2 - In Viaggio.

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Eravamo finalmente in macchina dopo che Claudio finalmente ebbe scelto il perfetto outfit per l'evento.
Indossava la sua t-shirt di favij e un paio di bermuda di jeans, ai piedi un paio di vans grige e al collo una collana con un dente di squalo poco credibile.
Io avevo semplicemente indossato una canottiera nera, un gilet di jeans e un paio di pantaloncini mimentici.
Mi misi gli occhiali da sole sul naso e accesi il motore.
Al rumore dell'automobile che partiva Claudio iniziò a comportarsi come una ragazzina, battendo le mani e parlando tra sè e sè. Probabilmente già assaporava il momento dell'incontro con il suo idolo.
Io lo guardai con un sorriso sghembo e tornai a guardare la strada.
Per quasi tutto il viaggio continuò a dimenarsi, finchè non imboccammo l'autostrada e lui si addormentò cullato dal tragitto senza curve.
Arrivammo al centro commerciale e, spento il motore, tentai di svegliare Claudio che ancora russava sonoramente.
Allungai una mano per scuotegli la spalla ma appena le mie dita lo sfiorarono lui sussultò e inizio a parlare, più sveglio che mai.

Claudio: siamo arrivati? OMMIODDIO SIAMO ARRIVATI, CHE ORE SONO? FAVIJ ARRIVA ALLE 16.

Io: sono le 10:45.
Dissi io con tutta calma

Claudio: PORCA PUTTANA, È TARDISSIMO, DOBBIAMO METTERCI IN FILA

Io lo guardai con occhi allibiti per tutta quella agitazione che stava mostrando

Io: Rilassati, arriva tra SEI ore.
Claudio: ma... la fila!!!
Io: intanto andiamo a pranzare, poi ci mettiamo in fila.

Entrammo nel centro commerciale, lui emozionato per favij, io emozionata per il burger king.
Varcate le porte automatiche, un'ondata di fresco ci colpì il viso, il che ci diede qualche ora di sollievo dal caldo africano che l'estate siciliana portava in città.

Il nostro sguardo si posò sulla piccola ma grande folla che si distendeva davanti a noi. Apparente calmi, una cinquantina di persone si sistemava in due file disordinate: una per i fan con i libri da autografare, l'altra per i fan senza questi ultimi.

Spaziammo per i negozi in cerca di un burger king dove mangiare un boccone.
Ordinammo e ci sedemmo in un piccolo tavolino per due.
Mentre Claudio addentava il suo panino, io ero intenta a fissarlo, torturandomi i capelli. Pensai a quanto non fosse cambiato, a quanto ancora mi piaceva nonostante ci fossimo lasciati, a quanto sapevo che lui non provava lo stesso. Immersa nei miei pensieri non mi resi conto di essere stata a fissarlo più del dovuto e adesso lui mi guardava con un'aria interrogativa, con ancora un boccone stipato nella guancia sinistra.

Claudio: che ff'eh?
Disse lui masticando, disgustoso, ma adorabile.

Io: eh-ehm.... no nulla, pensavo

Lui alzò le spalle e continuò a mangiare. E mentre entrambi finivamo il nostro pranzo in silenzio, non smisi un secondo di guardare fuori dalla finestra per non cadere di nuovo nella trappola e fissarlo ancora.

The way we met ~Lorenzo Ostuni~Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora