare. Ha 19 anni, può fare le proprie scelte di vita."

Potevo vedere che la mia risposta non era quella che voleva. In quel momento decisi di fregarmene, di certo non potevo farmi trattare così da un semplice ragazzo. Va bene, forse non affatto semplicemente ma sinceramente non mi sarei fatta trattare così da uno qualunque. Sbattei i pugni sul tavolo e mi alzai dal posto, tentando la fuga. Ma una presa salda sulla camicia mi tirò oltre una sezione della biblioteca vuota. Era la sezione di storia ed era visibile la polvere ad occhio nudo. Prima che potessi saperlo, ero stata sbattuta contro un'armadio con due braccia ai lati della testa che mi tenevano imprigionata.

"Non parlarmi mai più così." Mormorò con voce bassa e arrugginita.

Stavo avendo paura si, ma non volevo farglielo vedere. Ero impotente a causa del ragazzo pericoloso di fronte a me. Così feci quello che mi poteva riuscire meglio, alzai una mano pronta a colpirlo.

mauvais garçon  ➵ [h.s] shortstoryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora